Bangladesh: a tre mesi dal ciclone Sidr la Caritas chiede abitazioni a basso costo
e strumenti di lavoro
Abitazioni a basso costo e strumenti per lavorare. Sono queste le principali necessità
che ha oggi la popolazione del Bangladesh, a poco più di tre mesi dal ciclone Sidr,
che il 15 novembre scorso colpì le coste del Paese asiatico, provocando oltre 3.300
morti e 2 milioni di senzatetto. A riferirle al Sir il direttore di Caritas Bangladesh,
Benedict Alo D'Rozario, in occasione di un congresso, a Roma, della Pontificia accademia
per la vita. Mentre l’opera di ricostruzione sta avanzando, “ora – racconta – è un
bisogno primario edificare abitazioni a basso costo per poter vivere in maniera decente
quando arriverà la stagione delle piogge”, che in Bangladesh corrisponde ai mesi primaverili,
da metà aprile a giugno. Si tratta perciò di “un’opera da portare a compimento in
tempi rapidi”, per la quale Caritas Bangladesh si è impegnata a realizzare 10.000
abitazioni “low cost”, “ma – lancia un appello D’Rozario – è necessario un aiuto”.
L’altra necessità riguarda invece la “riabilitazione professionale”, fornendo alla
gente quegli strumenti di lavoro, dalle barche per la pesca agli attrezzi per gli
artigiani, andati distrutti durante il passaggio del ciclone. “L’aiuto economico che
abbiamo finora ricevuto – spiega il direttore della Caritas – è servito innanzitutto
per sfamare la popolazione, poi per edificare rifugi temporanei, ricostruire le strade
e riparare le case: ora, però, bisogna portare a compimento l’opera di ricostruzione
dedicandosi al lavoro”. Nelle attività di questi mesi si sono distinti per l’impegno
sia la Caritas, sia i missionari cattolici che vivono nel Paese e che “lavorano a
stretto contatto e in sintonia con i vescovi e la Chiesa locale”. Una solidarietà
concreta, in un Paese a maggioranza islamica, che “ha contribuito a migliorare i rapporti
e la collaborazione tra cristiani e musulmani, sotto l’insegna comune della solidarietà”.
(R.P.)