Oggi il cardinale Tauran all'universita islamica Al-Azhar del Cairo
Si svolge oggi e domani al Cairo, in Egitto, l’annuale incontro del Comitato congiunto
tra il Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso e la prestigiosa Università
islamica Al-Azhar, con la partecipazione del presidente del dicastero, il cardinale
Jean-Louis Tauran. Quale il significato di questo evento? Giovanni Peduto lo ha chiesto
all’arcivescovo Michael Louis Fitzgerald, nunzio apostolico nella Repubblica araba
di Egitto e delegato della Santa Sede presso l’Organizzazione della Lega degli Stati
arabi, che ha sede al Cairo:
R. – Questo
incontro rappresenta una nuova tappa, un nuovo cammino. Il Comitato misto è stato
infatti istituito nel 1998, dunque dieci anni fa, e questo sarà quindi il decimo incontro.
E’ anche interessante il fatto che i punti scelti per questo incontro siano la fede
in Dio e l’amore per il prossimo come fondamento per il dialogo interreligioso. Spero
che questo possa dare nuovo impulso ai rapporti tra cristiani e musulmani nel mondo.
D. - Cosa è cambiato nel dialogo tra cristianesimo e islam dopo il noto discorso
di Ratisbona di Benedetto XVI, seguito dalla lettera dei 138 dotti musulmani?
R.
– C’è, forse, una maggiore attenzione da parte musulmana, vista la risposta rivolta
al Santo Padre e alla proposta di un dialogo. C’è stata dunque una iniziativa da parte
musulmana. Ci fa molto piacere vedere questa loro iniziativa. Ciò che è stato veramente
nuovo in questa lettera, nel documento di questi 138 dotti musulmani, è che abbiano
puntato sull’amore di Dio e sull’amore del prossimo. Questo è, quindi, molto vicino
al nostro messaggio evangelico. Questo dà, dunque, una nuova speranza per arrivare
ad un dialogo più profondo.
D. - Il dialogo ha detto il Papa si fa tra identità
diverse nel rispetto reciproco …
R. – Sappiamo che fra musulmani e cristiani
ci sono dei punti comuni, ma non c’è certo una fede comune in Cristo. Dobbiamo, quindi,
rispettare le differenze, cercando però di trovare gli ambiti in cui sia possibile
collaborare ed aiutarci gli uni e gli altri.
D. - Cosa si può fare per migliorare
i rapporti tra cristiani e musulmani?
R. – Credo che la prima cosa sia anzitutto
frequentarsi e quindi conoscersi. Molto spesso non ci si conosce bene, perché ci si
conosce soltanto superficialmente. Dobbiamo invece conoscere non soltanto le persone,
ma dobbiamo conoscere più approfonditamente e meglio la religione per capire poi le
persone. Io credo che ci sia molto ancora da fare in questo campo per arrivare ad
avere una conoscenza più profonda con le altre religioni e in special modo con l’islam.