2008-02-25 15:13:31

Il vicepremier russo Medvedev in visita a Belgrado condanna la secessione del Kosovo


La Russia intende continuare ad agire in difesa dei diritti di sovranità serba sul Kosovo, la provincia a maggioranza albanese autoproclamatasi indipendente il 17 febbraio. Lo ha detto oggi a Belgrado il vicepremier e presidente in pectore russo, Medvedev, a margine di un incontro con il presidente della Serbia, Tadic. Il servizio di Fausta Speranza:RealAudioMP3  

 Illegale” il riconoscimento della secessione del Kosovo: non usa mezzi termini il russo Medvedev a conclusione del suo incontro con il premier serbo, Kostunica. Parla di violazione del diritto internazionale, della risoluzione 1244 del Consiglio di sicurezza, della Carta dell'ONU e dell'Atto finale di Helsinki. Già nell’incontro, poco prima con il presidente Tadic ribadita l’intenzione di restare al fianco della Serbia. Non si parla di intervento militare, ma di appoggio per impedire l'ammissione del Kosovo nell'ONU e in altre organizzazioni internazionali. E c’è da dire che la visita a Belgrado della delegazione guidata da Medvedev si conclude con la visita in una grande raffineria a Pancevo, che era di proprietà di una società serba, la Nis, e che è stata appena rilevata dalla russa Gazprom. Una struttura rimessa in sesto negli ultimi anni dopo essere stata bombardata dalla NATO nel 1999. È chiaro, infatti, il secondo tema dei colloqui, oltre al Kosovo: la cooperazione tra Russia e Serbia in campo energetico. Una cooperazione nel quadro delle strategie russe per le forniture di gas verso l'Europa centro-meridionale e i Balcani, incentrate attorno al progetto del gasdotto Southstream.

Striscia di Gaza
Un missile israeliano nella zona nord della Striscia di Gaza ha ucciso almeno un militante ferendone altri due. Nella nottata si sono verificate due incursioni militari israeliane e quattro miliziani di Hamas sono rimasti uccisi. Intanto i comandanti dell'esercito israeliano hanno dichiarato oggi "zona militare chiusa" il valico di Erez, principale punto di transito fra lo Stato ebraico e la Striscia di Gaza, in occasione della “catena umana” che è stata messa in atto nella Striscia di Gaza per protestare contro l'assedio. Non ci sono stati incidenti. Solo un gruppo composto da poche decine di dimostranti ha lanciato sassi contro il muro di confine che delimita il valico di Erez. I militari israeliani hanno sparato in aria colpi d'arma da fuoco.

Donna uccisa alla frontiera tra Egitto e Israele
Una donna è stata uccisa dalle forze di sicurezza egiziane mentre tentava di entrare illegalmente in Israele questa mattina. La vittima, la cui identità è ancora sconosciuta, era accompagnata da un uomo di nazionalità eritrea, che è subito stato arrestato. La donna, che non si è fermata all'alt dei poliziotti alla frontiera tra Egitto e Israele, è stata colpita da un proiettile che l'ha uccisa all'istante.

Giappone
Il primo ministro israeliano, Ehud Olmert, è arrivato questa mattina a Tokyo per una visita di quattro giorni, nel corso della quale affronterà le questioni del nucleare iraniano e del conflitto con i palestinesi, senza però tralasciare i rapporti commerciali tra Israele e Giappone. Si tratta della prima visita ufficiale in Giappone di un premier israeliano dopo quella di Benjamin Netanyahu nell'agosto del 1997.

Pakistan
Un attacco suicida a Rawalpindi, nel Pakistan settentrionale, ha provocato la morte di otto persone, tra cui un ufficiale dell’esercito, e il ferimento di 29. Rawalpindi, megalopoli che confina con la capitale pachistana, è la principale città-guarnigione del Paese e sede dello stato maggiore dell'esercito. L'attentato di oggi, a una settimana dalle elezioni politiche e provinciali che hanno segnato la vittoria dei partiti di opposizione al presidente Pervez Musharraf, continua la lunga scia di sangue che nel Paese ha toccato l'apice il 27 dicembre con l'assassino della leader dell'opposizione Benazir Bhutto.

Afghanistan
Una forte esplosione è stata udita oggi a ovest di Kandahar, nella stessa zona del sud dell'Afghanistan dove oltre una settimana fa un attacco dei talebani ha provocato la morte di oltre 100 persone. Al momento non è ancora chiaro se l'esplosione di oggi abbia fatto vittime o feriti, stando a quanto riferito da residenti e dal ministero dell'Interno afghano.

Libano
Il segretario generale della Lega Araba, Amr Mussa, presiederà oggi un nuovo incontro tra leader politici rivali libanesi a Beirut, dopo che i colloqui di ieri dello stesso genere hanno prodotto “segnali positivi”, piuttosto che una rottura, secondo quanto riferisce oggi la stampa locale. Dopo una riunione di quattro ore tenuta nel Parlamento nella serata di ieri, l'ex presidente Amin Gemayel e il leader della maggioranza parlamentare antisiriana Saad Hariri da un lato, e dall'altro il leader cristiano del Movimento patriottico libero (FPM) Michel Aoun, dell'opposizione guidata dal movimento sciita Hezbollah, si incontreranno ancora oggi, ma l'orario non è stato reso noto per “motivi di sicurezza”.

Settimana decisiva in Kenya per l’accordo
Inizia oggi quella che dovrebbe essere la settimana decisiva per un accordo tra le parti in Kenya. Intanto viene pubblicato un rapporto dell'Unità medica legale indipendente (IMLU), sulle circostanze della morte delle oltre mille persone rimaste vittime delle violenze scatenatesi dal 30 dicembre scorso, dopo la proclamazione della vittoria quale presidente della Repubblica di Mwai Kibaki, ritenuta irregolare dall’opposizione. Secondo il rapporto, degli oltre 1000 il 43 per cento sono stati uccisi a colpi d'arma da fuoco, gli altri quasi tutti all'arma bianca (machete, coltelli, lance), a colpi di freccia, ma anche arsi vivi. Molti corpi, inoltre, erano stati martoriati: decapitati o con arti amputati. La metà delle vittime, inoltre, aveva meno di 40 anni, e quasi tutte le persone uccise a colpi d'arma da fuoco erano di Kisumu ed aree limitrofe. Si tratta del Kenya occidentale, culla del 'Luo', l'etnia del leader dell'opposizione Raila Odinga. Il vincitore delle elezioni Kibaki è un kikuyo. Ora da una quindicina di giorni la situazione appare relativamente calma, anche se è difficilissimo risolvere il problema delle centinaia di migliaia di sfollati che sono in condizioni disperate. E l'impressione è che se neanche in questa settimana il negoziato si chiudesse, potrebbero riesplodere le violenze. Chris Altieri, del nostro programma inglese, ha chiesto a mons. Alain Paul Lebeaupin, nunzio apostolico in Kenya, se questa volta la pressione del popolo del Kenya, più che la pressione dall’esterno, possa costringere le parti a stringere un accordo serio:RealAudioMP3


R. – Io credo di sì. Sono più o meno 300 mila le persone che si sono spostate nel proprio Paese. Tutto questo crea ovviamente un clima molto sfavorevole alla convivenza nazionale. La gente viene con i suoi problemi e allo stesso tempo ha grande desiderio di tornare ad una vita normale. Questo sentimento ha, dunque, la sua influenza anche sui leader, tanto del governo quanto dell’opposizione, che sanno che la gente desidera arrivare ad una soluzione. Adesso credo che il negoziato vada avanti. Un negoziato è sempre difficile. Non dobbiamo meravigliarci che ci sia un giorno sì e un giorno no, perché ci sono delle difficoltà a mettere insieme punti diversi. Tutte e due le parti, però, sanno che dovranno accettare sempre cose che non vorrebbero. Questa è la pressione del sentimento della gente, cioè che non si può continuare ad andare avanti così, con 300 mila persone di tutte le tribù in seria difficoltà. Di positivo c'è il ruolo che la Croce Rossa keniota sta giocando nell’assistenza ai rifugiati.

Questione nucleare Iran
L'Iran ha fatto appello implicitamente alla Russia e alla Cina perchè mpediscano l'adozione di una nuova risoluzione del Consiglio di Sicurezza dell'ONU che imponga sanzioni a Teheran per il suo programma nucleare. Il gruppo dei 'cinque più uno', cioè i cinque membri permanenti del Consiglio di Sicurezza (USA, Russia, Cina, Francia e Gran Bretagna) più la Germania, si riunisce oggi a Washington per discutere l'eventualità di rafforzare le sanzioni già approvate in due risoluzioni contro Teheran dal Consiglio di Sicurezza dell'ONU. L'incontro avviene dopo la presentazione, venerdì scorso, dell'ultimo rapporto di Mohammed el Baradei, direttore dell'Agenzia internazionale per l'Energia Atomica, che pur ammettendo un miglioramento nella cooperazione dell'Iran nel fare chiarezza sul suo programma, sottolinea che le informazioni fornite sono ancora insufficienti per escluderne un possibile fine militare.

Iran
Una fortissima esplosione che ha mandato in frantumi i vetri di molte finestre e ha diffuso il panico tra la popolazione è avvenuta stamane a Tabriz, nel nord-ovest dell'Iran, secondo quanto riferisce l'agenzia Fars. Non si conoscono ancora le cause e il luogo della deflagrazione, nè se abbia provocato vittime.

Il Darfur e l’impegno internazionale
La stampa cinese pubblica oggi con grande rilievo la notizia della visita in Sudan dell'inviato speciale di Pechino per la crisi di Darfur, Liu Guijin. La Cina viene accusata da alcune organizzazioni umanitarie di non usare la propria influenza sul governo del Sudan per costringerlo a mettere fine alle violenze contro le minoranze etniche di Darfur, che già hanno causato la morte di oltre duecentomila persone. Due settimane fa il regista americano Steven Spielberg si è dimesso da consulente artistico per le Olimpiadi di agosto a causa delle vicende del Darfur. L'attrice Mia Farrow ha lanciato la proposta di boicottare i Giochi di Pechino, che ha definito “le Olimpiadi del genocidio”. “La riluttanza dei principali gruppi ribelli di Darfur di tornare al tavolo delle trattative ha avuto come conseguenza lo spiacevole ritardo del processo politico in Darfur che si è verificato nei mesi scorsi”, ha detto Liu appena arrivato in Sudan. In precedenza, durante una sosta a Londra, l'inviato cinese aveva sostenuto che a motivare il suo viaggio non sono state le polemiche dimissioni di Spielberg, ma “l'impegno della Cina per arrivare alla pace”.

Il leader comunista Christofias eletto a Cipro capo dello Stato
I responsabili della Repubblica Turca di Cipro del Nord (RTCN) hanno accolto con favore l'elezione, ieri nella Repubblica di Cipro (greco-cipriota) del leader comunista Dimitris Christofias alla carica di capo dello Stato: la considerano un'opportunità per riavviare subito i negoziati per la riunificazione dell'isola interrotti nell'aprile 2004. Christofias nel ballottaggio di ieri ha battuto con il 53,36% delle preferenze il moderato di destra Ioannis Cassoulides. Il presidente della Commissione europea, Barroso, ha lanciato un appello al neo-eletto perchè porti avanti “senza ritardi” le negoziazioni con i turco-ciprioti del nord dell'isola. Il servizio di Furio Morroni:RealAudioMP3


Laureato in scienze sociali nella Ex Unione Sovietica, Christòfias ha 61 anni. Da 20 è segretario generale del partito Akèl ed è stato nove volte presidente del parlamento. In campagna elettorale si è detto capace di costruire ponti tra la comunità greco-cipriota e quella turco-cipriota - divise dal 1974 - e riunificare l’isola. Quell’anno, la parte nord di Cipro fu occupata militarmente dalla Turchia, dopo un fallito golpe di naziolisti greco-ciproti. Analisti e diplomatici sono però scettici circa l’effettiva capacità di Christòfias di risolvere la questione cipriota, come pure non nascondono le loro perplessità circa il fatto che egli sia contrario all’economia di mercato, alla globalizzazione e persino all’euro che, nonostante la sua opposizione, è entrato in vigore a Cipro il primo gennaio scorso. Molto cauto nei rapporti con la NATO, l’Akèl mantiene ottimi rapporti con Mosca ma altrettanto non si può dire per Washington e soprattutto per Londra. (Da Nicosia, per la Radio Vaticana, Furio Morroni, ANSA. )

Accordo in Belgio in vista della conclusione del governo ad interim
Si sblocca l'impasse sulle riforme che ha paralizzato il Belgio dalle elezioni politiche dello scorso giugno. Il cosiddetto gruppo dei saggi ha raggiunto in nottata un primo accordo sulle competenze da attribuire alle regioni, che sarà seguito da un secondo pacchetto di devolution più consistente entro l'estate. Questo accordo preliminare dovrebbe spianare la strada al governo del cristiano democratico fiammingo, Yves Leterme, che dovrebbe subentrare il 20 marzo prossimo al governo ad interim di Guy Verhofstadt, impegnato da circa due mesi nel tracciare una piattaforma di riforme, che consenta a fiamminghi e francofoni di superare le differenze, che finora hanno paralizzato il governo

Germania: primi risultati del voto in Amburgo
La CDU perde ma conserva la maggioranza, la sinistra avanza con SPD e “Die Linke”, i Verdi scendono di qualche seggio mentre la destra liberale (FDP) anche questa volta resta fuori dal Parlamento regionale della seconda città-regione della Germania. Le elezioni regionali di ieri ad Amburgo hanno confermato la CDU della cancelliere Angela Merkel come primo partito, anche se ha perso la maggioranza assoluta dei seggi e ora per restare al governo Ole von Beust (CDU) dovrà trovare un alleato di coalizione.

Immigrazione clandestina
La nave "Urania" della Marina militare italiana ha intercettato a 60 miglia a sud di Lampedusa un gommone di 10 metri con 40 immigrati a bordo, tra cui due donne. Gli extracomunitari, visitati dal medico di bordo, sono tutti in buone condizioni di salute. L'unità della Marina negli ultimi tre giorni ha soccorso diversi barconi in difficoltà nel Canale di Sicilia; solo ieri ha raccolto 72 immigrati su due gommoni alla deriva.

Raul Castro nuovo presidente di Cuba
Nessuna sorpresa a Cuba, dove l’Assemblea Nazionale ha scelto Raul Castro, fratello minore di Fidel, come nuovo presidente. Già negli ultimi 19 mesi aveva guidato ad interim il Paese. Il neo-presidente ha chiesto al parlamento de L’Avana l'autorizzazione a continuare a consultare il fratello sui principali affari di Stato. Oggi l'alto rappresentante della Politica Estera della UE, Javier Solana, esprime perplessità sottolineando come sia difficile valutare se si tratta di vera transizione dal punto di vista politico. Il servizio di Maurizio Salvi:RealAudioMP3


Gli analisti che avevano previsto un ringiovanimento dei quadri dirigenti non hanno colto nel segno perché dei sette uomini più influenti del Consiglio di Stato, cinque sono veterani, protagonisti della rivoluzione e due integrano la generazione di mezzo. La novità, che richiede ancora una attenta analisi, invece è venuta dal tono e dai temi del discorso pronunciato da Raul Castro nel Palazzo delle Convenzioni. Pur nella ritualità di uno scenario che ricorda ancora l’eredità sovietica, il nuovo capo dello Stato ha usato argomentazioni ed una dialettica insolite per l’ufficialità cubana. Ha lodato i pregi della critica costruttiva, ha invitato il governo all’efficienza, ed il partito comunista ad una maggiore democraticità, fino ad ammettere apertamente che a Cuba le cose non vanno ed ha portato ad esempio l’esistenza di due pesos, uno comune ed uno convertibile, ed il libretto per avere generi di prima necessità, definito irrazionale e insostenibile. (Maurizio Salvi, ANSA, per la Radio Vaticana.)

Sri Lanka
Almeno 36 ribelli tamil e cinque soldati sono rimasti uccisi nello Sri Lanka in scontri e in un attacco aereo sferrato dall'eronautica militare sul nord del Paese. Aerei militari hanno bombardato ieri una zona nel distretto di Kilinochchi dove secondo i militari ci sarebbe stata una base navale dei guerriglieri dell'LTTE, le Tigri per la liberazione dell'Eelam Tamil, provocando ingenti danni e causando la morte di dieci ribelli, tra cui un leader dell'organizzazione. Altri 26 combattenti e cinque militari sono rimasti uccisi in scontri. Da parte loro le Tigri tamil hanno segnalato il ferimento di due civili in due attacchi aerei. Sull'isola è in corso una vera e propria guerra civile da oltre 25 anni: la minoranza tamil, di religione indu, si batte per uno Stato indipendente nel nord e nord est dello Sri Lanka, la cui popolazione è al 75% di etnia cingalese e di religione buddista. Dal 1983 si stima che siano morte 70.000 persone, molte delle quali civili.

Terremoto in Indonesia
Un sisma di 7,2 gradi Richter ha colpito la zona occidentale di Sumatra, in Indonesia, ed è stato lanciato un allarme per il rischio tsunami. Il National earthquake information Center informa che la scossa è stata avvertita alle 15:36 locali (le 9:36 in Italia), con epicentro al largo di Sumatra a sud ovest della costa, ad una profondità di 35 chilometri e a una distanza minima dalla terra ferma di circa 160 chilometri. La stessa fonte sottolinea inoltre che l'allarme tsunami interessa in particolare le coste fino a 100 chilometri di distanza dall'epicentro, precisando tuttavia che anche i territori più lontani potrebbero risentire del sisma.

Corea del Sud
Il nuovo presidente sudcoreano Lee Myung-Bak, eletto il 19 dicembre scorso per il Grande partito nazionale (GNP, di destra) e proveniente dal mondo degli affari, ha prestato giuramento a Seul dando ufficialmente il via al suo mandato che ha promesso sarà incentrato sullo sviluppo dell'economia, sull'apertura agli investitori stranieri, ma che ha anche preannunciato sarà meno tollerante verso la Corea del Nord. Lee Myung-bak, 66 anni, ex imprenditore a capo di grandi imprese edilizie ed ex sindaco di Seul, ha vinto le elezioni con una valanga di consensi volti anche porre fine a un decennio di governo liberale ritenuto incapace di gestire gli aspetti economici.

Possibile rallentamento dell’economia in Cina
Un 'report' della banca centrale cinese mette in conto un rallentamento dell'economia e fa scivolare oggi lo yuan, ai minimi da quasi due settimane, scambiato a 7,1522 contro dollaro. Il documento è stato reso noto venerdì scorso dopo la chiusura dei mercati; si tratta del quarto rapporto di politica monetaria, in cui si parla di incertezze con riferimento all'andamento del mercato interno e di quello globale. L'economia cinese è cresciuta per quattro trimestri di fila di oltre l' 11 % prima che arrivasse l'ondata di maltempo che ha tagliato la produzione. Proprio questa circostanza potrebbe comportare un ridimensionamento dei livelli di sviluppo relativamente a gennaio e febbraio di quest'anno. (Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)

 

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 56

 
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