Appello di Benedetto XVI all’Angelus per le popolazioni dell’Ecuador, colpite dalle
inondazioni. Poi l’invito ad incontrare Gesù per vincere l’insoddisfazione del vivere
Solidarietà alle popolazioni dell’Ecuador colpite da gravi calamità naturali: l’appello
del Papa all’Angelus, che nella terza domenica di Quaresima si è soffermato sull’incontro
tra Gesù e la Samaritana, riproposto nell’odierna liturgia. Il servizio di Roberta
Gisotti.
“Uno
dei testi più belli e profondi della Bibbia: il dialogo tra Gesù e la Samaritana”,
ha sottolineato Benedetto XVI, invitando tutti a leggere e meditare “personalmente”
questa pagina del Vangelo di Giovanni, per capirne la profondità, “immedesimandosi
in quella donna che, un giorno come tanti altri, andò ad attingere l’acqua dal pozzo
e vi trovò Gesù, seduto accanto, ‘stanco del viaggio’, nella calura del mezzogiorno”,
che le parlò di “un’ ‘acqua viva’ capace di estinguere la sete” e “che zampilla per
la vita eterna’”.
“La sete di Cristo è una porta
di accesso al mistero di Dio, che si è fatto assetato per dissetarci, così come si
è fatto povero per arricchirci Sì, Dio ha sete della nostra fede e del nostro amore”.
“La
donna di Samaria invece rappresenta l’insoddisfazione esistenziale di chi non ha trovato
ciò che cerca: ha avuto ‘cinque mariti’ ed ora convive con un altro uomo; il suo andare
e venire dal pozzo per prendere acqua – ha spiegato il Santo Padre - esprime un vivere
ripetitivo e rassegnato”.
“Cari fratelli e sorelle,
anche noi apriamo il cuore all’ascolto fiducioso della parola di Dio per incontrare,
come la Samaritana, Gesù che ci rivela il suo amore e ci dice: il Messia, il tuo salvatore
“sono io, che ti parlo”.
Dopo la recita dell’Angelus,
il pensiero di Benedetto XVI è andato alle popolazioni nelle zone costiere dell’Ecuador,
devastate dalle recenti inondazioni, che hanno provocato gravissimi danni, e che si
aggiungono a quelli già causati dall’eruzione del vulcano Tungurahua.
“Mentre
affido al Signore le vittime di tale calamità, esprimo la mia personale vicinanza
a quanti stanno vivendo ore di angoscia e di tribolazione e invito tutti ad una fraterna
solidarietà, affinché le popolazioni di quelle zone possano ritornare, quanto prima,
alla normalità della vita quotidiana”. Il Santo Padre ha
ricordato poi l’appuntamento di sabato prossimo 1 marzo, nell’aula Paolo VI in Vaticano,
dove presiederà alle ore 17 la Veglia marina con i giovani universitari di Roma, in
collegamento radiotelevisivo con studenti di diversi altri Paesi d’Europa e d’America. “Invocheremo
l’intercessione di Maria Sedes Sapientiae, affinché la speranza cristiana sostenga
la costruzione della civiltà dell’amore in questi due Continenti e nel mondo intero.
Cari amici universitari, vi attendo numerosi!” Nei saluti
finali, un indirizzo particolare agli abitanti della città di Quebec, in Canada, che
festeggia quest’anno i 400 anni di fondazione, e che ospiterà nel prossimo giugno
il 49mo Congresso eucaristico internazionale.