2008-02-23 14:50:52

Uganda: firmato il cessate-il-fuoco definitivo tra il governo di Kampala e i ribelli


Ulteriore passo in avanti per l’accordo generale di pace in Uganda. A Juba, capitale del sud Sudan, è stato firmato il cessate-il-fuoco definitivo tra il governo ugandese e i ribelli dell'Esercito di Resistenza del signore (LRA). Per la Comunità di Sant’Egidio, che dal 2006 partecipa ai colloqui tra le parti, si tratta di un momento decisivo per mettere fine alla guerra. Un conflitto civile che in oltre vent'anni ha provocato oltre 100 mila morti e costretto circa 2 milioni di persone a vivere nei campi profughi del nord Uganda.
 
Kenya-politica
L’accordo raggiunto recentemente in Kenya dal mediatore dell’ONU, Kofi Annan, per la condivisione del potere tra maggioranza e opposizione ha riacceso le speranze di pace per il Paese africano dopo le violenze degli ultimi mesi. Tuttavia, una reale soluzione della crisi attraverso una riforma costituzionale che preveda una ripartizione del potere tra presidente e premier - nella fattispecie, Kibaki e il leader dell’opposizione Odinga - appare ancora lontana. Ce ne spiega i motivi padre Luigi Cocchi, missionario Comboniano della rivista New People di Nairobi, intervistato da Irene Lagan:RealAudioMP3


R. - Prima sembrava che Odinga fosse pronto anche ad accettare la carica di primo ministro, non esecutivo ma con poteri di altro genere. Ora, invece, sembra più orientato alla formazione di un nuovo esecutivo con il presidente a capo dello Stato e con il primo ministro alla guida del governo, con tutti i poteri collegati a questo ufficio. Siamo in attesa che qualcosa accada: aspettiamo la prossima settimana e speriamo ma resta l’insicurezza. Odinga ha infatti preso l’aereo ed è andato all’estero - non sappiamo neanche dove sia andato: per questo le cose sono ancora sospese. Il Paese sta andando piano, cercando di ritrovare un po’ di slancio e tranquillità, ma siamo ancora lontani da una situazione di tranquillità e di pace, che tutti vogliono.

Iran-nucleare
Sul programma nucleare iraniano, i negoziati sono chiusi. Ad affermarlo il portavoce del governo di Teheran, che ritiene di aver fugato tutti i dubbi dell’AIEA. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica, ieri a Vienna, ha presentato un rapporto nel quale, pur evidenziando la maggiore collaborazione della Repubblica islamica, ha affermato che i dubbi della comunità internazionale non sono stati fugati. Sembra, sempre più concreta l’ipotesi di nuove sanzioni ONU, un argomento che sarà al vaglio, lunedì a Washington, della riunione del gruppo dei “5+1” cioè i membri del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite più la Germania. Intanto, l’Iran ha fatto sapere di ritenere “illegale” una nuova risoluzione ONU, chiedendo inoltre un risarcimento danni per quelle approvate in passato.

Iraq-esplosioni
Colpi di mortaio e razzi hanno colpito oggi la zona verde di Baghdad dove si trovano i ministeri iracheni e l’ambasciata statunitense. L’allarme è scattato dopo dieci esplosioni: non si hanno notizie né di vittime né di feriti. All’indomani dell’offensiva turca nel nord dell’Iraq, costata la vita ad oltre 40 ribelli del PKK, il governo del Kurdistan ha criticato gli Stati Uniti a loro giudizio colpevoli di aver dato ad Ankara il via libera alle operazioni.

Afghanistan-violenza
L’esplosione di una mina, nella regione afgana di Kunar, ha provocato la morte di 7 guardie di sicurezza afghane impiegate in un ditta di costruzioni. L’agguato non è stato rivendicato. La deflagrazione di un ordigno al passaggio del loro veicolo ha provocato il ferimento lieve di due militari italiani, appartenenti al contingente ISAF, nella valle del Gulistan.

Medio Oriente
Durante un’incursione israeliana a Nablus, nel nord della Cisgiordania, è stato ucciso un capo militare del Fronte popolare per la liberazione della Palestina. L’uomo era ricercato da almeno tre anni. Solo ieri, si erano verificati pesanti scontri a Ramallah tra la polizia dell’Autorità nazionale palestinese (ANP) e la famiglia di un leader di Hamas, morto in carcere.

Pakistan-politica
Proseguono le consultazioni in Pakistan per la formazione del governo dopo le elezioni legislative di lunedì scorso. Il Partito popolare del Pakistan (PPP), vincitore delle consultazioni, avrebbe indicato il nuovo premier che sarà incaricato ufficialmente nella seconda seduta dell'Assemblea nazionale fissata all'inizio di marzo. Si tratta di Makhdoom Amin Fahim, che fu tra i fondatori del PPP insieme al padre di Benazir Bhutto.

Sri Lanka
Si contano 18 feriti nell’attentato contro un autobus avvenuto questa mattina alla periferia di Colombo, in Sri Lanka. Un ordigno, nascosto tra i bagagli, è stato scoperto da un passeggero che ha dato l’allarme evitando così una strage. Le autorità puntano il dito contro i ribelli delle Tigri Tamil, che hanno intensificato i loro attacchi dopo la fine del cessate-il-fuoco in gennaio.

Cipro-ballottaggio
Cipro domani al voto per il ballottaggio presidenziale. Dopo la sconfitta al primo turno del presidente uscente, Tassos Papadopoulos, a sfidarsi saranno ora il candidato della destra, l'ex ministro degli Esteri, Ioannis Cassoulides - in vantaggio nello scrutinio di domenica scorsa - e il leader del Partito comunista e presidente del parlamento, Dimitris Christofias. Quest’ultimo, ha incassato l’appoggio dell’ex presidente Papadopoulos e dei socialdemocratici. Sulla sfida di domani, ascoltiamo Antonio Ferrari, inviato speciale del Corriere della Sera, intervistato da Giada Aquilino:RealAudioMP3
 
R. - Da annotare, anzitutto, l’uscita di scena del presidente Tassos Papadopoulos che - quando la Repubblica greca di Cipro era già stata accolta nell’Unione Europea - fu il protagonista di un’azione molto dura contro il piano dell’ONU di Kofi Annan. Il documento delle Nazioni Unite prevedeva un compromesso tra le due componenti, quella greco-cipriota e quella turca-cipriota, per far cadere l’ultimo muro d’Europa.

 
D. - L’europeista Cassoulides, col sostegno della destra, ha vinto il primo turno. Ora, il candidato comunista Christofias ha ottenuto l’appoggio dell’ex presidente Papadopoulos e dei socialdemocratici. Come si presenta la sfida?

 
R. - C’è una situazione paradossale. Il candidato comunista che andrà al ballottaggio avrà il sostegno di un candidato ultraconservatore, come Papadopoulos. Dall’altra parte, c’è un candidato della destra moderata, che è invece fortemente filoeuropeo.

D. - Quanto conta la questione della divisione di Cipro su questo ballottaggio?

 
R. - Se Cassoulides riuscisse a prevalere e riuscisse a farlo con una certa consistenza, allora alcuni ostacoli cadrebbero e ci sarebbe la possibilità di avviarsi verso una possibile soluzione del contenzioso. Soluzione, questa, che avrebbe delle ricadute fondamentali anche nei confronti della Turchia. Non dimentichiamo che il capitolo Cipro è uno dei capitoli fondamentali e che rischia di diventare un ostacolo nel cammino europeo di Ankara. Se invece vincesse il candidato comunista, con il sostegno anche di Tassos Papadopoulos, credo che le cose non cambierebbero molto, a meno che la comunità internazionale non intervenga con la volontà, l’interesse e la determinazione per tentare, ancora una volta, di giungere finalmente ad una soluzione.

Paesi Baschi-esplosione
Non ha provocato feritì l’esplosione di una piccola bomba all’interno di un centro di trasmissioni radio-tv, nei pressi di Bilbao. La deflagrazione era stata annunciata da una telefonata dei separatisti baschi dell’ETA.
 
Nuova Zelanda- bombe a grappolo
Firmata ieri da 82 Paesi la “Dichiarazione di Wellington”, in Nuova Zelanda, che mette al bando l’uso, la produzione, il commercio e lo stoccaggio delle bombe a grappolo. L’intesa è arrivata al termine di una conferenza cui hanno preso parte oltre 500 delegati di 122 Paesi, molti si sono impegnati a firmare il documento nelle prossime settimane in vista della riunione di maggio in Irlanda. In quella sede, si metterà a punto un trattato vincolante da approvare in Norvegia entro la fine dell’anno. Assenti illustri dell’iniziativa di Wellington alcuni tra i maggiori produttori di cluster bomb (bombe a grappolo) come USA, Russia, Israele, Cina e Pakistan.

Slovenia-morte ex presidente
Lutto nel mondo politico sloveno. E’ scomparso nella notte, all’età di 57 anni, l’ex presidente Janez Drnovsek da tempo malato. Artefice del passaggio ad un’economia di mercato, Drnovsek fu a capo dello Stato dal 2003 al 2007. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 54

 
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