2008-02-22 16:05:58

Un missionario nelle Filippine del Sud lancia un appello di pace e riconciliazione


“Il nostro sogno per Jolo è la non-violenza, cosicché ognuno possa adorare Dio in spirito e verità”. E’ quanto scrive in un messaggio all’agenzia Fides, padre Jose Ante, missionario degli Oblati di Maria Immacolata, da anni nelle Filippine. Parole importanti che arrivano dopo l’assassinio di un confratello: padre Reynaldo Roda, ucciso nei mesi scorsi nell’arcipelago di Tawi-tawi. Il missionario invita a “gettare ponti fra persone di fedi differenti, fra i ricchi e i poveri, fra il governo e la società civile, fra i ribelli e l’esercito”. Un impegno necessario per costruire il dialogo, per “rendere Dio il Signore della propria vita” e dare lo slancio neccessario per una pace vera. Padre Ante porta come esempio ciò che avviene nelle isole Sulu dove alcuni imprenditori di etnia tausung, di religione musulmana, hanno scelto di lavorare per lo sviluppo e il progresso della popolazione per “costruire – scrive il missionario- una società pacifica in cui a nessuno manchino i beni di prima necessità ma neppure l’istruzione, l’assistenza sanitaria, la corrente elettrica, la possibilità di esprimere la propria cultura e religione”. Iniziative che vanno incoraggiate e sostenute, spiega padre Ante, perché “insieme le comunità religiose possono essere il fattore determinante e significativo per costruire una società pacifica e armoniosa”. Come ricorda Fides, gli Oblati di Maria Immacolata sono presenti nelle isole Sulu da oltre 70 anni, gestendo centri di assistenza medica e sociale, scuole e istituti di formazione professionale. (B.C.)







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