Un missionario nelle Filippine del Sud lancia un appello di pace e riconciliazione
“Il nostro sogno per Jolo è la non-violenza, cosicché ognuno possa adorare Dio in
spirito e verità”. E’ quanto scrive in un messaggio all’agenzia Fides, padre Jose
Ante, missionario degli Oblati di Maria Immacolata, da anni nelle Filippine. Parole
importanti che arrivano dopo l’assassinio di un confratello: padre Reynaldo Roda,
ucciso nei mesi scorsi nell’arcipelago di Tawi-tawi. Il missionario invita a “gettare
ponti fra persone di fedi differenti, fra i ricchi e i poveri, fra il governo e la
società civile, fra i ribelli e l’esercito”. Un impegno necessario per costruire il
dialogo, per “rendere Dio il Signore della propria vita” e dare lo slancio neccessario
per una pace vera. Padre Ante porta come esempio ciò che avviene nelle isole Sulu
dove alcuni imprenditori di etnia tausung, di religione musulmana, hanno scelto di
lavorare per lo sviluppo e il progresso della popolazione per “costruire – scrive
il missionario- una società pacifica in cui a nessuno manchino i beni di prima necessità
ma neppure l’istruzione, l’assistenza sanitaria, la corrente elettrica, la possibilità
di esprimere la propria cultura e religione”. Iniziative che vanno incoraggiate e
sostenute, spiega padre Ante, perché “insieme le comunità religiose possono essere
il fattore determinante e significativo per costruire una società pacifica e armoniosa”.
Come ricorda Fides, gli Oblati di Maria Immacolata sono presenti nelle isole Sulu
da oltre 70 anni, gestendo centri di assistenza medica e sociale, scuole e istituti
di formazione professionale. (B.C.)