2008-02-22 15:27:11

Presentato nella sede della Radio Vaticana il libro di mons. Leuzzi "Atene e Gerusalemme di nuovo insieme"


“Atene e Gerusalemme di nuovo insieme”, è il titolo dell’ ultimo libro di mons. Lorenzo Leuzzi , direttore dell’ ufficio per la pastorale universitaria del Vicariato di Roma, edito dalla LEV , la Libreria Editrice Vaticana, e presentato ieri presso la Sala Marconi della Radio Vaticana. All’ incontro, tra gli altri era presente don Giuseppe Costa direttore della LEV, che ha spiegato ai presenti come Atene e Gerusalemme, cioè ragione e fede siano inseparabili tra loro, anche se Atene, ha bisogno di essere guidata da Gerusalemme per non cadere in false verità. Ascoltiamo il servizio di Marina Tomarro.RealAudioMP3


La fede e la ragione messe a confronto, attraverso una rilettura particolare e attenta dei testi di Papa Benedetto XVI. Mons. Lorenzo Leuzzi, attraverso il suo libro “Atene e Gerusalemme di nuovo insieme”, ci offre una chiave di lettura portandoci a riflettere non solo sul perché la cultura laica attraversi momenti di crisi, ma anche perché quella cristiana, non riesce ad aiutarla a risollevarsi. Ascoltiamo il suo commento:

“La cultura laica è in crisi perché la forza della cultura laica è sempre stata quella di avere un retroterra di ispirazione cristiana. Nel momento in cui il cristianesimo ha perso la sua capacità di essere propositivo e di sostenere la cultura laica, sia la cultura laica che il cristianesimo sono entrati in crisi. Nello stesso tempo, però, c’è tutto un problema di rilancio del cristianesimo, che è quello che Benedetto XVI sta operando sul piano dottrinale, ma anche sul piano poi pastorale, nel senso che ripropone il cristianesimo come un’esperienza di Dio che incontra l’uomo nella sua situazione concreta, che è precisamente ciò che avviene nel battesimo, quando un uomo viene raggiunto direttamente da Dio. Per ora, in questo senso, l’esperienza cristiana rappresenta la via attraverso cui la società potrà rilanciare una vera laicità”.

E mons. Leuzzi spiega che è proprio attraverso questa nuova visione del cristianesimo che le università devono educare i giovani, per accompagnarli in un progressivo cammino di crescita che li porti ad essere i costruttori della nuova civiltà dell’ amore:

“La strada che i docenti sono chiamati oggi a percorrere per aiutare i giovani innanzitutto è quella di una formazione intellettuale. Senza una capacità di possedere categorie concettuali adeguate per poter capire la situazione, è chiaro che anche il percorso formativo dei giovani rischia di perdere quella consistenza e li porta ad essere vittime di progetti culturali e sociali che non sono poi realmente al servizio dell’uomo. E quindi direi che il primo servizio è quello di mettere in condizione i giovani di essere capaci di capire la situazione nella quale vivono”.







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