Nel Messaggio per la Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni il Papa invita
le comunità cristiane a non ripiegarsi su stesse per annunciare Cristo a tutto il
mondo
“Ogni cristiano è chiamato a testimoniare e ad annunciare il Vangelo” in un mondo
che vede “moltitudini” che non hanno ancora avuto “un vero incontro con Gesù Cristo”:
è quanto scrive il Papa nel Messaggio per la Giornata mondiale di preghiera per le
vocazioni, che sarà celebrata il prossimo 13 aprile sul tema: "Le vocazioni al servizio
della Chiesa-missione". Ce ne parla Sergio Centofanti:
Il Papa
inizia il Messaggio ricordando le parole di Gesù: “Andate dunque e ammaestrate tutte
le nazioni, battezzandole nel nome del Padre e del Figlio e dello Spirito Santo”.
“La Chiesa – scrive - è missionaria nel suo insieme e in ogni suo membro”. Ma – precisa
– “se in forza dei sacramenti del Battesimo e della Confermazione ogni cristiano è
chiamato a testimoniare e ad annunciare il Vangelo, la dimensione missionaria è specialmente
e intimamente legata alla vocazione sacerdotale”. E citando Giovanni Paolo II ribadisce
che “la vocazione speciale dei missionari ad vitam conserva tutta la sua validità”
perchè “rappresenta il paradigma dell'impegno missionario della Chiesa, che ha sempre
bisogno di donazioni radicali e totali, di impulsi nuovi e arditi” (Enc. Redemptoris
missio, 66).
Benedetto XVI sottolinea che “l’amore
di Cristo … va comunicato ai fratelli con gli esempi e con le parole”. Ringrazia quindi
i tanti missionari che annunciano Cristo e amministrano i sacramenti a costo della
vita affrontando pericoli e persecuzioni, ad imitazione del Maestro. Si pongono “al
servizio dei più piccoli, dei malati, dei sofferenti, dei poveri e di quanti attraversano
momenti difficili”. “Si tratta di testimonianze commoventi che possono ispirare tanti
giovani a seguire a loro volta Cristo e a spendere la loro vita per gli altri, trovando
proprio così la vita vera”. “Le statistiche – nota - testimoniano che il numero dei
battezzati aumenta ogni anno grazie all’azione pastorale di questi sacerdoti, interamente
consacrati alla salvezza dei fratelli”. “Attraverso i suoi sacerdoti, Gesù dunque
si rende presente fra gli uomini di oggi, sino agli angoli più remoti della terra”.
Benedetto XVI ricorda i sacerdoti fidei donum e i religiosi e le religiose di vita
contemplativa ed attiva che hanno “tuttora una parte importantissima nell’evangelizzazione
del mondo” (Decr. Ad gentes, 40). “Con la loro preghiera continua e comunitaria, i
religiosi di vita contemplativa intercedono incessantemente per tutta l’umanità; quelli
di vita attiva, con la loro multiforme azione caritativa, recano a tutti la testimonianza
viva dell’amore e della misericordia di Dio”. “Perché la Chiesa
possa continuare a svolgere la missione affidatale da Cristo e non manchino gli evangelizzatori
di cui il mondo ha bisogno – scrive ancora il Papa - è necessario che nelle comunità
cristiane non venga mai meno una costante educazione alla fede” dei giovani e degli
adulti, mantenendo “vivo nei fedeli un attivo senso di responsabilità missionaria
e di partecipazione solidale con i popoli della terra”. Esorta a pregare perché Dio
mandi operai nella sua messe: “solo in un terreno spiritualmente ben coltivato fioriscono
le vocazioni al sacerdozio ministeriale ed alla vita consacrata”. Il Papa chiama infine
tutte le comunità cristiane a non “ripiegarsi su se stesse” ma a vivere “intensamente
la dimensione missionaria del mistero della Chiesa” perché “il dono della fede chiama
tutti i cristiani a cooperare all’evangelizzazione”.