Lasciamo che la Parola di Dio illumini la nostra vita: l’esortazione di padre Cantalamessa
nella prima predica quaresimale in Vaticano, dedicata al mistero della predicazione
di Gesù
“Gesù incominciò a predicare – La Parola di Dio nella vita di Cristo”: è il tema della
prima predica di Quaresima, tenuta stamani in Vaticano da padre Raniero Cantalamessa
alla presenza del Papa e della Curia Romana. Il predicatore della Casa Pontificia
ha sottolineato che nella Messa possiamo davvero rivivere le parole e gli episodi
narrati dalla Bibbia. Un mistero, quello della predicazione di Gesù, che continua
nella Chiesa attraverso la quale Dio parla ai nostri cuori. Il servizio di Alessandro
Gisotti:
“Cristo
è presente nella sua parola, giacché è lui che parla quando nella Chiesa si legge
la Sacra Scrittura”: è quanto sottolineato da padre Cantalamessa, che nella sua prima
predica quaresimale ha ribadito che ogni interpretazione della parola di Dio deve
“commisurarsi con la vivente tradizione della Chiesa”. Il predicatore della Casa Pontificia
ha ricordato che con la predicazione di Gesù “comincia un tempo particolare di salvezza”.
Quindi, ha affermato che la predicazione “fa parte dei cosiddetti misteri della vita
di Cristo”:
"La predicazione di Gesù è dunque un
'mistero' perché non contiene solo la rivelazione di una dottrina, ma spiega il mistero
stesso della persona di Cristo; è essenziale per capire sia ciò che precede - il mistero
dell'incarnazione -, sia ciò che segue: il mistero pasquale. Senza la parola di Gesù,
essi sarebbero eventi muti". La predicazione di Gesù, ha aggiunto,
continua nella Chiesa. Dio, infatti, parla anche oggi nella Chiesa e parla nel Figlio.
Ma come possiamo ascoltare questa sua voce, si chiede padre Cantalamessa? “La rivelazione
divina è chiusa – ha rilevato – in un certo senso, non ci sono più parole di Dio”.
Ma ecco che scopriamo una speciale affinità tra Parola ed Eucaristia:
"Il
sacrificio di Cristo è finito e concluso sulla croce; in un certo senso, dunque, non
ci sono più sacrifici di Cristo; eppure sappiamo che c'è ancora un sacrificio ed è
l'unico sacrificio della Croce che si fa presente e operante nel sacrificio eucaristico;
l'evento continua nel sacramento, la storia nella liturgia. Una cosa analoga avviene
per la parola di Cristo: essa ha cessato di esistere come evento, ma esiste ancora
come sacramento". Con l’Incarnazione,
ha affermato, “l’evento adesso è una persona”. Alle realizzazioni provvisorie della
Parola di Dio nei profeti, infatti, “succede ora la realizzazione piena e definitiva”.
E’ vero, ha aggiunto padre Cantalamessa, “non ci sono più parole-evento nella Chiesa,
ci sono però parole-sacramento”:
"La parola che leggiamo
nella Bibbia, in se stessa, non è che un segno materiale (come l'acqua e il pane),
un insieme di sillabe morte, ma intervenendo la fede e l'illuminazione dello Spirito
Santo, attraverso tale segno noi entriamo misteriosamente in contatto con la vivente
verità e volontà di Dio e ascoltiamo la voce stessa di Cristo". Nelle
parole della Scrittura, è stata la riflessione di padre Cantalamessa, c’è “qualcosa
che agisce al di là di ogni spiegazione umana” e l’esperienza ce lo conferma. Ha così
rammentato la conversione di Sant’Agostino, che leggendo un passo della Lettera di
San Paolo ai Romani “sentì una luce di serenità balenargli nel cuore e capì che era
guarito dalla schiavitù della carne”. Oggi, ha proseguito, c’è un ambito in cui Gesù
parla in modo più solenne e sicuro. E’ la liturgia della parola nella Messa:
"Nella
Messa le parole e gli episodi della Bibbia non sono soltanto narrati, ma rivissuti;
la memoria diventa realtà e presenza. Ciò che avvenne 'in quel tempo', avviene 'in
questo tempo', 'oggi' (hodie) come ama esprimersi la liturgia. Noi non siamo soltanto
uditori della parola, ma interlocutori e attori in essa. È a noi, lì presenti, che
è rivolta la parola; siamo chiamati a prendere noi il posto dei personaggi evocati". La
predica del religioso si è conclusa con un’esortazione a non lasciare cadere nel vuoto
le parole di Dio che ogni giorno ascoltiamo nella Messa. Quasi sempre, ha detto, ce
n’è una destinata in particolare a noi che da sola “può illuminare l’intera nostra
giornata e illuminare la nostra preghiera”.