Il turismo al femminile al centro della BIT in corso a Milano
Il turismo può essere uno straordinario mezzo di promozione per la donna, ma anche
un mezzo ulteriore di costrizione. Sulla scia del tema della Giornata mondiale del
turismo, il convegno organizzato dall’arcidiocesi di Milano all’interno della BIT,
la Borsa Internazionale del Turismo, in corso nella capitale lombarda ha cercato di
proporre esempi concreti e positivi di come il turismo può essere chiave di sviluppo
per un territorio alle prese con problemi anche di legalità e occasione di affermazione
per il genio femminile. Il servizio di Fabio Brenna.
Questo
è l’obbiettivo - fra gli altri - del progetto Policoro promosso dalla Conferenza episcopale
italiana, attraverso una sorta di collaborazione-ponte fra diocesi del nord e quelle
del sud Italia, come ci spiega don Mario Lusek, direttore della
pastorale del turismo della CEI:
“La cosa interessante è proprio che
le cooperative che stanno sorgendo in quel territorio hanno nella donna una protagonista
principale. Perché? Perché la sensibilità del femminile nei confronti del dialogo,
dell’incontro, della possibilità di fare da ponte con le altre culture trova nella
femminilità un aspetto molto coinvolgente. Il motivo ispiratore del progetto Policoro
era quello, attraverso il lavoro, di togliere manovalanza alla microcriminalità, anche
quella diffusa locale, e di dare sbocchi di dignità attraverso il lavoro alle persone
che vivono nel posto”.
Sono già diverse le cooperative sorte all’interno
del progetto e alcune si occupano di turismo, in una regione come la Calabria che
ha molte risorse da sfruttare in questo campo. E’ il caso della cooperativa sociale
Hermes che ha ricevuto in gestione un vecchio carcere, riconvertito in ostello, cui
si è poi aggiunto un hotel. Il turismo come lavoro dove è fondamentale la fantasia
delle donne come ci spiega la presidente Katia Foti:
“C’è
soprattutto molta fantasia, perchè è molto importante riuscire a rimanere nel mercato.
Il nostro obiettivo è quello del cambiamento sociale. E’ anche un segno per la nostra
terra. Il primo marzo a Locri ci sarà questo grande evento, in cui andremo a far vedere
alla gente della nostra terra che, comunque, ci sono molte persone che ci sono vicine,
per dimostrare alla gente della nostra terra che spesso è sfiduciata, che noi ci siamo
e che qualcosa può cambiare”.
Esempi concreti e positivi di un turismo
che davvero diventa “porta aperta” per le donne e motivo per cui la Chiesa decide
di essere presente anche in un settore che sembrerebbe essere appannaggio solo del
disimpegno e del divertimento. Mons. Novatus Rugambwa è sottosegretario del Pontificio
Consiglio per i migranti e gli itineranti: “Se le donne sono coinvolte
siamo sicuri che, tramite il turismo, possano arrivare a ciò che è l’uguaglianza e
anche la promozione della loro dignità. La possibilità per la Chiesa di dare un volto
umano e cristiano a tutto ciò che è il turismo, a tutto ciò che è l’industria turistica
nel mondo”.