Gli armeni si lascino guidare dal Vangelo che ne ha segnato in modo profondo l’identità:
così, il Papa all’inaugurazione di una targa in Vaticano, in onore di San Gregorio
l’Illuminatore
Una circostanza provvidenziale per celebrare un grande Santo che, 17 secoli fa, “fece
degli Armeni un popolo cristiano”: Benedetto XVI ha definito così l’inaugurazione,
stamani, di una targa toponomastica in onore di San Gregorio armeno l’Illuminatore,
nel Cortilone Nord della Basilica di San Pietro. Alla cerimonia, presieduta dal Papa,
hanno preso parte numerose autorità politiche e personalità religiose, tra cui il
Patriarca di Cilicia degli Armeni, Nersès Bédros XIX. Tre anni fa, pochi mesi prima
della sua morte, Giovanni Paolo II aveva benedetto una grande statua di San Gregorio,
collocata in una delle nicchie del “Cortilone”. Nell’occasione, Benedetto XVI ha pronunciato
un discorso sull’eredità dell’apostolo della Chiesa armena, su cui ci riferisce Alessandro
Gisotti:
Un’occasione
per abbracciare la Chiesa e la nazione armena, come anche tutti gli armeni sparsi
nel mondo: è quanto affermato dal Papa, che ha sottolineato come la conversione degli
armeni, ad opera di San Gregorio, “sia un evento che ha segnato in modo profondo l’identità
armena, non solo a livello personale, ma dell’intera nazione”. Il popolo armeno, ha
rammentato, fu il primo ad essere ufficialmente cristiano. Di qui l’auspicio del Papa:
“Inaugurando
il 'Cortile San Gregorio l’Illuminatore', preghiamo perché il Popolo armeno, per intercessione
di questo suo illustre e benemerito figlio, continui a camminare sulle vie della fede
lasciandosi guidare, come ha fatto nel corso dei secoli, da Cristo e dal suo Vangelo,
che ne ha segnato in modo indelebile la cultura”.
Il termine “Illuminatore”
con cui San Gregorio viene denominato, ha detto il Papa, “mette in evidenza la duplice
funzione” che il Santo ebbe “nella storia della conversione armena”. “Illuminazione”,
ha spiegato, “è un termine che si usa nel linguaggio cristiano per indicare il passaggio
dalle tenebre alla luce di Cristo. Ed è, in verità, proprio Cristo il grande illuminatore
che irradia la sua luce su tutta l’esistenza di chi lo accoglie e lo segue fedelmente”:
“Ora,
San Gregorio fu detto l’Illuminatore proprio perché in lui si rifletteva in modo
straordinario il volto del Salvatore. La parola 'illuminazione' riveste anche un ulteriore
significato nell’accezione armena; indica la luce che deriva dalla diffusione della
cultura attraverso l’insegnamento”. Questo,
ha aggiunto il Papa, fa subito pensare a “quei monaci-maestri che, seguendo le orme
di San Gregorio, ne continuarono la predicazione, propagando in tal modo la luce della
verità evangelica, che rivela all’uomo la verità del suo stesso essere e ne dispiega
le ricche potenzialità culturali e spirituali”.