Tasso di inflazione record in Zimbabwe: superato il 100.000%
L’economia dello Zimbabwe, Paese una volta considerato il granaio dell’Africa, è sempre
più fuori controllo. Alla miseria e alle sofferenze della popolazione si aggiunge
adesso un nuovo e non invidiato record mondiale: secondo l’Ufficio centrale di statistica,
nello Stato africano il tasso ufficiale di inflazione ha superato a gennaio il 100.000%.
A questo dato si deve poi accostare quello riferito alla disoccupazione, arrivata
all’80%. Il detonatore della crisi, che si trascina ormai da oltre 8 anni, secondo
molti esperti occidentali è stata la riforma agraria del 2000. L’esproprio delle proprietà
dei possidenti bianchi ha provocato, infatti, il tracollo del settore agricolo. Il
crollo della produzione ha poi innescato ripercussioni sempre più gravi: la Banca
centrale ha più volte svalutato, ad esempio, la moneta nazionale arrivando ad introdurre
banconote che valgono fino a dieci milioni di dollari dello Zimbabwe. A dare un’ulteriore
spinta all’inflazione galoppante, secondo gli esperti, è stato anche l’uso – definito
disinvolto – del denaro pubblico in vista delle presidenziali del prossimo 29 marzo.
Nei giorni scorsi, intanto, la Commissione “Giustizia e Pace” dello Stato africano
aveva chiesto il rinvio delle elezioni precisando che mancano le condizioni perché
siano “libere e giuste”. L’esito della consultazione sembra scontato: il favorito
è l’attuale presidente Robert Mugabe, che oggi compie 84 anni e che è alla guida del
Paese da 28 anni. (A cura di Amedeo Lomonaco)