Prudenza e moderazione: il richiamo del Papa a tutte le parti coinvolte nella crisi
del Kosovo, ricevendo l’ambasciatore serbo per le Lettere credenziali
La crisi nel Kosovo: il Papa richiama le parti coinvolte alla prudenza e alla moderazione,
nel discorso rivolto all’ambasciatore serbo presso la Santa Sede, Vladeta Janković,
ricevuto stamane in Vaticano per la presentazione delle Lettere Credenziali. Il servizio
di Roberta Gisotti:
Ha premesso
Benedetto XVI che la Santa Sede dà grande valore ai rapporti diplomatici con la Serbia,
da qui “l’incoraggiamento a continuare gli sforzi per costruire un futuro di pace,
prosperità, riconciliazione e pacifica coesistenza nella regione, cosicché la Serbia
e i suoi vicini cerchino di prendere il loro posto adeguato all’interno dell’Europa”.
Quindi il monito del Papa: “Pochi Paesi nel continente europeo sono sfuggiti alle
devastazioni della guerra nell’ultimo secolo, e tutti possono imparare la lezione
del recente passato”. Poi il richiamo a lavorare per “un futuro più sicuro”, ricordando
“che l’identità e la ricca tradizione culturale” della Serbia, così come di tutte
le Nazioni europee, è profondamente radicata nell’eredità della fede cristiana”. “Conosco
– ha detto Benedetto XVI - quanto profondamente il popolo serbo abbia sofferto nel
corso dei recenti conflitti”, così pure le altre nazioni dei Balcani colpite dai tristi
eventi nell’ultima decade. La Santa Sede condivide “il fervido desiderio che la pace
che è stata raggiunta porti stabilità durevole nelle regione”. Da qui il richiamo
a “tutte le parti interessate” - riferendosi all’attuale crisi del Kosovo - ad agire
con prudenza e moderazione, e a cercare soluzioni che favoriscano mutuo rispetto e
riconciliazione”.
Per altro verso “la posizione
geografica della Serbia – ha osservato il Santo Padre - al confine tra la cristianità
orientale ed occidentale le dà un’opportunità unica di promuovere il dialogo ecumenico,
mentre la sua familiarità con l’Islam, attraverso il suo incontro con l’impero ottomano
e attraverso la presenza di molti musulmani oggi nella regione apre ricche possibilità
per il progresso nel dialogo interreligioso. Ambedue questi processi – ha rilevato
ancora il Papa - sono di estrema importanza per stabilire una più grande reciproca
comprensione e rispetto tra i popoli e le nazioni nel mondo moderno”
Da
parte sua l’ambasciatore serbo, ha detto di sperare nel sostegno della Santa Sede
nelle sue aspirazioni di integrazione europea, rivendicando “lo stesso trattamento
che è stato accordato ad ogni altro Paese cristiano libero, indipendente e democratico,
il che significa – ha rimarcato il diplomatico di Belgrado – che la sua integrità
territoriale e sovranità, inclusa la provincia meridionale del Kosovo, deve essere
rispettata”.