2008-02-21 14:58:08

Convegno a Roma di architetti, liturgisti ed esperti di storia dell’arte sacra, sulle linee da seguire nella costruzione di nuove chiese


Quale deve essere il punto di partenza nella costruzione di una nuova chiesa? La pianta, la facciata, lo stile? E’ una questione che la Conferenza episcopale e le diocesi italiane si sono poste spesso, dopo la riforma conciliare. E ieri, quella domanda è stata al centro di un seminario di studi organizzato proprio dalla CEI e svoltosi a Roma con la partecipazione di architetti, liturgisti ed esperti di storia dell’arte sacra, i tre settori più direttamente coinvolti. “Nonostante tutto l’impegno – ha notato il segretario generale della CEI, mons. Giuseppe Betori – bisogna riconoscere che non sempre la riforma liturgica è stata interpretata correttamente e tradotta fedelmente”. Ad esempio, ha sottolineato il vescovo, uno dei problemi maggiori “consiste nel garantire allo spazio sacro il suo orientamento forte verso l’altare, senza fargli perdere la qualità, altrettanto determinante, di spazio per l’assemblea che partecipa attivamente alla celebrazione del mistero”. “Nel progettare e costruire una nuova chiesa – ha aggiunto monsignor Giuseppe Busani, già direttore dell’ufficio liturgico della CEI – il punto di partenza non sarà l’ideazione di un tetto e di un pavimento e neppure semplicemente di una facciata. Si dovrà pensare innanzitutto ai ‘poli celebrativi’ (ambone, altare, battistero), attorno ai quali si attua quel singolare modo di essere che è l’azione liturgica corrispondente”. Come dire che il primato è sempre della liturgia, a servizio della quale architettura, scultura e tutte le altre arti devono porsi. (A cura di Mimmo Muolo) RealAudioMP3







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