In seguito ai pesanti combattimenti tra truppe governative e ribelli nella capitale
del Ciad, N’Djamena, migliaia di rifugiati hanno attraversato il confine con il Camerun,
rifugiandosi nell’est del Paese. Si stima che tra i 10 e i 20 mila ciadiani, secondo
dati non ufficiali, abbiano trovato rifugio nel Camerun settentrionale. Stando alle
informazioni disponibili, continuano ad essere trasferiti migliaia di profughi ciadiani
da giorni a Kousséri, città situata al confine con il Ciad. Da questa città (divisa
da N’Djamena solo dal fiume Chari), arrivano nel campo di Maltam per ricevere assistenza,
a 35 chilometri più all’interno in territorio camerunense. Maurizio Giuliano dell’Ufficio
di coordinamento per gli affari umanitari dell’ONU (OCHA), raggiunto dall’agenzia
Misna, ha affermato che “la situazione in Camerun è sotto controllo”; “stiamo procedendo
– ha aggiunto - al censimento dei rifugiati rimasti, mentre vengono trasferiti a Maltam”.
Sembra invece più preoccupante la situazione nell’est e nel sud del Ciad, dove dai
primi giorni di gennaio sono giunti migliaia di civili dalla Repubblica Centraficana.
Secondo i dati dell’OCHA, ad oggi, il totale dei profughi è di 52 mila persone. I
rifugiati si trovano nella città di Moissala, per essere successivamente trasferiti
verso il campo di rifugiati a Dosseye, nel sud-ovest della Repubblica del Ciad. Nella
parte orientale dello Stato africano, 240 mila rifugiati sudanesi, ospitati all’interno
di 12 campi e arrivati dalla regione sudanese del Darfur, da settimane aspettano di
essere rimpatriati nel loro Paese. (M.B.)