L’arcivescovo di Parigi auspica uno status giuridico per l'embrione
In un’intervista rilasciata al quotidiano francese “Ouest-France”, l’arcivescovo di
Parigi, cardinale André Vingt-Trois, afferma che la Chiesa cattolica si impegnerà
nel dibattito sulla bioetica. Una sessantina di vescovi stanno già affrontando la
questione in un incontro organizzato dalla Commissione dottrinale dei presuli francesi.
Il convegno, che si concluderà domani, ha come titolo “Gli inizi della vita umana:
aspetti scientifici, etici, giuridici per un discernimento pastorale”. Secondo il
cardinale Vingt-Trois, i temi primari della bioetica riguardano l’intera esistenza
umana, dal concepimento del bambino fino alla sua morte naturale. “Tutti gli uomini
– sostiene il porporato – devono riflettere su questo punto, perché si tratta dell’avvenire
stesso dell’umanità”. Per il porporato, il principio fondamentale sul quale si deve
basare il dibattito etico, è il rispetto assoluto della vita umana, in nome della
sua intrinseca dignità. “Sulle cellule staminali embrionali, il cardinale Vingt-Trois
pensa che si sia voluto illudere l’opinione pubblica, promettendo la guarigione dal
morbo di Parkinson e dall’Alzheimer. Ma dopo anni di ricerche, afferma il porporato,
non si vedono, per il momento, progressi notevoli, contrariamente agli studi sulle
cellule staminali adulte. “L’alibi terapeutico – afferma l’arcivescovo – non ha fondamento.
In compenso, si assiste ad una ‘corsa al brevetto’ nei grandi laboratori”. Riguardo
poi al prelievo di cellule senza la distruzione dell’embrione, il porporato sottolinea
che “la prospettiva è ancora lontana. Il cardinale Vingt-Trois ribadisce infine la
posizione della Chiesa, ossia agire come se l’embrione fosse una persona: “Si proteggono
le specie animali a rischio – conclude - dobbiamo proteggere l’uomo!”. (I.P.)