I vescovi statunitensi condannano le nuove leggi sull’immigrazione
Le leggi sull’immigrazione negli Stati Uniti non difendono i diritti dei lavoratori.
E’ quanto dichiara il vescovo di Salt Lake City, mons. John Wester, presidente del
Comitato per le migrazioni della Conferenza episcopale americana, commentando la recente
approvazione, da parte dei rami del Congresso, di un pacchetto economico con incentivi
per impedire i rimborsi sulle tasse agli immigrati ancora sprovvisti di documenti.
Il governo statunitense – sottolinea il presule – cerca di espellere i lavoratori
senza rinunciare alle tasse che pagano. Secondo mons. John Wester, le due posizioni
sono inconciliabili: non si dovrebbe accettare – afferma infatti il vescovo di Salt
Lake City - “il frutto del lavoro di queste persone e rifiutare, allo stesso tempo,
di assicurare loro la protezione delle leggi”. Negli Stati Uniti, la questione cruciale
dell’immigrazione riguarda soprattutto la frontiera con il Messico. In una simile
situazione – fa notare Carl Anderson, cavaliere supremo dei Cavalieri di Colombo,
in un articolo pubblicato nell’ultimo numero dalla rivista “Humanitas” – la comunità
cattolica “ha un’opportunità unica di decidere il futuro del Continente americano
senza lasciarsi limitare dai pregiudizi del passato”. Oggi dovrebbero essere i cattolici
dei due lati della frontiera – precisa Anderson – a prendere “l’iniziativa di realizzare
una soluzione cattolica ai problemi della povertà e di promuovere le opportunità economiche
ed educative per i più poveri nella regione, soprattutto per quelli del Messico”.
“Quello che accade in America - si legge infine nell’articolo ripreso dal quotidiano
della Santa Sede, ‘L’Osservatore Romano’ – avrà un profondo impatto sulla Chiesa e
sul mondo”. (A.L.)