2008-02-20 14:48:28

Germania, Austria e Norvegia riconoscono il Kosovo


A tre giorni dalla proclamazione unilaterale di indipendenza dalla Serbia, il Kosovo è ancora al centro del dibattito internazionale. Iniziano ad arrivare le prime posizioni ufficiali dei Paesi europei, mentre sul terreno balcanico è tensione. Il servizio di Salvatore Sabatino: RealAudioMP3


Restano sigillati i posti di frontiera tra la Serbia e il nord del Kosovo, presi ieri di mira dalla collera di oltre mille serbi, mentre l’attenzione è già puntata su Belgrado, dov’è stata convocata per domani una grande manifestazione di protesta. E la secessione di Pristina continua a pesare sulla diplomazia internazionale: la Germania riconosce il Kosovo come Stato indipendente, attraverso una lettera indirizzata dal presidente Koehler alle autorità di Pristina; hanno annunciato il riconoscimento anche Norvegia e Austria mentre il Regno Unito ha già nominato il proprio ambasciatore in Kosovo; in Italia sarà, invece, un apposito Consiglio dei Ministri, convocato per domattina a Roma, a decidere sulla questione. A Pristina, intanto, l'olandese Pieter Feith ha assunto oggi il proprio mandato di rappresentante speciale di Bruxelles e responsabile della missione Eulex, incaricata di accompagnare la fase di avvio della secessione. Ma a contendersi la scena internazionale, su due posizioni contrapposte, sono ancora una volta Washington e Mosca. Da una parte l’amministrazione Bush parla di importante traguardo per la democrazia nell’area balcanica; sull’altro fronte, Putin definisce “illegale e pericolosa per gli equilibri internazionali” l’indipendenza unilaterale del Kosovo. Ma quali ripercussioni potrà avere la questione kosovara sui rapporti tra Russia e Stati Uniti? Ennio Remondino, inviato del Tg1 Rai a Pristina:RealAudioMP3

 
R. – Certamente, i rapporti tra Russia e Stati Uniti, che già erano tesi per altri motivi, attorno a questo contenzioso si stanno esaltando. Difficile capire quanto sia strumentale il sostegno di Mosca alla Serbia. Quindi, cogliere l’occasione della vicenda Kosovo per portare avanti la partita vera che è quella dello scudo spaziale, delle postazioni missilistiche che sono state progettate ai confini con la Russia e in realtà, appunto, vedere se le questioni kosovare siano soltanto uno strumento. Comunque, resta il fatto che la comunità internazionale ha espresso le sue divisioni interne: l’opportunismo di chi ha minoranze etniche secessioniste all’interno e, per l’altro verso, l’opportunismo di chi ha inseguito la linea politica americana.

 
D. – Tutto questo mentre ovviamente la tensione è altissima. Ieri ci sono già stati degli incidenti. Qual è la situazione oggi?

 
R. – La situazione oggi è apparentemente calma. C’è la protesta serba che si ripete. Bisogna vedere il tipo di escalation che potrà determinarsi. Diciamo che il tono della protesta sino ad oggi è stato sempre molto più basso di quanto temuto, ma non è detto che non possa inasprirsi in seguito con un’interferenza magari di gruppi non esattamente pacifisti, che vogliono dimostrare l’opposizione a questa secessione in maniera diversa dalla protesta pacifica.







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