A 10 anni dal viaggio di Giovanni Paolo II la visita a Cuba del cardinale Bertone,
partito oggi da Roma all’indomani della rinuncia di Fidel Castro a guidare il Paese
E’ partito questa mattina dall’aeroporto di Fiumicino il cardinale Tarcisio Bertone,
segretario di Stato vaticano, diretto a L’Avana, nel decimo anniversario del memorabile
viaggio apostolico di Giovanni Paolo II a Cuba. Clima di attesa nell’isola caraibica,
dopo lo storico avvicendamento tra Fidel Castro e il fratello Raul, a quasi mezzo
secolo dalla vittoria della rivoluzione castrista nel 1959. Il servizio di Roberta
Gisotti:
Una
benedizione speciale del Papa per tutti i cubani, per tutta la popolazione: è il dono
che il porporato porterà nell’isola caraibica, dove domani inizierà la sua visita
di sei giorni fino a martedì prossimo 26 febbraio, con un programma fitto d’incontri
con la comunità ecclesiale - vescovi, sacerdoti, religiosi e religiose, seminaristi
e laici - e di colloqui con le autorità politiche e civili. “Pregherò - ha anticipato
il cardinale Bertone alla stampa – per la Chiesa, per il popolo cubano compresi i
leader politici”, ed anche “per lo sviluppo positivo di quella realtà complessa ma
anche promettente”. “Speriamo – ha inoltre aggiunto il segretario di Stato vaticano
– di instaurare un tavolo di lavoro che sia poi positivo” e che “dopo questa mia visita
ci sia qualche buon frutto”.
Grande attesa, dunque,
tra i fedeli cubani e tra gli osservatori internazionali per questa visita che giunge
a ridosso della rinuncia di Fidel Castro dopo 49 anni interrotti alla guida del Paese.
Niente appare però ancora certo sulla sua successione, sui possibili cambiamenti ai
vertici di governo e sulle ripercussioni nella vita del Paese ed anche nei rapporti
con la comunità internazionale. Cauti gli Stati Uniti, per ora niente modifiche all’embargo
economico, nella speranza – ha detto il presidente Bush - che il ritiro del ‘lider
maximo’ “apra un periodo di transizione democratica” e che a Cuba si svolgano elezioni
“veramente libere”.
In questo contesto di possibili
importanti rivolgimenti per il popolo cubano giungerà a L’Avana il cardinale Tarcisio
Bertone, cui oggi la stampa ufficiale cubana dedica ampio risalto. Helene Destombes
ha intervistato il nunzio apostolico a Cuba, l’arcivescovo Luigi Bonazzi: R.
– La visite se produit dans un contexte… La visita si tiene in un contesto,
che vedrà un caloroso benvenuto da parte delle autorità dello Stato ed evidentemente
un caloroso benvenuto da parte della Chiesa intera e, quindi, dei vescovi e dei fedeli.
In questo contesto, caratterizzato da questo sentimento di amicizia, penso che ci
troveremmo nelle migliori condizioni affinché questa visita possa portare dei buoni
frutti. Io stesso sono curioso di vedere come questo avvenimento - la visita del cardinale
Bertone - si svolgerà.
D. – Qual è oggi lo stato
delle relazioni tra la Chiesa cattolica cubana e il potere e quale è stata la sua
evoluzione negli ultimi anni?
R. – C’est une relation
qui... Sono delle relazioni che sono cresciute e sempre a favore della dimensione
del rispetto e della fiducia. Lasciando da parte una certa diffidenza, un certo sospetto
che è potuto esistere in passato, in alcune occasioni, come se la Chiesa fosse un
avversario del potere. Ma oggi si è compreso e si apprezza che la Chiesa è presente
a Cuba per compiere la sua missione, che è anzitutto quella del Vangelo. Certamente
si tratta di una missione che non si può certo dissociare dalla promozione umana e
quindi allontanarsi dall’attenzione alla situazione concreta e a quelli che sono i
bisogni della popolazione. Il desiderio che c’è forte fra la gente è un desiderio
di rispetto delle proprie espressioni, è un desiderio di cambiamento. Una parola,
questa, che è circolata molto in questo ultimo anno, il 2007, a Cuba. Il cambiamento
per la Chiesa, probabilmente, è quello legato alla realizzazione di una sempre maggiore
fiducia, che possa permettere di ampliare lo spazio della libera espressione e della
libertà stessa.