Benedetto XVI ai superiori delle congregazioni religiose: la crisi della modernità
che intacca gli Istituti religiosi si contrasta riscoprendo lo spirito dei carismi
Se il processo di secolarizzazione non ha risparmiato neppure le comunità religiose,
la fedeltà - ricercata - ai propri carismi è la strada per rivitalizzare la spiritualità
di ogni famiglia religiosa. E’ la direzione indicata da Benedetto XVI nell’incontro
avvenuto ieri nel Palazzo Apostolico con i membri del Consiglio per i Rapporti tra
la Congregazione per gli Istituti di vita consacrata e le Società di vita apostolica
e le Unioni internazionali dei Superiori e delle Superiori generali (USG e UISG).
I particolari dell’intervento del Pontefice, reso noto oggi, nel servizio di Alessandro
De Carolis:
La mentalità
dilagante, in molte società, che nega o marginalizza l’importanza di Dio e del sacro
non può non allungare la propria ombra anche sui luoghi nei quali vive chi ha fatto
di Dio una scelta radicale di vita. Benedetto XVI lo ha riconosciuto schiettamente:
la “stanchezza” spirituale e carismatica è un preoccupante segno dei tempi che “non
risparmia” purtroppo “nemmeno le comunità religiose”. E tuttavia, non mancano gli
uomini e le donne che anche oggi restano attratti dalla prospettiva di seguire le
orme di grandi Santi e di imitarne la generosità nel seguire il Vangelo sine glossa.
Il Papa ha dato ampio spazio all’analisi critica delle difficoltà che incontrano gli
Istituti religiosi, maschili e femminili, all’inizio del 21.mo secolo. “Avvertiamo
tutti - ha constatato - come nella moderna società globalizzata divenga sempre più
difficile annunciare e testimoniare il Vangelo”. E “se questo vale per tutti i battezzati
- ha aggiunto - a più forte ragione è vero per le persone che Gesù chiama alla sua
sequela in modo più radicale attraverso la consacrazione religiosa”.
Nonostante
queste negative influenze, sottolineate peraltro dalla riduzione di vocazioni, Benedetto
XVI ha invitato a non “lasciarsi prendere dallo scoraggiamento” perché, oltre le “non
poche nubi” che si addensano all’orizzonte della vita religiosa, “stanno emergendo,
ed anzi sono in costante crescita - ha rilevato - segnali di un provvidenziale risveglio,
che suscita motivi di consolante speranza”. La vita missionaria attiva come la clausura
continuano ad esercitare il loro fascino su ragazzi e ragazze, tanto negli Istituti
di antica nascita quanto nelle “nuove esperienze di Vita consacrata”. La scelta della
perfezione evangelica, dunque, è frutto per il Papa di un valore sopra tutti gli altri:
“Riscoprire lo spirito delle origini, approfondire la conoscenza del Fondatore o della
Fondatrice”. Questo, ha detto, “ha aiutato ad imprimere agli Istituti un promettente
nuovo impulso ascetico, apostolico e missionario. Ci sono opere ed attività secolari
che sono state così rivitalizzante da nuova linfa; ci sono nuove iniziative di autentica
attuazione del carisma dei Fondatori. E’ su questa strada - ha concluso il Papa -
che occorre continuare a camminare, pregando il Signore perché porti a pieno compimento
l’opera da Lui iniziata”.