SPAGNA Il vescovo di Siguenza-Guadalajara riafferma il diritto della Chiesa di parlare
su temi di pubblico interesse
SIGUENZA, 18feb08 - Con una lettera indirizzata ai fedeli, mons. José Sánchez, vescovo
della Diocesi di Sigüenza-Guadalajara, afferma che l’Episcopato spagnolo non pretende
di intervenire nel dibattito politico; tuttavia, esso non può rinunciare al diritto
di parlare liberamente sui temi di pubblico interesse. “In seguito all’ultima Nota
della Commissione Permanente della Conferenza Episcopale Spagnola, pubblicata il 30
gennaio – scrive il presule – si è acceso un tale dibattito che mi sento obbligato
a dare una spiegazione a coloro che appartengono alla mia diocesi”. Ricordando la
propria appartenenza alla Commissione permanente dei vescovi spagnoli, e quindi la
propria corresponsabilità nella stesura della Nota, mons. Sánchez afferma che non
compete ai presuli “intervenire nella politica dei partiti, né nella stesura di leggi,
decreti, sentenze o norme dell’ambito civile”; tuttavia, il vescovo di Sigüenza-Gaudalajara
ribadisce che “il nostro luogo per parlare non è solo il pulpito o la sacrestia. Noi
ci interessiamo ai temi del mondo in cui viviamo, al quale apparteniamo e in cui abbiamo
una responsabilità e un nostro compito”. “In base ad esso – continua il presule –
noi offriamo, senza mai imporli, alcuni criteri di discernimento che ci derivano dal
modo con cui consideriamo la naturalezza delle cose e la giusta ragione, rafforzate
dai principi del Vangelo che si sviluppano nella Dottrina sociale della Chiesa”. “Mai,
neanche ora – aggiunge mons. Sánchez – intendiamo imporre né raccomandare il voto
per un determinato partito politico. La scelta elettorale è una responsabilità personale”.
Ricordando infine i punti principali della Nota dell’Episcopato (ovvero la vita umana
dal concepimento alla morte naturale; il matrimonio e la famiglia come istituzioni;
l’educazione sia come libertà che come responsabilità primaria dei genitori; il terrorismo;
la disoccupazione), il presule riconosce che essa “è perfettibile, come tutte le
cose umane”, ma lamenta “la reazione da parte dell’autorità, di determinati mass media
e di alcuni ambienti sociali”, mirante a “dividere e declassare l’Episcopato”. (Aciprensa
–PIRO)