Oggi il Kosovo proclama l'indipendenza dalla Serbia
Giornata cruciale oggi per il Kosovo. Il parlamento di Pristina, convocato per le
15 in seduta straordinaria, decreterà l’indipendenza unilaterale dalla Serbia. Nella
riunione, l’Assemblea voterà anche l’approvazione dei “simboli del nuovo Stato” per
“compiere – ha detto il premier Thaci- la volontà del popolo kosovaro”. Una scelta
che Belgrado, appoggiata dalla Russia, non approva; il vicepremier Delic e diversi
ministri del governo saranno oggi nelle zone kosovare dove risiede la minoranza serba
per portare il loro sostegno. Attesa anche per il messaggio televisivo del premier
serbo Kostunica, acceso oppositore dell’indipendenza di Pristina. Intanto il presidente
Bush, dalla Tanzania dove è in visita, ha detto di essere favorevole alla nascita
di un Kosovo “sotto la supervisione internazionale”. Infine nelle prossime settimane
sarà operativa la missione civile approvata ieri dall’Unione Europea. Ma che Stato
sarà l’annunciato nuovo Kosovo? Giada Aquilino, lo ha chiesto al prof. Roberto
Morozzo della Rocca, docente di Storia dell’Europa Orientale all’Università di
Roma Tre: R.
- Sulle prime sarà uno Stato con una economia che non esiste: gli albanesi vivono
di rimesse dell’emigrazione e continueranno a emigrare sempre più dal Kosovo. Poi,
c’è il problema diplomatico di avere rapporti sostenibili con i Paesi vicini, non
tanto con l’Albania, ma con il Montenegro e la Serbia che hanno, in contatto con il
Kosovo, o buona parte dei suoi confini.
D. - La Serbia
ha già fatto sapere che cambieranno le relazioni con i Paesi che riconosceranno il
Kosovo indipendente. Come si prospettano i futuri assetti geopolitici balcanici e
europei in genere?
R. - La Serbia ha fatto tutto
sommato dichiarazioni distensive perché ridurre il livello dei rapporti diplomatici
può significare che invece di un ambasciatore sia un incaricato di affari a Parigi,
a Roma, per qualche tempo: non ha fatto nessun cenno a reazioni militari, che tra
l’altro non sarebbe in grado di effettuare. Quindi, tutto sommato, sono reazioni abbastanza
blande.
D. - All’interno dei Balcani come cambieranno
gli assetti?
R. - I Balcani sono questa volta un
punto interrogativo, perché c’è la questione della Macedonia e la questione della
Bosnia. La Macedonia ha una minoranza albanese molto combattiva che alla lunga può
pensare a una divisione della Macedonia tra la parte slava e la parte albanese. La
Bosnia ha la Repubblica Srpska dei serbi che potrebbe chiedere un distacco dalla Bosnia
e un’unione con Belgrado, oppure un’indipendenza e quindi c’è il rischio di nuove
separazioni all’interno dei Balcani dopo la vicenda del Kosovo. Questo però non è
un rischio immediato, è qualcosa che si vedrà a medio termine.