2008-02-17 16:29:38

Il Kosovo ha proclamato l'indipendenza. La protesta di Belgrado


Il Kosovo è da questo momento "uno Stato indipendente, sovrano e democratico". Lo ha dichiarato oggi pomeriggio il presidente del parlamento di Pristina Jakup Krasniqi di fronte all'assemblea che ha accolto con una acclamazione in piedi la proposta di dichiarazione unilaterale di indipendenza dalla Serbia, letta in aula dal primo ministro Hashim Thaci. Il presidente serbo Boris Tadic ha detto che il suo Paese non riconoscerà mai l'indipendenza del Kosovo. Da parte sua il primo ministro serbo Vojislav Kostunica ha duramente condannato la proclamazione unilaterale d'indipendenza del Kosovo, definendolo ''un falso Stato'', e accusando gli Stati Uniti per il loro appoggio agli indipendentisti e la loro disponibilita' a ''violare l'ordinamento internazionale per i loro interessi militari''.

Intanto Abkhazia e Ossezia del sud, le due repubbliche autonome della Georgia che da tempo si dichiarano unilateralmente indipendenti da Tbilisi, hanno annunciato che dopo il caso del Kosovo chiederanno il riconoscimento ufficiale della loro sovranità al Consiglio federale (senato) della
Federazione russa e al Consiglio di sicurezza dell'Onu.

Ma che Stato sarà il Kosovo indipendente? Giada Aquilino, lo ha chiesto al prof. Roberto Morozzo della Rocca, docente di Storia dell’Europa Orientale all’Università di Roma Tre:RealAudioMP3
 
R. - Sulle prime sarà uno Stato con una economia che non esiste: gli albanesi vivono di rimesse dell’emigrazione e continueranno a emigrare sempre più dal Kosovo. Poi, c’è il problema diplomatico di avere rapporti sostenibili con i Paesi vicini, non tanto con l’Albania, ma con il Montenegro e la Serbia che hanno, in contatto con il Kosovo, o buona parte dei suoi confini.

 
D. - La Serbia ha già fatto sapere che cambieranno le relazioni con i Paesi che riconosceranno il Kosovo indipendente. Come si prospettano i futuri assetti geopolitici balcanici e europei in genere?

 
R. - La Serbia ha fatto tutto sommato dichiarazioni distensive perché ridurre il livello dei rapporti diplomatici può significare che invece di un ambasciatore sia un incaricato di affari a Parigi, a Roma, per qualche tempo: non ha fatto nessun cenno a reazioni militari, che tra l’altro non sarebbe in grado di effettuare. Quindi, tutto sommato, sono reazioni abbastanza blande.

 
D. - All’interno dei Balcani come cambieranno gli assetti?

 
R. - I Balcani sono questa volta un punto interrogativo, perché c’è la questione della Macedonia e la questione della Bosnia. La Macedonia ha una minoranza albanese molto combattiva che alla lunga può pensare a una divisione della Macedonia tra la parte slava e la parte albanese. La Bosnia ha la Repubblica Srpska dei serbi che potrebbe chiedere un distacco dalla Bosnia e un’unione con Belgrado, oppure un’indipendenza e quindi c’è il rischio di nuove separazioni all’interno dei Balcani dopo la vicenda del Kosovo. Questo però non è un rischio immediato, è qualcosa che si vedrà a medio termine.







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