Il Kosovo ha proclamato l'indipendenza. La protesta di Belgrado
Il Kosovo è da questo momento "uno Stato indipendente, sovrano e democratico". Lo
ha dichiarato oggi pomeriggio il presidente del parlamento di Pristina Jakup Krasniqi
di fronte all'assemblea che ha accolto con una acclamazione in piedi la proposta di
dichiarazione unilaterale di indipendenza dalla Serbia, letta in aula dal primo ministro
Hashim Thaci. Il presidente serbo Boris Tadic ha detto che il suo Paese non riconoscerà
mai l'indipendenza del Kosovo. Da parte sua il primo ministro serbo Vojislav Kostunica
ha duramente condannato la proclamazione unilaterale d'indipendenza del Kosovo, definendolo
''un falso Stato'', e accusando gli Stati Uniti per il loro appoggio agli indipendentisti
e la loro disponibilita' a ''violare l'ordinamento internazionale per i loro interessi
militari''.
Intanto Abkhazia e Ossezia del sud, le due repubbliche autonome
della Georgia che da tempo si dichiarano unilateralmente indipendenti da Tbilisi,
hanno annunciato che dopo il caso del Kosovo chiederanno il riconoscimento ufficiale
della loro sovranità al Consiglio federale (senato) della Federazione russa e
al Consiglio di sicurezza dell'Onu.
Ma che Stato sarà il Kosovo indipendente?
Giada Aquilino, lo ha chiesto al prof. Roberto Morozzo della Rocca,
docente di Storia dell’Europa Orientale all’Università di Roma Tre: R.
- Sulle prime sarà uno Stato con una economia che non esiste: gli albanesi vivono
di rimesse dell’emigrazione e continueranno a emigrare sempre più dal Kosovo. Poi,
c’è il problema diplomatico di avere rapporti sostenibili con i Paesi vicini, non
tanto con l’Albania, ma con il Montenegro e la Serbia che hanno, in contatto con il
Kosovo, o buona parte dei suoi confini.
D. - La Serbia
ha già fatto sapere che cambieranno le relazioni con i Paesi che riconosceranno il
Kosovo indipendente. Come si prospettano i futuri assetti geopolitici balcanici e
europei in genere?
R. - La Serbia ha fatto tutto
sommato dichiarazioni distensive perché ridurre il livello dei rapporti diplomatici
può significare che invece di un ambasciatore sia un incaricato di affari a Parigi,
a Roma, per qualche tempo: non ha fatto nessun cenno a reazioni militari, che tra
l’altro non sarebbe in grado di effettuare. Quindi, tutto sommato, sono reazioni abbastanza
blande.
D. - All’interno dei Balcani come cambieranno
gli assetti?
R. - I Balcani sono questa volta un
punto interrogativo, perché c’è la questione della Macedonia e la questione della
Bosnia. La Macedonia ha una minoranza albanese molto combattiva che alla lunga può
pensare a una divisione della Macedonia tra la parte slava e la parte albanese. La
Bosnia ha la Repubblica Srpska dei serbi che potrebbe chiedere un distacco dalla Bosnia
e un’unione con Belgrado, oppure un’indipendenza e quindi c’è il rischio di nuove
separazioni all’interno dei Balcani dopo la vicenda del Kosovo. Questo però non è
un rischio immediato, è qualcosa che si vedrà a medio termine.