Chiusa a Pavia la fase diocesana della causa di beatificazione di don Enzo Boschetti
A quindici anni dalla sua scomparsa, si chiude la fase diocesana della causa di beatificazione
del Servo di Dio don Enzo Boschetti. “Ciò che abbiamo iniziato con trepidazione e
speranza lo compiamo oggi con gioia”, ha commentato mons. Giovanni Giudici, vescovo
di Pavia, città natale del sacerdote, durante la solenne liturgia tenutasi ieri nella
chiesa cittadina di Santa Maria del Carmine. “Dopo l’ascolto dei testimoni e la raccolta
degli scritti – ha aggiunto - siamo persuasi che don Enzo ha percorso il tratto di
vita che gli era stato assegnato con una straordinaria fedeltà al Vangelo”. Una devozione
alla missione assegnatagli da Cristo che – si legge sull’Avvenire - ha visto il frate
carmelitano dedicarsi in particolare ai ragazzi: per loro nel 1971 fondava la Comunità
Casa dei Giovani, “una piccola opera – scriveva il Beato – fondata sull’amore di Dio
e dei fratelli all’insegna dell’amicizia e della bontà, del rispetto e della corresponsabilità”.
Un’opera che lo rese “pioniere nel recupero dalla droga” - come lo descrive un volume
a lui dedicato di recente pubblicazione - padre, predicatore, direttore spirituale,
maestro di vita”. E poi ancora “il sacerdote della strada, l’uomo della speranza,
il don Bosco di Pavia”. In un incontro aperto alla città, lo scorso venerdì, il cardinale
Ersilio Tonini si è detto profondamente colpito dalla figura di don Boschetti. “Nella
vita di quest’uomo c’è qualcosa di singolare, qui abbiamo un uomo mistico” ha detto
ai presenti l’arcivescovo emerito di Ravenna-Cervia, ed ha concluso: “Questi sono
i tesori di cui ora occorre avvalersi”. (CDL)