2008-02-16 15:59:24

Domani la proclamazione unilaterale dell'indipendenza del Kosovo dalla Serbia


Vigilia di indipendenza per il Kosovo, che domani verrà dichiarata in modo unilaterale dalla Serbia. La conferma è arrivata dallo stesso premier kosovaro, Thaci, nel giorno in cui l’Unione Europea ha deciso l’invio nella provincia a maggioranza albanese di una missione civile, attesa nelle prossime settimane. Il nostro servizio:RealAudioMP3


“Domani la volontà del popolo sarà eseguita”. Sono le parole che mettono fine alla ridda di voci riguardo alla dichiarazione di indipendenza del Kosovo. Parole pronunciate dal premier, Hashim Thaci, alla vigilia della proclamazione unilaterale e dal conseguente distacco dalla Serbia. Un passaggio, che avverrà alle 15 di domani durante la seduta straordinaria del parlamento, ma segnato dalla netta opposizione di Belgrado che ha dalla sua parte la Russia di Putin. Pristina ha già approvato, ieri, una mozione per adottare in 24 ore le leggi necessarie alla proclamazione dell'indipendenza sulla base delle raccomandazioni contenute nel piano del mediatore ONU, Ahtisaari. All’interno dell’Unione Europea, si segnalano diverse divisioni sulla dichiarazione unilaterale: contrari Cipro, Romania, Slovacchia, Grecia, Bulgaria e Spagna. Italia, Gran Bretagna, Germania e Francia, coinvolti nei negoziati passati sul Kosovo insieme a Stati Uniti e Russia, saranno invece i capofila del riconoscimento che potrebbe scattare già lunedì sera. Intanto, i 27 hanno dato il via libera al dispiegamento della missione civile EULEX, composta da duemila uomini: tra questi, anche 250 tra giudici e magistrati. Compito del contingente sarà quello di accompagnare la provincia amministrata dall’ONU verso una struttura autonoma. EULEX, bocciata come “occupazione” dal leader serbo kosovaro Ivanovic, si affiancherà inizialmente alla missione UNMIC delle Nazioni Unite e si aggiungerà come presenza sul territorio al contingente NATO. Intanto, per le strade di Pristina si respira un’atmosfera diversa: non c’è tensione, ma solo tante bandiere con l'aquila nera d'Albania innalzate su ogni balcone.

Africa- Bush
Un accordo sulla divisione del potere in Kenya per mettere fine all’ondata di violenze. E’ l’auspicio del presidente americano Bush, espresso in Benin prima tappa del suo tour africano che lo porterà a toccare altri Paesi quali la Tanzania, Rwanda, Ghana e Liberia. Una missione nella quale si intende ribadire l’impegno di Washington nella lotta all’AIDS e alla malaria. Lunedì prossimo, a Nairobi, giungerà il segretario di Stato statunitense, Condolleezza Rice, per una serie di incontri ufficiali dopo i passi avanti, annunciati ieri dal mediatore Kofi Annan, nei colloqui tra maggioranza e opposizione. Nei negoziati in corso, sembrano ancora irrisolti i principali nodi della crisi politica kenyana, nonostante il varo di una commissione d’inchiesta che dovrà far luce sulle contestate elezioni dello scorso dicembre. Intanto, il presidente Bush ha anche espresso preoccupazione per la situazione del Darfur, sollecitando una “robusta” forza dell’ONU nella quale è assicurata la partecipazione americana.

Medio Oriente-raid
Nonostante le accuse delle fazioni palestinesi, Israele nega il suo coinvolgimento nel raid aereo che questa notte ha colpito uno dei campi profughi nei pressi della città di Gaza, provocando otto morti fra cui un importante capo militare della Jihad islamica. In mattinata, inoltre, militari egiziani hanno ucciso una donna eritrea che tentava di entrare illegalmente in Israele. Oggi, entra nel vivo la visita del ministro degli Esteri francese, Bernard Kouchner, nell’area. Previsti colloqui con i leader palestinesi ed israeliani. In un’intervista alla stampa palestinese, il diplomatico di Parigi ha chiesto la fine del rigido isolamento della Striscia di Gaza e il totale congelamento degli insediamenti ebraici in Cisgiordania.
 
Siria inchiesta
“Una nuova vergogna per i criminali sionisti e per i loro ciechi sostenitori”. E’ quanto ha affermato il presidente iraniano, Mahmud Ahmadinejad, in un messaggio di condoglianze inviato al leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, per l’uccisione di martedì scorso a Damasco del leader, Imad Mughniyeh. Intanto, diverse persone sarebbero state arrestate dalle autorità siriane, che presto diffonderanno i risultati dell’inchiesta aperta all’indomani dell’assassinio. In questo quadro, il ministro degli Esteri di Damasco domani si recherà in Libia e nei Paesi arabi nordafricani in vista del prossimo vertice della Lega araba, dedicato proprio alla crisi istituzionale libanese.
 
Iraq - rifugiati
L’alto commissario dell’ONU per i rifugiati, Antonio Gutierres, si trova a Baghdad per discutere con le massime autorità locali del problema dei profughi iracheni nei Paesi vicini. Secondo le cifre delle Nazioni Unite, sono circa due milioni le persone fuggite all’estero negli ultimi anni, concentrati soprattutto in Siria e Giordania. Ieri, intanto, il premier al-Maliki ha espresso soddisfazione per i progressi sul fronte sicurezza. “Abbiamo distrutto le cellule di al Qaeda cacciandole da Baghdad. Ciò - ha spiegato - ha spianato la strada alla loro completa sconfitta in tutto l’Iraq”.

Pakistan - disordini
Il Pakistan si prepara al voto per il rinnovo del parlamento in un clima di forte tensione. Un attentato suicida ha colpito un ufficio del partito dell’ex premier assassinata, Benazir Bhutto, provocando almeno 20 vittime e una decina di feriti. Sempre nella zona al confine con l’Afghanistan un’esplosione ha distrutto, questa notte, un seggio elettorale mentre nel sud del Paese la polizia ha arrestato un presunto kamikaze pronto ad agire durante le elezioni di lunedì. Il governo intanto ha schierato 81 mila militari e paramilitari per garantire un tranquillo svolgimento delle consultazioni, per le quali sono chiamati ad esprimersi 80 milioni di cittadini su una popolazione di 170 milioni di persone.

Italia - politica
Giornata densa di avvenimenti per la politica italiana, ormai in piena campagna elettorale. Alla nuova Fiera di Roma assemblea costituente del Partito Democratico con Walter Veltroni e Romano Prodi. A Mestre, Pierferdinando Casini ufficializza la decisione dell’UDC di correre da sola. Il servizio di Giampiero Guadagni:RealAudioMP3


Dunque, la riserva è sciolta. L’UDC correrà da sola e Pierferdinando Casini ne sarà il candidato premier. In caso di vittoria del centrodestra, sarà all’opposizione. Casini guarda all’elettorato moderato, ma non ci sono all’orizzonte accordi con gli altri centristi, la Rosa Bianca di Pezzotta e Tabacci e l’UDEUR di Mastella. Si rompe così un’alleanza durata 14 anni e che ha dato vita prima al Polo e poi alla Casa delle Libertà. Casini ha respinto gli ultimi appelli di Berlusconi a rinunciare al proprio simbolo per confluire nel Popolo delle Libertà, come ha fatto invece Fini che annuncia lo scioglimento in autunno di Alleanza Nazionale. Il PDL, dice Fini, non è un accordo elettorale, ma la costola italiana del Partito popolare europeo. Le novità che arrivano dal centrodestra riaccendono le speranze del Partito democratico di riaprire la partita elettorale. Oggi, a Roma, assemblea costituente del PD, aperta dal premier dimissionario Prodi, che afferma: la pazienza sarà una virtù necessaria quando dopo le elezioni torneremo alla guida del Paese. Prodi ha ribadito che non si ripresenterà alle politiche del 13 aprile. Mentre Anna Finocchiaro, capogruppo al Senato, annuncia la disponibilità a candidarsi alla presidenza della Regione Sicilia. Veltroni, in partenza per le province italiane, spiega le priorità del PD. Faremo dell’aumento della ricchezza nazionale il nostro obiettivo. Senza crescita -aggiunge - non c'é giustizia sociale. Tra i 12 punti del programma, la riduzione della spesa pubblica e la realizzazione delle infrastrutture per modernizzare il Paese e rilanciare il mezzogiorno. Veltroni respinge poi la richiesta di ritiro unilaterale dell’Italia dall’Afghanistan sollecitato dalla Sinistra Arcobaleno. Intanto i radicali, con Emma Bonino, si dicono disponibili ad una coalizione con il PD esattamente come ha fatto l’Italia dei Valori. (Per la Radio vaticana, Giampiero Guadagni)
 
Italia funerali
Si sono svolti stamani a Oderzo, nel Trevigiano, i funerali del primo maresciallo Giovanni Pezzulo, ucciso tre giorni fa, in Afghanistan, in un attentato rivendicato dai talebani. “Anche Papa Benedetto XVI - ha reso noto il vescovo di Vittorio Veneto, Corrado Pizziolo poco prima della cerimonia - pregherà per il militare italiano”, vittima del terrorismo. I particolari nel servizio di Silvia Gusmano:RealAudioMP3


“Giovanni ha dato il meglio di sé, consapevole che chi non ama non protegge e non difende la vita. In lui si è manifestato in modo supremo l’amore di Dio”. Questo uno dei passaggi centrali dell’omelia pronunciata stamani da mons. Vincenzo Pelvi, durante il funerale del primo maresciallo Pezzulo. Anche Benedetto XVI - ha reso poi noto mons. Pizziolo alla fine della cerimonia - pregherà per il militare ucciso in un agguato mercoledì scorso in Afghanistan, mentre svolgeva attività umanitarie a favore della popolazione civile. La cerimonia è stata celebrata nel Duomo di Oderzo, il paese in provincia di Treviso, oggi in lutto cittadino, dove Pezzulo viveva con la moglie Maria e la figlia diciottenne. A rendere omaggio al maresciallo, che tra pochi giorni avrebbe compiuto 45 anni, oltre mille persone e il ministro della Difesa, Arturo Parisi. Centinaia le bandiere che sventolano dalle finestre di Oderzo e di Carinola, il paese d’origine di Pezzulo in provincia di Caserta. Anche la facciata del Duomo, ornato da decine di corone di fiori, tra cui quella inviata dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, è stata avvolta da un tricolore. A chiedere agli italiani questo gesto di amore di solidarietà verso il militare vittima del terrorismo, sua figlia Giusy, che così si è rivolta stamani al padre al termine dei funerali: “Mi sento forte e sono sicura che sei tu a darmi questa forza stammi sempre vicino”. Un lungo applauso ha accolto il feretro di Giovanni Pezzulo all’uscita del Duomo. (Silvia Gusmano per la Radio Vaticana)
 
Elezione presidente ceco
Il parlamento della Repubblica ceca ha rieletto il capo dello Stato uscente Vaclav Klaus che, secondo i risultati ufficiali resi noti ieri, ha ottenuto 141 voti contro i 111 dello sfidante, Jan Svejna sostenuto dai socialdemocratici e dai verdi. Candidato dei conservatori del Partito civico democratico (ODS), Klaus resterà in carica per altri 5 anni.
 
Terrorismo-ETA
La polizia francese ha arrestato ieri a Bayonne, nel sud-ovest della Francia, due presunti membri dell’organizzazione separatista basca ETA. Entrambi sarebbero sospettati di aver preso parte all’attentato del dicembre 2006 all'aeroporto di Madrid, costato la vita a due persone.

Algeria
Paura in Algeria dove ieri è esplosa una bomba all’entrata dello stadio di Lakdaria, in Cabilia, 70 chilometri ad est di Algeri. Due agenti sono rimasti feriti in modo grave. Si tratta dell’ultimo attacco dopo quello avvenuto, nella notte tra giovedì e venerdì scorsi, a Boumerdes, nel quale ha perso la vita il guardiano di una cava, presa di mira da un gruppo di presunti terroristi.

Timor Est-operazione
Dopo l’attentato di lunedì al presidente Ramos Horta, l’esercito di Timor Est e le forze internazionali hanno lanciato un’offensiva contro i ribelli che si nascondono nei pressi della capitale Dili, dove è in vigore lo stato di emergenza. Intanto, fonti ufficiali riferiscono che sono almeno 30 le persone interrogate in relazione agli attacchi.

India-attacco
Ancora violenze nello stato indiano di Orissa. Tredici poliziotti ed un civile sono morti in seguito ad un attacco compiuto da circa 300 guerriglieri maoisti che hanno preso di mira tre commissariati, una scuola di addestramento e un'armeria. Secondo quanto affermato, qualche tempo fa, dal primo ministro Singh, gli insorti rappresentano “la più grande minaccia per la sicurezza nazionale”.
 
Malaysia-proteste
Tensione in Malaysia dove la polizia è intervenuta per disperdere una manifestazione di indiani autoctoni, scesi in piazza per chiedere giustizia. Il Paese è in stato di allerta per le prossime elezioni, fissate per l’8 marzo, nelle quali è favorito il primo ministro Abdullah Ahmad Badawi. (Panoramica internazionale a cura di Benedetta Capelli)

 

 
Bollettino del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 47

 
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