Vigilia di indipendenza per il Kosovo, che domani verrà dichiarata in modo unilaterale
dalla Serbia. La conferma è arrivata dallo stesso premier kosovaro, Thaci, nel giorno
in cui l’Unione Europea ha deciso l’invio nella provincia a maggioranza albanese di
una missione civile, attesa nelle prossime settimane. Il servizio di Benedetta Capelli:
“Domani
la volontà del popolo sarà eseguita”. Sono le parole che mettono fine alla ridda di
voci riguardo alla dichiarazione di indipendenza del Kosovo. Parole pronunciate dal
premier, Hashim Thaci, alla vigilia della proclamazione unilaterale e dal conseguente
distacco dalla Serbia. Un passaggio, che avverrà alle 15 di domani durante la seduta
straordinaria del parlamento, ma segnato dalla netta opposizione di Belgrado che ha
dalla sua parte la Russia di Putin. Pristina ha già approvato, ieri, una mozione per
adottare in 24 ore le leggi necessarie alla proclamazione dell'indipendenza sulla
base delle raccomandazioni contenute nel piano del mediatore ONU, Ahtisaari. All’interno
dell’Unione Europea, si segnalano diverse divisioni sulla dichiarazione unilaterale:
contrari Cipro, Romania, Slovacchia, Grecia, Bulgaria e Spagna. Italia, Gran Bretagna,
Germania e Francia, coinvolti nei negoziati passati sul Kosovo insieme a Stati Uniti
e Russia, saranno invece i capofila del riconoscimento che potrebbe scattare già lunedì
sera. Intanto, i 27 hanno dato il via libera al dispiegamento della missione civile
EULEX, composta da duemila uomini: tra questi, anche 250 tra giudici e magistrati.
Compito del contingente sarà quello di accompagnare la provincia amministrata dall’ONU
verso una struttura autonoma. EULEX, bocciata come “occupazione” dal leader serbo
kosovaro Ivanovic, si affiancherà inizialmente alla missione UNMIC delle Nazioni Unite
e si aggiungerà come presenza sul territorio al contingente NATO. Intanto, per le
strade di Pristina si respira un’atmosfera diversa: non c’è tensione, ma solo tante
bandiere con l'aquila nera d'Albania innalzate su ogni balcone.