Il sacrificio di Cristo nelle meditazioni del cardinale Vanhoye nel quinto giorno
degli Esercizi spirituali per la Quaresima, alla presenza del Papa
Il sacrificio di Cristo ed il ruolo dello Spirito Santo nel Mistero pasquale: sono
stati i temi delle meditazioni proposte stamane dal cardinale Albert Vanhoye, nel
quinto giorno di Esercizi spirituali per la Quaresima in Vaticano, alla presenza del
Papa e della Curia Romana. Nella meditazione di ieri pomeriggio il porporato si è
invece soffermato sul tema di “Cristo mediatore della Nuova Alleanza nell’Ultima Cena”.
Gli Esercizi, iniziati domenica scorsa nel Palazzo Apostolico, si chiuderanno sabato.
Il servizio di Roberta Gisotti:
“Il sacrificio
di Cristo”, meditato attraverso la Lettera agli Ebrei. Se nel linguaggio corrente
la parola sacrificio - ha premesso il cardinale Vanhoye - assume
una valenza piuttosto negativa, nel senso religioso ha invece un significato molto
positivo:
“Sacrificare, infatti, non significa privare,
significa rendere sacro, come santificare significa rendere santo, semplificare rendere
semplice. Quindi, il sacrificio è un atto molto positivo e fecondo che valorizza immensamente
un’offerta”. Il sacrificio di Cristo comprende infatti l’intero
Mistero pasquale, ovvero la morte e la glorificazione:
“Senza
la glorificazione sarebbe incompleto, non avrebbe fondato la Nuova Alleanza perché
Cristo non avrebbe raggiunto Dio e non avrebbe attuato il collegamento tra la nostra
miseria e la santità di Dio”. Ha ricordato quindi il porporato
come nell’Antico Testamento, lo scopo del sacrificio fosse di cambiare la disposizione
di Dio, di ottenere i suoi favori, in cambio dei doni offerti. Diversamente avviene
nel sacrificio cristiano, come spiega la Lettera agli Ebrei:
“L’autore,
invece, dice che lo scopo del sacrificio è cambiare la disposizione dell’uomo, non
le disposizioni di Dio. Il suo scopo è quello di rendere perfetto nella coscienza
l’offerente, di dare un cuore purificato e docile a Dio”. Un’aspirazione
religiosa non basta però per cambiare la coscienza di un peccatore:
“Ci
vuole una mediazione efficace. Il peccatore deve essere aiutato da un mediatore che
non sia lui stesso un peccatore e che gli apra la via del contatto, della comunione
con Dio, questo è il problema dell’Alleanza”. Nella seconda
meditazione il cardinale Vanhoye, ha poi approfondito il ruolo de “Lo Spirito Santo
nell’oblazione di Cristo”, che apre la via verso Dio:
“Gesù
invece è stato vittima degna e sacerdote capace. Vittima degna perché aveva una perfetta
integrità morale e religiosa, era senza macchia, come disse l’autore, era santo, innocente,
l’immacolato. E’ stato sacerdote capace in quanto era pieno della forza dello Spirito
Santo”. Di “Cristo mediatore della Nuova Alleanza nell’Ultima
Cena” ha invece parlato il cardinale Vanhoye nella meditazione di ieri pomeriggio.
Gesù sa già che sarà tradito, rinnegato, ucciso, anticipa questi eventi di morte e
li trasforma in una vittoria dell’amore:
“Quando
celebriamo l’Eucaristia e ci comunichiamo, riceviamo in noi questo intenso dinamismo
di amore, capace di trasformare tutti gli eventi in occasione di vittoria dell’amore”.