Domenica, in Messico, si celebra la prima "Giornata per la vita, la famiglia e il
Messico”
“Con l’avvicinarsi del 60.mo anniversario della Dichiarazione universale dei diritti
umani ci si chiede: come mai ci può essere un vero impegno in favore dei diritti della
persona se, al tempo stesso, non si desidera difendere la vita del più innocente e
del più debole”? Così, l’arcivescovo di Città del Messico, cardinale Norberto Rivera
Carrera nella lettera indirizzata giorni fa agli organizzatori della “Giornata nazionale
per la vita, la famiglia e il Messico” che si celebrerà per la prima volta domenica
prossima. Nella missiva alle organizzazioni cattoliche che hanno promosso l’iniziativa,
il porporato ribadisce puntualmente la dottrina cattolica sulla vita sottolineando,
ancora una volta, che “questo dono di Dio va difeso dal momento del concepimento fino
al suo termine naturale”. Inoltre, il cardinale Rivera Carrera ricorda che questa
giornata si colloca in continuità con quella voluta dall’Episcopato messicano - il
25 marzo - dedicata “alla vita che sta per nascere”. Tra l’altro, sarà celebrata nelle
ore in cui la Corte suprema di giustizia discuterà il ricorso di incostituzionalità
presentato da numerose organizzazioni cattoliche e non in merito alla legge che qualche
mese fa depenalizzò l’aborto nell’area del distretto federale. “Dobbiamo partecipare
poiché - sottolinea l’arcivescovo di Città del Messico - dobbiamo dare voce alla vita,
in particolare dare la nostra voce alla vita di coloro che non possono far sentire
ancora la propria; la voce della vita contro la morte, della speranza contro il nichilismo”.
Domenica, la giornata sarà celebrata in tutto il Paese, ma l’evento principale si
svolgerà nella capitale presso la “Glorieta del Ángel de la Independencia”, dove i
promotori tra le 11 e le 13 attenderanno “molte persone, migliaia, in particolare
famiglie”. Questa importante iniziativa è nata alcune mesi fa sulla scia della pubblicazione
di un documento singolare redatto dal sacerdote nonché chimico, padre Pedro Agustín
Rivera Díaz. Si tratta di un breve testo, in 10 punti, in cui si espongono e spiegano
“i diritti umani del concepito”. Intorno alla prima bozza centinaia di esperti, fra
medici, educatori, biologi, teologi e bioetici, hanno dato vita ad un gruppo che concluse
il suo lavoro redigendo una proposta sui diritti dal nascituro da presentare alle
Nazioni Unite. I patrocinanti propongono, tra l’altro, la proclamazione dell’8 dicembre
“Giornata mondiale del concepito”. Il documento (www.derechosdelconcebido.org.mx),
afferma che “ogni concepito ha il diritto di essere riconosciuto come un individuo
della specie umana, e quindi ha tutti i diritti umani riconosciuti dalle Nazioni Unite,
Organizzazioni Internazionali e dalle Costituzioni degli Stati”; “il valore supremo
della vita, dunque, deve essere riconosciuto e rispettato in ogni concepito dal momento
del concepimento fino alla morte naturale”; “ogni concepito deve essere protetto da
qualsiasi tipo di discriminazione per motivo di razza, etnia, condizione genetica,
sesso, l’origine sociale e situazione economica”. (A cura di Luis Badilla)