A tre anni dalla morte di suor Lucia, il Papa dispone una deroga ai 5 anni per
l'avvio della Causa di Beatificazione della veggente di Fatima. Ai nostri microfoni,
la gioia del vescovo di Leiria-Fatima
Un annuncio accolto con gioia da tantissimi fedeli in tutto il mondo: Benedetto XVI
ha concesso, in deroga al quinquennio disposto dalla norma canonica, che si possa
avviare la fase diocesana della Causa di Beatificazione di suor Lucia dos Santos,
a soli tre anni dalla sua morte. Ieri sera, informa una nota della Sala Stampa vaticana
- nella Cattedrale di Coimbra in Portogallo - il cardinale José Saraiva Martins, prefetto
della Congregazione delle Cause dei Santi ha celebrato una Messa nel terzo anniversario
della morte della religiosa carmelitana, nota nel mondo come una dei tre veggenti
di Fatima. Al termine della celebrazione, il porporato ha dunque annunciato che il
Papa, accogliendo benevolmente l’istanza presentata dal vescovo di Coimbra, mons.
Albino Mamede Cleto, e condivisa da numerosi vescovi e fedeli di ogni parte del mondo,
ha concesso l’abbreviazione dei termini per l’inizio della Causa di Beatificazione
di suor Lucia. Al microfono di Giovanni Peduto, il vescovo di Leiria-Fatima,
mons. Antonio Augusto dos Santos Marto, testimonia la gioia con la quale la
notizia è stata accolta nel Santuario mariano:
R. –
Parlo a nome mio personale, ma anche a nome del Santuario e dei pellegrini. La notizia
e anche la novità dell’annuncio venuto dal Vaticano sulla dispensa del tempo canonico
per iniziare il processo di Beatificazione di suor Lucia è stato accolto da tutti
noi con gioia e anche con riconoscenza al Santo Padre. E’ il riconoscimento del significato
della Santità di un testimone delle apparizioni e del messaggio di Fatima, che ha
vissuto in prima persona quella Santità a cui richiama lo stesso messaggio di Fatima.
Per noi, è stata veramente una gioia; ci sentiamo contenti proprio perché risalta
anche l’importanza del messaggio di Fatima.
D. –
Eccellenza, vuole tratteggiare le virtù che hanno distinto suor Lucia, il messaggio
che ci viene da questa donna, da questa religiosa?
R.
– Suor Lucia è stata testimone e memoria viva del messaggio di Fatima lungo quasi
un secolo, perché è morta a 97 anni di età. La sua virtù principale è che lei stessa
ha cercato di vivere il messaggio nella sua semplicità. Soprattutto è una innamorata
della bellezza di Dio, come si legge nelle sue memorie e anche nell’esempio di vita.
L’ha vissuta con la semplicità e allo stesso tempo con la gioia dell’innamoramento
di Dio, ed in questo è stata contagiosa perché il popolo l’ha sentito e per questo
accorreva a vederla e a sentirla, anche, quando era possibile. Questo si è visto quando
sono stati celebrati i funerali a Coimbra: c’è stata una moltitudine di fedeli che
l’ha accompagnata. Questa santità così semplice, popolare in quanto accessibile a
tutti, che lei ha testimoniato, e anche le meditazioni che ci ha lasciato nei libri
che ha scritto, fanno vedere la trasparenza della sua anima, del suo cuore che ha
cercato di comunicare ai fedeli.
D. – Lei è il pastore
di questa terra benedetta con la presenza di Maria, vescovo di Fatima. Quale messaggio
al mondo d’oggi viene dalla sua terra?
R. – Quello
che ci colpisce nel messaggio, a prima vista, è che non è limitato soltanto alla vita
personale dei veggenti ma è un orizzonte universale, si riferisce agli avvenimenti
più drammatici e più tragici della storia del XX secolo, alle sofferenze dell’umanità
e anche alle sofferenze della Chiesa, ai martiri del XX secolo e alla causa della
pace. Il cuore del messaggio è la conversione nel senso più teologale e anche nel
senso più globale; è un richiamo a portare l’adorazione di Dio nel suo mistero di
amore trinitario al centro della vita della Chiesa e del mondo. Poi, un richiamo alla
conversione dei cuori verso questo Dio di amore e alla riparazione, che era il linguaggio
dell’epoca, ma che ha un significato profondamente attuale perché è un richiamo ai
fedeli a non rassegnarsi alla banalità e alla fatalità del male nel mondo, e quindi
a sentirsi chiamati a riparare, cioè a rinnovare, la propria vita e il mondo a incominciare
dal rinnovamento dei cuori. A mio avviso è un messaggio di consolazione, di misericordia
e anche di una grande speranza per la Chiesa e per il mondo.