2008-02-12 15:28:16

Il contributo dei cattolici italiani fu decisivo per la rinascita dello Stato democratico: la riflessione dello storico Malgeri, all’indomani del 79.mo dei Patti Lateranensi e nell’anno del 60.mo della Costituzione Italiana


I Patti Lateranensi posero “le premesse per un contributo fattivo dei cattolici italiani alla nascita del nuova Stato democratico”. E’ quanto scrive L’Osservatore Romano in un editoriale, pubblicato ieri in occasione del 79.mo anniversario dei Patti Lateranensi. Un evento, sottolinea il quotidiano diretto da Gian Maria Vian, che richiama “un’altra ricorrenza particolarmente significativa per la storia d'Italia: l'entrata in vigore, sessant’anni or sono, della Costituzione repubblicana. Per una riflessione su questo legame tra i due eventi, Alessandro Gisotti ha intervistato il prof. Francesco Malgeri, docente di Storia contemporanea all’Università “La Sapienza” di Roma e presidente del Comitato scientifico della Fondazione “Alcide De Gasperi”:RealAudioMP3


R. - Certamente, i Patti Lateranensi, che naturalmente riguardavano il quadro generale dei rapporti tra Stato e Chiesa, in qualche modo venivano a sanare una ferita profonda che era rimasta nel Paese dall’unità in poi. Consentivano al mondo cattolico di conservare alcune autonomie, nel senso che - per esempio - il riconoscimento dell’Azione Cattolica dava ai cattolici uno spazio che, in quel momento, poche altre culture potevano avere, che non fossero appunto legate al fascismo. Quindi, all’interno di questo contesto, matura una classe dirigente che poi sarà la classe dirigente che avrà un peso e un ruolo notevole nel quadro della edificazione del nuovo Stato democratico e repubblicano.

 
D. - Passiamo dai Patti Lateranensi al Secondo dopoguerra, alla Costituzione italiana. In quali parti della Costituzione, si coglie con maggiore evidenza il contributo dei cattolici?

 
R. - Un po’ tutta la Costituzione è permeata da questo pensiero che fu ispirato dai costituzionalisti cattolici. I problemi del lavoro, della giustizia sociale, i problemi dell’esigenza di uno Stato attento ai valori della solidarietà: questi elementi - presenti soprattutto nella prima parte della Costituzione - hanno avuto il contributo notevole dei costituzionalisti cattolici. La gran parte dei quali, se non tutti, si erano formati nel corso degli anni Trenta.

 
D. - Oggi ci si confronta - a volte anche animatamente - sul tema della laicità. In che modo l’argomento della laicità e dei rapporti tra Stato e Chiesa fu affrontato in Assemblea costituente?

 
R. - In qualche modo, nell’art. 7, in cui venivano riconosciuti i Patti Lateranensi come strumento per regolare i rapporti tra lo Stato e la Chiesa, è anche l’articolo dove si sostiene che Stato e Chiesa sono indipendenti e sovrani nel loro ambito. Quindi, questa è un’indicazione che riguarda anche il valore della laicità nella politica.

 
D. - L’Osservatore Romano sottolinea che non di rado si fanno nella polemica politica e sui mass media delle confusioni fra Santa Sede e Chiesa italiana, fra Vaticano ed episcopato italiano. Un vizio antico, in realtà forse amplificato dai mezzi di comunicazione di oggi...

 
R. - Sì, indubbiamente c’è una sorta di confusione, di incapacità di cogliere quello che è il problema legato agli aspetti istituzionali e quello che è invece il problema legato ai valori della fede, alle istanze di cui la Chiesa è portatrice su un piano indubbiamente spirituale e un piano di attenzione a quello che è il peso dei cittadini nella vita dello Stato.







All the contents on this site are copyrighted ©.