Solenni celebrazioni a Lourdes e Roma per la Giornata mondiale del malato, nel 150.mo
delle apparizioni mariane a Santa Bernadette. Alle 16, Messa del cardinale Barragan
in San Pietro
Un grande abbraccio spirituale tra Lourdes e Roma, fra i pellegrini del Santuario
mariano e i pellegrini diretti a San Pietro, guidati dalle reliquie di Santa Bernadette.
Mentre decine di migliaia di persone hanno preso parte, stamattina a Lourdes, alla
Messa per i 150 anni dalla prima apparizione mariana, una lunga colonna di pellegrini
dell’UNITALSI ha percorso in preghiera Via della Conciliazione, verso le 11 di stamani,
per partecipare all’Angelus nella Basilica di San Pietro presieduto dal cardinale
Angelo Comastri, vicario del Papa per la Città del Vaticano. Sarà invece il cardinale
Javier Lozano Barragan, presidente del Pontificio Consiglio per la Pastorale dela
salute, a presidere questa sera, sempre in San Pietro, la Messa per la Giornata mondiale
del malato. Il servizio di Alessandro De Carolis:
(canto)
Stesse
note, stesso cuore, identica fede. La speranza è corsa sull’asse Roma-Lourdes, insieme
con la gratitudine: in cinquantamila si sono inginocchiati o hanno giunto le mani
seduti sulle loro carrozzine per dire grazie alla giovane che esattamente 150 anni
fa ebbe, nella sua assoluta povertà umana, gli occhi dell’anima aperti sullo straordinario
avvenimento che le travolse la vita e che aprì per milioni di malati - di ieri e di
oggi - la possibilità di sperare in un conforto più grande di una diagnosi medica.
E Lourdes, luogo di guarigioni del corpo ma anche dello spirito, si è stretta attorno
al suo vescovo, mons. Perrier, per rivivere gli istanti dell’apparizione della “Bianca
Signora” a Bernadette Soubirous, nell’anfratto roccioso di Massabielle. E lo stesso
hanno fatto a distanza, alla presenza delle reliquie della veggente francese, i partecipanti
alla processione che da Via della Conciliazione si è snodata - scortata da un drappello
di Carabinieri a cavallo - fin verso l’interno della Basilica Vaticana, dove ad attenderla
c’era il cardinale Angelo Comastri. Recitando l’Angelus con i pellegrini e i malati
della processione, il porporato ha ricordato le condizioni di miseria estrema della
famiglia Soubirous, costretta a vivere in un’ex cella carceraria, e pensando a quel
giorno di giovedì grasso dell’11 febbraio 1858 ha osservato:
“Ebbene,
la Madonna quel giorno, guardando la Terra, non trovò una persona più degna di Bernadette
Subirou, perché aveva l’anima pura, aveva l’anima umile. Quindi, era capace e pronta
ad accogliere il messaggio di Dio, il messaggio del cielo. Mentre Bernadette avanzava
qui, nella piazza della Basilica, dentro di me ho detto: “Che lezione hai dato, o
Signore, al nostro orgoglio! Che lezione hai dato alla nostra superbia!” Questa piccola,
pensate, a 14 anni, ancora non era stata ammessa alla prima comunione, era stata bocciata.
Dopo le apparizioni fu ammessa alla prima comunione. Eppure il cielo ha guardato con
simpatia a Bernadette Soubirous”.
“Lourdes è una
presenza che dà pace e che dona fiducia”, ha affermato il vescovo della cittadina
francese, durante la Messa di stamani al Santuario. A concelebrarla con lui, una trentina
di vescovi e circa 800 sacerdoti, in un intreccio di lingue che da un secolo e mezzo
racconta di miracoli, di lacrime di gioia, di dolore affidato al sorriso della Madonna.
Parole come queste: l’esperienza di una giovane volontaria, presente stamattina in
San Pietro, al microfono di Silvia Picchiantano:
R.
- Contrariamente a quanto si possa pensare, ovvero che vi sia solo sofferenza, a Lourdes
già all'arrivo alla stazione si trova pace, gioia, condivisione. Siamo tutti uguali,
siamo tutti dalla Mamma. Io vado a casa, quando vado a Lourdes. E il mio pellegrinaggio
lo faccio al ritorno da Lourdes, mettendo in pratica la scuola di Lourdes.
Almeno
sei milioni di pellegrini visitano ogni anno Lourdes, e già si stima che saranno forse
otto quelli che lo faranno in questi mesi di Giubileo delle apparizioni. Angela
Ambrogetti ha chiesto una testimonianza a un grande esperto di questo tipo di
viaggi dello spirito: l'amministratore delegato dell’Opera romana pellegrinaggi, padre
Cesare Atuire:
R. -
Io vedo Lourdes come il Santuario della Madre, dove ogni persona viene accolta. Credo
che quello che tutti trovano quando arrivano a Lourdes sia proprio questo messaggio
forte. Non si tratta di un’accoglienza - potremmo dire - indifferente, ma si tratta
di una accoglienza che ci invita, in qualche modo, alla conversione: che, in fondo
poi, non è altro se non quello di tirare fuori il meglio di noi stessi, dal punto
di vista della fede.
La vita di Santa Bernadette ha
ispirato una mole enorme di lavori letterari e cinematografici. Uno dei libri più
recenti si intitola “Lourdes, inchiesta sul mistero a 150 anni dalle apparizioni”.
Autore è il vaticanista del quotidiano Il Giornale, Andrea Tornielli. Emanuela
Campanile lo ha intervistato:
R.
- Consiste, anzitutto, nella sua povertà e nell’accettazione consapevole delle sofferenze
della vita. Bernadette aveva avuto, nei suoi primi 10 anni di vita, una vita bella
e sostanzialmente felice: la sua famiglia era una famiglia unita, anche se poi cade
in disgrazia e in povertà. Poi, arriva un periodo di sofferenza, che si concluderà
con la sua morte, perché Bernadette Soubirous subirà moltissime malattie e sofferenze.
La prima cosa è, quindi, l’accettazione di queste sofferenze per volontà di Dio e
l’offerta di queste stesse sofferenze. Al contempo, c’è però il realismo. In lei,
infatti, non si vede nulla del visionario: è una ragazza realista, concretissima,
con i piedi per terra, che racconta soltanto ciò che ha visto. A me ha colpito moltissimo
la sua statura, pur trattandosi di una persona che non aveva avuto istruzione. In
lei si vede - a mio avviso - la verità di quel brano del Magnificat, laddove si dice:
“Ha deposto i potenti dai troni, ha innalzato gli umili”. Colpisce come Bernadette
continui a difendere - anche quando cercano di metterla in difficoltà: prima la Polizia
e il commissario, poi i giudici e alla fine la Commissione del vescovo - tutto ciò
che lei ha visto e come ne uscirà alla grande da questi confronti con i quali, talvolta,
si cercava di metterla in difficoltà, riuscendo a mostrare come davvero nel cristianesimo
assistiamo ad un ribaltamento dei valori mondani e come gli umili vengono esaltati.
Come detto, questa importante giornata di celebrazioni
avrà il suo culmine, a Roma, con la Messa presieduta dal cardinale Javier Lozano
Barragan nella Basilica di San Pietro, alle ore 16. A partire da quest’ora, la
nostra emittente si collegherà in diretta per trasmettere in radiocronaca diretta
la cerimonia liturgica, con commento in italiano per la zona di Roma, sui 585 kHz
dell’onda e media e i 105 MHz della modulazione di frequenza. Giovanni Peduto
ha parlato con il porporato del messaggio di Lourdes e lo spirito che anima la Giornata
mondiale del malato:
R. -
Il messaggio lo ha formulato in una maniera profondissima il Santo Padre Benedetto
XVI nel suo messaggio per la Giornata Mondiale del Malato. C’è uno strettissimo legame
tra l’Immacolata Concezione - quella prerogativa di Maria che è fortemente sottolineata
dalle apparizioni a Lourdes - i malati e l’Eucaristia. Quest’anno, celebriamo due
eventi di prima categoria: la commemorazione del 150.mo della prima apparizione della
nostra Signora a Lourdes e il Congresso eucaristico internazionale a Quebec. Il Santo
Padre ha preso questi tre punti - malati, Eucaristia e la Madonna - e li ha uniti.
Come li ha uniti? Li ha uniti in modo molto bello, perché il Signore Gesù ha già preso
tutte le nostre sofferenze, le ha patite sul Calvario in vista della felicità della
Resurrezione, come ben ha messo in risalto Giovanni Paolo II nella Salvifici Doloris.
Questo però lo ha fatto con il corpo preso da Maria Santissima, quello stesso Corpo
che troviamo nell’Eucaristia. La nostra incorporazione a questo mistero consolante
avviene quando ci apriamo al Signore in maniera totale, quando accettiamo che le nostre
sofferenze siano sofferte assieme a Lui e per Lui. E come si fa questo? Si fa con
un sì totale a Dio. Il cuore dell’Immacolata Concezione ne è il legame. L’Immacolata
Concezione ha detto sempre sì al Signore: dal “fiat” dell’Annunciazione allo stare
ai piedi della croce, dal Calvario alla Pentecoste, e poi fino alla incoronazione
in cielo: il "sì" di Maria è il "sì" più profondo dell’umanità. E allora il Papa dice:
“Se noi ci uniamo a Maria, ci uniamo a quel 'sì', ci uniamo a Cristo, e così troviamo
- sia che siamo malati o sani - una risposta a questi problemi così difficili della
sofferenza, della malattia e della morte.
D. - Il
Papa nel suo messaggio per la Giornata ha scritto che quanti soffrono recano i segni
della Passione del Signore che vuole entrare nell’animo di ogni sofferente, attraverso
il cuore di sua Madre …
R. - Sì, perché prima il
Signore ha sofferto le stesse sofferenze della Madonna ai piedi della Croce. E la
Madonna ha preso le sue proprie sofferenze non raddoppiate, ma vivificate, fatte creatrici
nel cuore della passione di suo Figlio. Lì, la Madonna patisce tutte le nostre sofferenze.
Con la sua tenerezza, con il suo cuore aperto, diventa per noi Madre tenerissima per
compatire i nostri dolori. E allora, attraverso il cuore della Madre, il Signore arriva
con la sua passione alle nostre sofferenze. In questa maniera, i cuori di quelli che
soffrono si aprono a Cristo per il cuore di Maria, e ricevono sollievo, ricevono consolazione
per tutti i loro dolori.
D. - Eminenza, il suo messaggio
ai malati che ci stanno ascoltando e a quanti li stanno assistendo con amore e fatica?
R.
- L’unica soluzione è la fede. L’unica soluzione è credere. Credere è difficile, è
molto difficile, specialmente quando si è malati, quando abbiamo dolore, quando soffriamo,
specialmente quelle sofferenze intense, non soltanto fisiche - anche quelle molto
difficili - ma morali, del tradimento, delle persone ingrate, delle tante sconfitte,
sofferenze nei rapporti personali intimi fra sposi, fidanzati. Per poter superare
tutti i mali del mondo, a cominciare dalle guerre, c’è solo la fede, ed è molto difficile.
La fede è la porta per affidarsi alla Madonna e al Signore accettando la croce per
avere il sollievo della Risurrezione.