In Turchia, il parlamento approva gli emendamenti che abrogano il divieto del velo
nelle università
Il parlamento turco ha approvato, in maniera definitiva, i due emendamenti che sanciscono
la libertà delle studentesse universitarie di portare il velo islamico. Il dibattito
è stato lungo e, a tratti, emotivamente teso. Alla fine il via libera alla riforma
è arrivato a stragrande maggioranza: 411 voti a favore, 103 contrari. Favorevoli,
il partito filo islamico dell’APK e il Partito nazionalista MHP che siede all’opposizione.
Contrario, invece, il Partito repubblicano del popolo (CHP), che ha già annunciato
un ricorso alla corte costituzionale. L’opposizione del parlamento afferma, infatti,
che la riforma violi la laicità della Turchia. Laicità sancita dalla Costituzione
come principio immodificabile sin dal 1923, per opera del "padre dei turchi" Kemal
Ataturk. Ma non è questa, l’unica preoccupazione per l’opposizione. Il partito repubblicano
(CHP) teme che la riforma apra la strada ad una futura totale liberalizzazione del
velo islamico, anche negli edifici pubblici, nei licei e nelle scuole medie: luoghi
dove, oggi, resta ancora proibito. Comunque sia, prima che entri in vigore, la riforma
dovrà essere promulgata dal presidente della repubblica, Abdullah Gul. Difficilmente,
farà opposizione: sua moglie indossa sempre il velo nei luoghi pubblici e da ragazza
non potè frequentare l'università, proprio per questa proibizione. Intanto nel centro
di Ankara, a pochi chilometri dal parlamento, oltre 100 mila persone sono scese in
piazza per manifestare contro l’approvazione del provvedimento. Già il 2 febbraio
scorso, alla vigilia dell’approvazione in prima lettura delle stesse riforme, c’era
stata un’analoga manifestazione: in quella occasione, parteciparono oltre 125 mila
persone. (B.B.)