Gli esercizi spirituali sono un'esperienza che favorisce l'incontro personale e comunitario
con Dio: così, il Papa alla Federazione italiana esercizi spirituali
“Non manchino nelle Case di esercizi, responsabili ed operatori ben formati, guide,
animatori ed animatrici disponibili e preparati, dotati di quelle qualità dottrinali
e spirituali che ne facciano dei veri maestri di spirito, esperti e appassionati della
Parola di Dio e fedeli al Magistero della Chiesa”. E’ quanto ha detto Benedetto XVI
incontrando, stamani, i partecipanti dell’assemblea nazionale della Federazione italiana
esercizi spirituali (FIES). Il Papa ha anche affermato che, mentre in Italia si diffondono
molteplici iniziative di spiritualità, sembra invece diminuire “il numero di coloro
che partecipano a veri corsi di esercizi spirituali”. Il servizio di Amedeo Lomonaco:
“In
un’epoca in cui sempre più forte è l’influenza della secolarizzazione e si avverte
un diffuso bisogno di incontrare Dio”, la Federazione italiana esercizi spirituali
- afferma il Papa - intende incrementare la spiritualità come fondamento e anima di
tutta la pastorale. Il Santo Padre sottolinea anche come gli esercizi siano un’esperienza
dello spirito caratterizzati “da quel clima di silenzio completo e profondo che favorisce
l’incontro personale e comunitario con Dio”. Riprendendo la definizione data dalla
FIES, Benedetto XVI, si sofferma quindi sul senso degli esercizi spirituali:
“Una
forte esperienza di Dio, suscitata dall’ascolto della sua Parola, compresa e accolta
nel proprio vissuto personale, sotto l’azione dello Spirito Santo, la quale, in un
clima di silenzio, di preghiera e con la mediazione di una guida spirituale, dona
capacità di discernimento in ordine alla purificazione del cuore, alla conversione
della vita, alla sequela di Cristo, per il compimento della propria missione nella
Chiesa e nel mondo”.
Il Papa illustra anche i frutti della preghiera,
indicata nell’Enciclica Spe salvi al primo posto tra “i luoghi di apprendimento e
di esercizio della speranza”. In Deus caritas est il Papa ne sottolinea inoltre l’importanza
“di fronte all’attivismo e all’incombente secolarismo di molti cristiani impegnati
nel lavoro caritativo”. Benedetto XVI auspica, poi, che “non venga meno la possibilità
di offrire spazi di intenso ascolto” della Parola di Dio nel silenzio e nella preghiera:
“Un
buon corso di esercizi spirituali contribuisce a rinnovare in chi vi prende parte
la gioia e il gusto della liturgia, in particolare della dignitosa celebrazione delle
Ore e soprattutto dell’Eucaristia; aiuta a riscoprire l’importanza del Sacramento
della penitenza, approdo del cammino di conversione e dono di riconciliazione, come
pure il valore e il significato dell’adorazione eucaristica. Durante gli esercizi
è possibile recuperare con frutto anche il senso pieno ed autentico del Santo Rosario
e della pia pratica della Via Crucis”.
Il fine della Federazione
italiana esercizi spirituali, ha detto ancora, è di “far conoscere e promuovere in
tutti i modi possibili gli esercizi spirituali, intesi come un’esperienza forte di
Dio in un clima di ascolto della Parola in ordine ad una conversione e donazione sempre
più totale a Cristo e alla Chiesa”.
L’assemblea nazionale della FIES,
incentrata sul tema “Per una spiritualità cristiana autenticamente eucaristica” conclusasi
oggi, ha approfondito il significato dell’Eucaristia. Tra i relatori, sono intervenuti
il patriarca di Venezia, cardinale Angelo Scola, con una relaziones u “La spiritualità
cristiana alla luce della Esortazione Postsinodale Sacramentum caritatis”,
ed il presidente della FIES, cardinale Salvatore De Giorgi, sul “Rilancio degli esercizi
spirituali”. Il servizio di Mimmo Muolo:
Silenzio
invece di rumore. Raccoglimento al posto della dispersione. Ascolto della Parola e
celebrazione eucaristica per rafforzare la propria capacità di testimoniare il Vangelo
nella vita di tutti i giorni. Gli esercizi spirituali offrono a tutti – sacerdoti,
religiosi e laici – queste grandi opportunità, tanto più preziose in un mondo caratterizzato
dal frastuono e dalle derive materialistiche. Perciò vanno adeguatamente rilanciati
e indicati come pratica normale, almeno a tutti gli operatori pastorali.
Al
termine di tre giorni di relazioni, dibattiti e preghiera sono queste le conclusioni
dell’Assemblea nazionale della FIES, la Federazione che raccoglie circa 400 case per
esercizi spirituali in tutta Italia. “Gli esercizi - ha ricordato il cardinale Salvatore
De Giorgi, presidente della Federazione - sono un grande ristoro dell’anima, oltre
che una scuola di apostolato”.
Il patriarca di Venezia,
cardinale Angelo Scola, ha aggiunto: “La spiritualità non è un tirarsi fuori dalla
vita. Alla radice, infatti, c’è lo Spirito Santo, Spirito del Figlio incarnato, morto
e risorto”. Per questo, gli esercizi non possono non avere al loro centro l’Eucaristia.
Anzi, “devono tendere a suggerire – ha detto il cardinale Scola – come far sì che
la vita abbia una forma eucaristica”.
La comunione,
infatti - ha sottolineato il vescovo di Albano, mons. Marcello Semeraro - è fonte
della missione. E, dunque, solo “una Chiesa autenticamente eucaristica è una Chiesa
missionaria”. (Da Roma, per la Radio Vaticana, Mimmo Muolo)