Dieci anni fa nasceva la tv cattolica italiana SAT 2000: ai nostri microfoni, il direttore
Boffo
Il 9 febbraio 1998, nasceva SAT 2000, l’emittente satellitare dei cattolici
italiani. Dieci anni di attività sul satellite come canale non a pagamento per essere
ricevuta in tutta Europa. In Italia è inserita, tra l’altro, sul digitale terrestre
ed è ritrasmessa da varie emittenti locali. Grazie alla collaborazione con il Centro
Televisivo Vaticano, SAT 2000 segue tutte le attività del Papa oltre agli
eventi ecclesiali più importanti. L’emittente pone al centro dei programmi l’attenzione
alla persona, puntando su contenuti e qualità dei programmi, coniugando l'informazione
con i valori cristiani. Al microfono di Luca Collodi, il direttore di SAT
2000 e del quotidiano "Avvenire", Dino Boffo: R.
– Diciamo che questo anniversario è importante e per alcuni versi - direi - insperato:
il seme che è stato posto nel terreno ha germinato ed è oggi una giovane pianta. Nel
panorama televisivo italiano, SAT è oggi una presenza riconosciuta e riconosciuta
nella sua originalità, come "televisione del rispetto delle persone".
D.
– Nel giorno del suo compleanno, SAT 2000 propone stasera uno speciale sul tema “I
cattolici e la televisione”. Di cosa si tratta?
R.
– Diciamo che i cattolici ci sono stati, eccome, agli inizi dell’evento televisivo
in Italia. Poi la televisione si è fatta uno strumento sempre più sofisticato e pareva
allontanare la Chiesa ed i valori di cui la Chiesa è portatrice. Ad un certo punto
abbiamo capito che bisognava tornare, che l’annuncio del Vangelo deve arrivare ad
informare di sé anche gli spalti più rischiosi, più sofisticati, apparentemente più
difficili e più distraenti la persona. Siamo tornati e siamo contenti di ciò che siamo
riusciti a fare, perché è promessa di un futuro molto più promettente.
D.
– Direttore, in dieci anni come è cambiata l’informazione cattolica in Italia guardando
anche all’informazione locale?
R. – Diciamo che queste
esperienze di carattere nazionale hanno dato coraggio a tutta una rete di realtà che
c’erano, che ci sono da oltre un secolo nel nostro Paese, che si sono rinnovate nel
momento in cui sono nate la radio e le televisioni private e locali e che avevano
bisogno di vedere una prospettiva davanti a sé. Oggi l’informazione cattolica nel
nostro Paese non può permettersi trionfalismi, ma certo è una presenza molto più consapevole
dei propri compiti e del proprio desiderio di stare nel circolo dell’informazione
comune con una propria originalità e sapendo di avere un irriducibile messaggio da
trasmettere.