Un politico impegnato per il progresso della società italiana: il costituzionalista
Mirabelli ricorda la figura di Amintore Fanfani a cento anni dalla nascita
Si tenuta ieri a Roma presso l’Auditorium Fintecna la cerimonia inaugurale del centenario
della nascita del politico cattolico italiano Amintore Fanfani. Alla commemorazione
del leader della Democrazia Cristiana, sono intervenuti, tra gli altri, il cardinale
Achille Silvestrini, prefetto emerito della Congregazione per le Chiese Orientali
e il presidente emerito della Repubblica, Oscar Luigi Scalfaro. Al microfono di Marco
Biggio, il prof. Cesare Mirabelli, presidente della Fondazione Fanfani,
si sofferma sull’attualità della politica dello statista italiano:
R. –
Fanfani aveva un’attenzione particolare per quella che veniva chiamata la “povera
gente” e per i bisogni delle persone. Un impegno che è al fondamento della vita sociale
per la dignità delle persone che devono essere anche il punto di riferimento per la
vita politica ed istituzionale. Fanfani ha cercato allora il miglioramento delle condizioni
delle persone - e quindi l’abitazione alle famiglie, la scuola per tutti, i libri
di testo gratuiti – ridare condizioni di equilibrio e di parità nelle opportunità
delle persone e creare sviluppo. Creare sviluppo con un assoluto disinteresse personale.
D. – Oggi viviamo in un contesto socio-culturale
in cui il dibattito tra il mondo laico e quello cattolico è sempre all’ordine del
giorno, anche e soprattutto per quanto riguarda la sfera politica. Come intendeva
Fanfani il rapporto tra Stato e Chiesa e come si sarebbe posto oggi?
R.
– Il rapporto tra Stato e Chiesa è stato già delineato nella nostra Costituzione.
In questo c’è il contributo di Dossetti, degli altri “professorini” che con Fanfani
e La Pira contribuirono enormemente a quella stagione culturale, prima ancora che
politica. Laicità non significa irrilevanza dell’elemento religioso, come non significa
irresponsabilità dell’azione politica, che ha una sua sfera di autonomia e che non
coinvolge evidentemente nell’opera degli uomini politici la responsabilità della Chiesa.
D. – Per celebrare questo centenario la Fondazione,
con il concorso di un folto numero di autorevoli studiosi, promuove un triennio di
manifestazioni e di iniziative…
R. – Le celebrazioni
del centenario con un Comitato nazionale - come accade spesso per personalità illustri
o per ricorrenze di particolare rilievo - è l’occasione per una discussione libera
e non di esaltazioni o di agiografie di Fanfani, ma di discussione seria e serena,
di confronto di idee, perché ciascuno possa recuperare i valori che ci sono nell’azione
politica di Fanfani, ma prima ancora nel fondamento culturale che l’ha ispirata, e
perché su questo si possa discutere e ci si possa confrontare in maniera alta.