Il Papa alla Messa del Mercoledì delle Ceneri: la preghiera è eco della voce di Dio,
senza di essa l'uomo si chiude in vuoti monologhi
“Non la presenza di Dio aliena l’uomo, ma la sua assenza. Senza preghiera non c’è
speranza, ma solo illusione”. E’ uno dei passaggi dell’omelia pronunciata da Benedetto
XVI ieri pomeriggio, nella Basilica di Santa Sabina all’Aventino, durante la celebrazione
dell’Eucaristia del Mercoledì delle Ceneri, con la quale si è aperto il cammino quaresimale
di preparazione alla Pasqua. La Messa è stata preceduta dalla tradizionale processione
penitenziale, partita dalla chiesa di Sant’Anselmo all’Aventino. Il servizio è di
Paolo Ondarza.
(musica)
Preghiera,
digiuno elemosina, pilastri della Quaresima e “luoghi di apprendimento ed esercizio
della speranza cristiana”. Li ha indicati Benedetto XVI celebrando l’Eucaristia del
Mercoledì delle Ceneri nella Basilica di Santa Sabina all’Aventino. “Nulla più del
pregare con fede esprime la realtà di Dio nella nostra vita – ha detto il Papa citando
la sua ultima enciclica Spe Salvi:
“Anche nella solitudine
della prova più dura, niente e nessuno possono impedirmi di rivolgermi al Padre, 'nel
segreto' del mio cuore, dove Lui solo 'vede'”.
I quaranta giorni
trascorsi da Cristo nel deserto e l’"angoscia mortale” del Getesemani - ha spiegato
Benedetto XVI - indicano la preghiera come arma per affrontare vittoriosamente il
combattimento contro lo spirito del male”. Sulla croce di Cristo la preghiera raggiunge
il culmine.”:
“Gesù fa suo questo grido dell’umanità che soffre dell’apparente
assenza di Dio e porta questo grido al cuore di Dio. Così, pregando in questa ultima
solitudine, insieme con tutta l’umanità ci apre il cuore di Dio”.
Pregando
l’uomo pone le proprie attese e aspirazioni alla luce della Parola di Dio, le immerge
nel dialogo con Colui che è Verità, le libera da menzogne ed egosimi. La preghiera
- ha aggiunto il Papa - non è mai egocentrica ed è garanzia di apertura agli altri”:
“Senza
la dimensione della preghiera, l’io umano finisce per chiudersi in se stesso, e la
coscienza, che dovrebbe essere eco della voce di Dio, rischia di ridursi a specchio
dell’io, così che il colloquio interiore diventa un monologo dando adito a mille autogiustificazioni”.
Dunque,
la vera preghiera è il motore del mondo perché lo tiene aperto a Dio. Per questo “senza
preghiera non c’è speranza, ma solo illusione”, ha proseguito Benedetto XVI:
“Non
è infatti la presenza di Dio ad alienare l’uomo, ma la sua assenza: senza il vero
Dio, Padre del Signore Gesù Cristo, le speranze diventano illusioni che inducono ad
evadere dalla realtà. Parlare con Dio, rimanere alla sua presenza, lasciarsi illuminare
e purificare dalla sua Parola, ci introduce invece nel cuore della realtà, nell’intimo
Motore del divenire cosmico, ci introduce per così dire nel cuore pulsante dell’universo”.
Il
Pontefice si è poi soffermato sul valore della sofferenza, un mistero che trova risposte
e senso nella Pasqua di Resurrezione di Gesù. La sofferenza di Cristo - ha affermato
- è tutta permeata dalla luce dell’amore: l’amore del Padre gli permette di andare
incontro con fiducia al suo “ultimo battesimo”.
“Quel
battesimo di dolore e d’amore, Gesù lo ha ricevuto per noi, per tutta l’umanità. Ha
sofferto per la verità e la giustizia, portando nella storia degli uomini il vangelo
della sofferenza, che è l’altra faccia del vangelo dell’amore”.
Più
è grande la speranza che ci anima, tanto maggiore è anche in noi la capacità di soffrire
per amore della Verità e del Bene, offrendo con gioia le piccole e grandi fatiche
di ogni giorno e inserendole nel grande com-patire di Cristo, sull’esempio di tanti
testimoni che nel corso della storia della Chiesa si sono spesi senza risparmio e
a costo di duri patimenti. Un cammino di perfezione evangelica possibile grazie all’aiuto
di Maria, Madre di tutti. A tal proposito, Benedetto XVI ha ricordato i 150 anni dalle
apparizioni di Lourdes: “Iniziamo pertanto la Quaresima in
spirituale unione con Maria, che “ha avanzato nel cammino della fede” dietro il suo
Figlio e sempre precede i discepoli nell’itinerario verso la luce pasquale”.