Sciolte le Camere in Italia. Elezioni anticipate il 13 e 14 aprile
Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha firmato questa mattina il decreto
di scioglimento delle Camere, controfirmato dal premier dimissionario, Romano Prodi.
Il Consiglio dei ministri ha fissato la data delle elezioni politiche per il 13 e
14 aprile. Ieri intanto, il governo aveva messo in agenda il 18 maggio il referendum
elettorale, ma la consultazione slitterà al prossimo anno. Servizio di Giampiero
Guadagni.
Si chiude
dunque la XV legislatura, la seconda più breve della storia repubblicana, con i suoi
650 giorni di vita. Il capo dello Stato, dopo aver preso atto con rammarico del fallimento
del mandato esplorativo di Franco Marini, ha sciolto le Camere e ha avviato l’Italia
verso le nuove elezioni. Un ritorno alle urne così fortemente anticipato, ha osservato
questa mattina Napolitano, costituisce una anomalia. Ma, ha aggiunto, si tratta di
una decisione obbligata. Il presidente delleRepubblica, lo ha ribadito oggi,
avrebbe preferito un accordo politico ampio per un governo funzionale alla riforma
della legge elettorale. Napolitano invita le forze politiche a non tornare indietro
sulla strada del dialogo sulle riforme, dialogo definito un’esigenza ineludibile del
Paese. E in questo senso qualche segnale incoraggiante sta arrivando, almeno nei primissimi
confronti di una campagna elettorale di fatto già iniziata. Per il momento, gli schieramenti
sono occupati soprattutto a ridisegnare le loro alleanze. Il Partito democratico (PD)
di Veltroni sembra ormai deciso a presentarsi da solo con un proprio programma. Sostegno
dal premier dimissionario Prodi che però, ha confermato, non si ricandiderà alle elezioni.
La sinistra pensa ad un accordo tecnico al Senato con il PD e potrebbe puntare su
Fausto Bertinotti come candidato premier. Il processo di semplificazione messo in
moto da Veltroni condiziona in qualche modo anche le scelte del centrodestra. Che
ha ritrovato compattezza intorno alla leadership di Silvio Berlusconi, ma non vuole
presentarsi all’elettorato con troppi simboli di partito. Sabato prossimo, peraltro
l’UDEUR deciderà se entrare in questa alleanza. Forza Italia sollecita Mastella in
tal senso. Ma deve vincere le perplessità di AN e Lega, contrari a nuovi ingressi
nella Casa delle libertà. (Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni)
Gaza Un
militante palestinese è rimasto gravemente ferito da un missile sparato questa mattina
da un aereo israeliano presso il campo profughi di Jabaliya, nel nord della Striscia
di Gaza. L'esercito israeliano ha confermato il raid, affermando che era diretto contro
una squadra di militanti pronti a sparare razzi contro Israele. Intanto, forze israeliane
hanno arrestato la scorsa notte a Hebron, in Cisgiordania, il padre di uno dei due
kamikaze dell'attentato suicida di lunedì scorso a Dimona, riferisce la radio Voce
della Palestina. L'arresto di Salim Hirbawi, padre di Mohammed Hirbawi, è giunto dopo
che ieri sera Hamas ha rivendicato formalmente l'attentato, nel quale è morta una
donna israeliana. Il comunicato di Hamas è stato diramato a 30 ore dell'attentato,
dopo che l'attacco era stato già rivendicato congiuntamente dal Fronte Popolare di
Liberazione della Palestina (PFLP) e da una frangia delle Brigate dei martiri di al
Aqsa, legate al partito Fatah del presidente palestinese Abbas.
Pakistan Un
elicottero militare pakistano si è schiantato nelle zone tribali al confine con l'Afghanistan,
nel Waziristan del sud, provocando la morte di almeno otto persone che si trovavano
a bordo. Fra le vittime, il generale Javed Sultan, comandante delle forze basate a
Kohat da cui dipende la massiccia offensiva in corso contro i talebani in corso nella
regione. In un’intervista alla BBC, un portavoce militare ha assicurato che le cause
dello schianto sono state un problema tecnico e il maltempo. Intanto, si profila una
nuova sfida all'establishment militare a Perwez Musharraf. Generali e ammiragli in
pensione, compreso un ex campo di Stato maggiore, si sono riuniti per la terza volta
in due settimane a Rawalpindi - formalmente si trattava di un seminario sul Kashmir
- per chiedere le dimissioni del presidente, fino allo scorso dicembre capo di Stato
maggiore delle Forze armate. Ma l'occasione si è' presto trasformata in un’inedita
manifestazione, in cui decine di uomini hanno sfilato lungo la strada principale della
roccaforte militare pakistana scandendo slogan e canzoni contro Musharraf. La prima
iniziativa di questo gruppo di pressione, la Società degli ex militari, risale allo
scorso 22 gennaio, quando fu scritta anche una risoluzione in cui si chiedevano esplicitamente
le dimissioni del presidente. Il generale Jamshed Gulzar Kiani, ex comandante di Rawalpindi
mentre Musharraf era capo di stato maggiore, ha ricordato che nel 1999, subito dopo
il golpe, Musharraf aveva definito un piano di azione in sette punti, nessuno dei
quali, denuncia, è stato attuato.
Apertura in calo delle Borse europee
dopo il forte ribasso delle asiatiche La Borsa di Tokyo ha chiuso gli scambi
in forte ribasso a -4,70%. La Borsa di Hong Kong ha aperto in forte ribasso. L'indice
Hang Seng sprofonda a -5,4% per i timori di recessione negli Stati Uniti. Parigi,
Francoforte, Milano e Londra aprono in calo. Nella seduta di ieri, complessivamente,
le Borse europee hanno mandato in fumo 241 miliardi di capitalizzazione.
Rinviato
l'accordo UE-Serbia E' stata rinviata la firma dell'accordo politico tra UE
e Serbia prevista per domani. Lo ha confermato il commissario europeo all'Allargamento,
Olli Rehn. Il nostro servizio:
“Ostacoli
politici e procedurali impediscono la decisione che autorizzi la firma dell'accordo
politico”. E’ quanto spiega Olli Rehn, augurandosi che il problema possa essere risolto
al più presto. Esprime grandissimo rammarico sottolineando che resta l’impegno e l'invito
per quando sarà pronta la Serbia. La ragione del rinvio sta nelle violente polemiche
deflagrate a Belgrado sul significato dell'accordo, proposto dai ministri degli Esteri
dei Ventisette, la scorsa settimana a Bruxelles. Era un accordo proposto come tappa
intermedia visto che alcuni stati membri chiedono come condizione per il vero e proprio
Accordo di Stabilizzazione e associazione (ASA) la consegna al Tribunale internazionale
dell'Aja dell'ex generale serbo-bosniaco, Ratko Mladic. Il nodo centrale, però, sembra
essere tutto nella missione civile UE in Kosovo. Lunedì scorso, le capitali europee
hanno confermato il via libera anche se resta da definire la data dell'avvio. Durissime
le parole del premier Kostunica, ma anche il rieletto presidente europeista Tadic
ha detto che "non vi è alcuna base legale per una missione UE in Kosovo".
26
morti per il tornado nel sud degli Stati Uniti E’ stato aggiornato a 26 morti
il bilancio delle vittime della serie di tornado che hanno colpito il sud degli Stati
Uniti durante il "Supertuesday" elettorale. In Tennessee, dove un tornado ha colpito
la città di Memphis e la contea di Nashville, le vittime sono salite a 12. Il bilancio
si è aggravato anche in Arkansas con 11 morti, oltre alle tre persone che hanno perso
la vita in una casa mobile in Kentucky.
Braccio di ferro Osce-Mosca sull'invio
di osservatori alle presidenziali russe L'OSCE potrebbe boicottare le elezioni
presidenziali russe del 2 marzo, a causa delle restrizioni imposte da Mosca all'invio
di ossservatori. Un tentativo di compromesso avanzato ieri dalla commissione elettorale
russa è stato respinto dall'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa,
che lo ha giudicato ancora insufficiente. In sostanza, l'OSCE vorrebbe che un primo
gruppo di osservatori sia sul posto già a partire dal 15 febbraio. Il Cremlino, che
in prima battuta aveva autorizzato il soggiorno solo a partire dal 28 febbraio, ha
ora anticipato di una settimana. Troppo poco, ribatte l'ufficio di monitoraggio, per
poter certificare l'assenza di irregolarità nei preparativi del voto. Il braccio di
ferro rischia di esacerbare ulteriormente le polemiche in corso tra Russia e Unione
Europea sulla correttezza di uno scrutinio che il candidato appoggiato dal Cremlino,
il presidente di Gazprom, Dmitry Medvedev, è sicuro di vincere, con un margine di
consenso intorno al 70 per cento. Uno scenario che consentirebbe a Vladimir Putin
di lasciare la presidenza per assumere la carica di primo ministro.
Ucraina La
richiesta di avviare la procedura per entrare nella NATO provoca una zuffa al parlamento
ucraino. Il presidente, Viktor Yushchenko, è stato costretto a rinviare il previsto
discorso annuale sullo stato della nazione a causa delle proteste dell'opposizione.
Il governo di Kiev ha chiesto all'Alleanza atlantica di autorizzare il Paese al primo
passo nella lunga procedura che porta all'adesione. L'opposizione filorussa accusa
l'esecutivo di andare contro la volontà dell'opinione pubblica. In effetti, secondo
i sondaggi, 6 ucraini su 10 sono contrari all'ingresso nella NATO, con cui l'Ucraina
comunque collabora fin dalla metà degli anni '90. Il governo va avanti promettendo
un referendum se e quando verrà il momento vero e proprio dell'adesione al Trattato
dell'Atlantico del nord. La Russia minaccia ritorsioni. Intanto Kiev, che ha bisogno
della Russia, sostiene l'ingresso della Russia nell'organizzazione mondiale del commercio.
(Panoramica internazionale a cura di Fausta Speranza)
Bollettino
del Radiogiornale della Radio Vaticana Anno LII no. 37 E'
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