Nota della Cattolica sulla produzione di un embrione da tre genitori nel Regno Unito
Ha destato clamore la notizia di una nuova scoperta, proveniente da ambienti scientifici
britannici, presentata come una possibile soluzione ad una serie di malattie: alcuni
scienziati britannici hanno dichiarato, ieri, di aver creato un embrione da un uomo
e da due donne. Secondo il Centro di ateneo di bioetica dell’Università cattolica,
si tratta "dell’ennesimo esperimento su esseri umani allo stadio embrionale" e testimonia
come stia lentamente cadendo "la barriera culturale e morale che ci impediva di trattare
i nostri simili, come puro materiale biologico". Secondo il team dell’Università di
Newscastle, questa nuova procedura potrebbe rivelarsi “rivoluzionaria” per la cura
di malattie ereditarie. L’opinione pubblica – si legge nella nota del Centro di bioetica
– viene emotivamente coinvolta quando viene annunciata “la possibilità di dare figli
sani a coppie segnate da malattie genetiche”. Ma così – si precisa nel documento –
si impedisce di comprendere quale sia la vera posta in gioco, ovvero “il fatto che
queste tecniche stravolgono alla loro radice il significato antropologico della generazione
umana”. Si introduce quindi “l’dea che esista una sorta di diritto a programmare e
a manipolare geneticamente i propri figli, in nome della loro salute”. Le varie carte
dei diritti si trasformano così – si legge ancota nella nota – “in diritti di carta
laddove ci sono soggetti che non sono in grado di rivendicarli e di farli rispettare”.
Gli scienziati britannici sostengono che la creazione di un embrione da tre genitori
consente di risolvere il problema della trasmissione di malattie gravi tra madre e
figlio. Si potrebbe così ovviare, in particolare, ai difetti del mitocondrio, micro
organismo responsabile di una cinquantina di malattie conosciute. L’annuncio arriva
dopo la recente notizia, sempre dal Regno Unito, della sperimentazione su topi di
una tecnica che potrebbe consentire di prelevare delle cellule staminali dal midollo
osseo della donna per creare spermatozoi e avere figli senza il concorso dell’uomo.
Secondo Josephine Quintavalle di Comment on Reproductive Ethics (CORE), la creazione
di un embrione con il DNA di un uomo e di due donne, è un ulteriore passo verso la
creazione di “bambini su misura”. “E’ inconcepibile – ha aggiunto in un’intervista
rilasciata al quotidiano ‘Avvenire’ – giocare in questo modo con la creazione”. Il
vice presidente del comitato nazionale di bioetica italiano, Lorenzo D’Avack, ha affermato,
inoltre, che così “si mette in discussione l’identità del nascituro”. Per Bruno Dallapiccola,
presidente di “Scienza e vita”, si tratta di un “obbrobrio”. (A cura di Amedeo
Lomonaco)