2008-02-06 14:41:21

Il Pontificio Consiglio per i Laici promuove a Roma un Convegno internazionale a 20 anni dalla "Mulieris dignitatem"


“Donna e uomo, l’humanum nella sua interezza” è il tema del Convegno internazionale, promosso dal Pontificio Consiglio per i Laici, nel 20º della Lettera apostolica di Giovanni Paolo II "Mulieris dignitatem", in programma da domani a sabato prossimo a Roma. I partecipanti saranno più di 260, provenienti da 49 Paesi dei 5 continenti. Vi saranno delegazioni di 40 Conferenze episcopali, nonché rappresentanti di Movimenti ecclesiali e Nuove Comunità, associazioni femminili cattoliche, Istituti religiosi femminili e donne leader nei diversi campi della cultura. Giovanni Peduto ha chiesto alla dottoressa Rocío Figueroa, officiale del Pontificio Consiglio per i laici e organizzatrice dell’incontro, quale sia l’attualità della "Mulieris dignitatem":RealAudioMP3


R. – Possiamo vedere che attualmente ci sono delle correnti, delle tendenze nei diversi femminismi. Da una parte, si tende qualche volta a fare opposizione fra la donna e l’uomo, e da un’altra parte, si tende ad eliminare le differenze scritte dalla natura umana. Secondo me, con queste problematiche culturali, la lettera apostolica "Mulieris dignitatem", è tremendamente attuale, perché Giovanni Paolo II risponde alla questione antropologica, parlando sia dell’unità - e l’uguaglianza è nella dignità tra uomo e donna - sia anche della differenza, una differenza che non è abissale, ma che è iscritta anche nella natura umana. Allora, Giovanni Paolo II parla di questa unidualità, che risponde alla vocazione originaria della persona umana.

 
D. – In che misura “il genio femminile” della donna riesce a realizzarsi nella Chiesa? Pensiamo anche a ruoli di responsabilità…

 
R. – Il genio femminile è sempre stato presente nella Chiesa, basti pensare oggi a tutte le chiese, che di solito sono più piene di donne che di uomini. Il genio femminile si realizza e la donna è sempre stata presente nella dimensione carismatica della Chiesa. Pensiamo soltanto alla famiglia, all’educazione, ai diversi ambiti. E’ vero, però, che bisogna anche, secondo me, che questo genio femminile si esprima di più, si realizzi di più nella dimensione più pubblica, nei posti di responsabilità, nelle strutture della Chiesa. E questa è una cosa positiva che sta diventando sempre più attuale. Ci sono sempre più donne protagoniste, come laiche, come cattoliche nella Chiesa, nel mondo e nella società.

 
D. - Un tempo si parlava di parità uomo-donna: oggi sempre di più sembra perdersi questa distinzione, tanto che talora non si parla di sessi ma di “generi” più o meno identificati…

 
R. – Secondo me, questo è un grande problema, perché attualmente viviamo in una cultura post-moderna, dove ci troviamo di fronte ad un decostruttivismo, c’è un relativismo, una mancanza nel pensare che si possa veramente arrivare alla verità. Tutto diventa una costruzione culturale e non c’è più un dato antropologico vero. Secondo me, questo è un grande problema, perché tradisce la verità dell'essere umano. Oggi si sta perdendo questa distinzione, perché si sta perdendo l’identità dell’essere umano, e cioè che in origine siamo stati creati uomo e donna. Quindi, non si può opporre la dimensione sessuale alla dimensione culturale. Tutte e due sono parti fondamentali, fondanti di chi è l’essere umano. Allora, bisogna sempre unire la natura con la dimensione culturale. Una dimensione culturale però che parte da una base antropologica, che è la natura umana.

 
D. - Nel Regno Unito c’è una proposta governativa per vietare che nelle comunicazioni scolastiche compaiono i termini “papà e mamma” per non discriminare i bambini che hanno genitori dello stesso sesso…

 
R. – Qui vediamo che, secondo me, siamo di fronte ai problemi delle leggi, che tantissime volte esprimono un diritto positivo che si allontana dalla legge naturale, rispettando la dignità umana e rispettando le verità fondamentali dell’essere umano. Quando ci sono delle leggi che vanno contro questa natura umana, per esempio contro la famiglia, che è la base della società e il futuro della società, stiamo veramente tradendo l’essere umano e pertanto l’umanità. Allora, bisogna cercare che le leggi rispondano alla dignità e alla verità di chi è l’essere umano.

 
D. - Cosa può dare la femminilità all’umanità?

 
R. – Possiamo dire che c’è un fatto caratteristico dell’essere donna, di cui l’umanità ha bisogno: la donna è madre, così come l’uomo è padre, ed è madre non soltanto in senso fisico, ma in senso lato. E la maternità implica tante cose: la nostra capacità di proteggere la vita, di custodirla, di preoccuparsi della persona concreta, la capacità di sacrificio, di un amore forte, di una forza profonda, spirituale. Sono tutte dimensioni di cui il mondo ha bisogno. Il mondo in qualche modo è un po’ orfano sia di padri che di madri. Allora, bisogna che le donne vivano fino in fondo la propria vocazione come madri, ma anche come protagoniste, per costruire, edificare, una cultura più umana, più riconciliata. C’è bisogno, dunque, di questa presenza femminile nei diversi ambiti della cultura.







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