Il richiamo al valore della vita umana, contro le pratiche che la minacciano, al centro
della Campagna di Fraternità che inizia domani in Brasile. Intervista con mons. Damasceno
Assis
"Un bene impagabile e indisponibile, manifestazione della sapienza e insondabile provvidenza
di Dio Creatore". Definisce la vita con queste parole il cardinale arcivescovo di
San Paolo, Odilo Pedro Sherer. In una nota, il porporato presenta la Campagna di Fraternità
della Chiesa brasiliana, che ogni anno inizia in coincidenza con il Mercoledì delle
Ceneri e per la quale tradizionalmente il Papa invia un suo messaggio. Il titolo della
Campagna per la Quaresima 2008 è "Fraternità e difesa della vita", con riferimento
diretto alle problematiche connesse in particolare con la tutela dei non nati, dei
minori, degli anziani. Al microfono di Cristiane Murray, della redazione brasiliana
della nostra emittente, parla della Campagna di Fraternità l'arcivescovo di Aparecida,
Raimundo Damasceno Assis, presidente della Conferenza episcopale brasiliana:
R. -
Tutti qui in Brasile saranno invitati durante questa Quaresima a riflettere su questo
tema e al tempo stesso a prendersi la responsabilità di fare tutto quello che è possibile
per difendere la vita, per rifiutare tutte le forme di violenza contro la vita. Sappiamo
che oggi in Brasile abbiamo circa 46 mila omicidi all’anno - e questo è davvero troppo
- e 35 mila morti sulle strade del Paese. Abbiamo l’aborto, abbiamo molti tentativi
di introduzione dell’eutanasia attraverso le legislazioni dei nostri parlamenti. Ci
sono tante forme che minacciano la vita oggi qui in Brasile e in tutto il mondo. C’è
bisogno di giustizia sociale, che si protegga l’ambiente, che è molto importante per
la vita di tutti noi, nella nostra Terra. E allora la Chiesa propone questo tema,
molto opportuno e molto attuale, per riflettere qui in Brasile affinché tutte le persone
prendano coscienza dell’importanza di questo tema e si assumano la responsabilità
di difendere la vita in tutte le circostanze e in tutte le sue tappe.