CANADA/IRAQ Appello dei vescovi per un intervento urgente a favore dei cristiani iracheni
OTTAWA, 5 feb 08 - I vescovi del Canada hanno rivolto un pressante appello al primo
ministro Stephen Harper affinché il governo riservi “un’ attenzione particolare ai
cristiani iracheni” che chiedono un visto per entrare nel Paese. In una lettera al
capo dell’Esecutivo, il presidente della Conferenza episcopale (CECC), mons. James
Weisberger, denuncia come “i cristiani che vivono in Iraq subiscano una spirale di
violenza che non cessa di aggravarsi”. Da due anni, infatti, “i cristiani sono vittime
di omicidi, rapimenti e minacce di ogni tipo e non hanno alcuna protezione dalla milizia
e dalle autorità politiche”. Estremisti cercano di convertirli con la forza all’Islam
e non possono più professare la loro fede, al punto che quelli che decidono la strada
dell’esilio “possono a giusto titolo essere considerati dei veri e propri rifugiati
politici”. “Di fronte all’inerzia e all’indifferenza di alcuni – rileva la lettera
della CECC - il Canada può aiutare ad alleviare il dolore delle persone vittime di
ingiustizie e rappresaglie assurde”. La lettera chiede quindi di facilitare le procedure
per il rilascio dei visti e di aumentare le quote riservate ai rifugiati iracheni
, come si è fatto durante la guerra del Kosovo e in Sierra Leone. La Chiesa canadese,
insieme ad altre organizzazioni umanitarie, si sta intanto mobilitando per aiutare
i rifugiati cristiani iracheni. Come ha confermato in questi giorni l’arcivescovo
latino di Baghdad mons. Jean Benjamin Sleiman, la loro emigrazione si sta trasformando
in un vero e proprio esodo. (Lettera CECC – ZENGARINI)