AUSTRALIA Bene per i vescovi le scuse del governo sulla passata politica verso gli
aborigeni
CANBERRA, 5 feb 08 - I vescovi australiani salutano con favore l’intenzione del governo
federale di chiedere scuse formali alle “generazioni rubate” dei popoli aborigeni
vittime fino a pochi decenni fa della politica dell'assimilazione forzata. Il nuovo
premier laburista Kevin Rudd ha annunciato che la questione sarà tra i primi punti
in agenda all’apertura del Parlamento, il 13 febbraio. “Un grande sollievo per la
maggior parte degli australiani”: così ha commentato la decisione, attesa da anni,
il presidente della Commissione episcopale per gli indigeni, mons. Barry Hickey, arcivescovo
di Perth. “Su questa questione il popolo australiano è stato molto più lungimirante
dei suoi leader politici. Il governo federale dovrebbe esprimere tristezza per le
cose terribili accadute a tante comunità anche se questo non significa che esso sia
l’unico responsabile”. Tra il 1910 e il 1972 centinaia di migliaia di bambini aborigeni
vennero sottratti con la forza alle loro famiglie e affidati ad istituti statali e
religiosi Alla base di questa politica vi era l'idea della fondamentale superiorità
della cultura bianca. Le Chiese australiane in questi anni hanno ammesso la loro parte
di responsabilità, del resto accertate qualche anno fa da una speciale Commissione
di inchiesta. Più reticente, fino alla svolta del nuovo Premier Rudd, è stato il governo
australiano. Il timore avanzato da alcuni è che le scuse ufficiali possano portare
alla richiesta di risarcimenti da parte delle vittime. Considerazioni che, secondo
mons. Hickey, dovrebbero avere un peso minore rispetto al dovere morale della società
australiana di fare i conti con il proprio passato e di aiutare le vittime a ricostruire
le loro vite spezzate. (Cns – ZENGARINI)