2008-02-04 12:46:44

Un Paese di valori cristiani che la secolarizzazione sta minando: la sfida dei vescovi della Costa Rica, da oggi in visita "ad Limina" da Benedetto XVI


Un Paese che ha conosciuto il Vangelo 450 anni fa - fu un francescano il primo annunciatore - ma che oggi sta perdendo memoria dei suoi antichi valori cristiani, sotto la spinta della secolarizzazione. Si tratta della Repubblica della Costa Rica, piccolo Stato del Centroamerica stretto tra l'Oceano Atlantico e il Pacifico. Da questa mattina, i vescovi costaricani sono in visita ad Limina da Benedetto XVI, che ne ha ricevuto un primo gruppo. Cattolica per oltre l'80% dei suoi quattro milioni di abitanti, la Costa Rica sta facendo i conti - come molte nazioni latinoamericane - con l'onda lunga del relativismo religioso, che mina i fondamenti della dignità umana in senso cristiano, a partire dal rispetto per la vita. Lo conferma il presidente della Conferenza episcopale locale, e vescovo di Cartago, Francisco Ulloa Rojas, al microfono di Alina Tufani, collega della redazione ispanoamericana della nostra emittente:RealAudioMP3


R. - La primera preocupación...
La prima preoccupazione per noi vescovi è l’avanzata del secolarismo in Costa Rica: notiamo una società sempre più indifferente al fatto religioso, e la cosa più preoccupante per noi è che questa indifferenza è diffusa soprattutto tra i giovani. Un’altro aspetto che ci preoccupa è la famiglia: la famiglia è stata sempre fattore determinante di unità e integrazione in Costa Rica, ma negli ultimi anni si è andata sfaldando e sembra non essere più quella cinghia di trasmissione dei valori della fede quale è stata finora. Questo pone il problema di come dare un’educazione cristiana ai bambini, compito prima affidato alla famiglia. Ancora, un’altra preoccupazione fondamentale per noi è come evangelizzare questi areopaghi a cui sembra non giungere il messaggio cristiano: gli ambienti intellettuali, le università, i mezzi di comunicazione sociale, i comunicatori e gli artisti, ambienti in cui si sta perdendo oggi il sentimento cristiano.

 
D. - Alla loro ultima assemblea plenaria i vescovi hanno parlato della disgregazione della famiglia e espresso preoccupazione per alcuni orientamenti politici contrari alla vita. In quale direzione si stanno muovendo le scelte politiche in questo ambito in Costa Rica?

 
R. - Sì, nosostros estamos muy atentos...
In effetti, seguiamo con attenzione alcune proposte di legge presentate all’Assemblea legislativa che sono contrarie alla vita, come quelle riguardanti la pillola del giorno dopo o lo stesso aborto. Ci sono spinte per cambiare l’articolo 21 della Costituzione, che difende la vita dal suo concepimento fino alla sua morte naturale. Noi come vescovi siamo uniti contro questi attacchi e speriamo che l’Assemblea segua i principi etici della Chiesa.

 
D. - Crede che l’educazione cattolica in Costa Rica sia minacciata?

 
R. - Hay una corriente muy fuerte en Costa Rica...
In Costa Rica, ci sono forti spinte alla secolarizzazione che vogliono emarginare la dimensione religiosa, confinandola nel privato, e che premono perché si elimini l’articolo della Costituzione che attribuisce alla Chiesa il diritto di impartire l’educazione cattolica nelle scuole. Altre comunità religiose stanno rivendicando lo stesso diritto. Il governo continua a mantenere l’insegnamento obbligatorio della religione cattolica, perché è previsto dalla Costituzione. Certo il pericolo e il rischio che prevalgano quelle correnti che vorrebbero abolirla in tutti gli istituti educativi c’è, ma noi ci stiamo battendo per difendere questo diritto.

 
D. - La Costa Rica si caratterizza per una lunga tradizione democratica, una forte cultura della pace tanto che non possiede un esercito e tuttavia soffre delle piaghe della povertà e della disuguaglianza, dell’insicurezza e della violenza. Cosa sta succedendo nel Paese?

 
R. - El Costa Rica...
La Costa Rica è conosciuta come un Paese pacifico, per i suoi valori democratici di solidarietà e uguaglianza. Certo, negli ultimi anni questi valori si stanno deteriorando: si assiste a una escalation di violenze molto forte. Questo preoccupa perché porta all’insicurezza nelle città. Senza dubbio il divario tra ricchi e poveri è aumentato e i vescovi appoggiano tutti i programmi sociali promossi dal governo, in particolare quelli nel campo dell’educazione.

 
D. - Alla luce della V Conferenza dell’episcopato latinoamericano di Aparecida e del mandato della Missione continentale, quali piani pastorali ha in progetto l’episcopato costaricano?

 
R. - Estamos ya buscando como realizarla...
Stiamo già studiando come realizzarla in ogni diocesi e a livello nazionale. La nostra più grande preoccupazione, e crediamo che sia questo il senso di tale missione, è come raggiungere i lontani dalla Chiesa. Si tratta di una missione permanente, che deve coinvolgere i laici: abbiamo molti laici impegnati e formati per questo.







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