Un Paese di valori cristiani che la secolarizzazione sta minando: la sfida dei vescovi
della Costa Rica, da oggi in visita "ad Limina" da Benedetto XVI
Un Paese che ha conosciuto il Vangelo 450 anni fa - fu un francescano il primo annunciatore
- ma che oggi sta perdendo memoria dei suoi antichi valori cristiani, sotto la spinta
della secolarizzazione. Si tratta della Repubblica della Costa Rica, piccolo Stato
del Centroamerica stretto tra l'Oceano Atlantico e il Pacifico. Da questa mattina,
i vescovi costaricani sono in visita ad Limina da Benedetto XVI, che ne ha
ricevuto un primo gruppo. Cattolica per oltre l'80% dei suoi quattro milioni di abitanti,
la Costa Rica sta facendo i conti - come molte nazioni latinoamericane - con l'onda
lunga del relativismo religioso, che mina i fondamenti della dignità umana in senso
cristiano, a partire dal rispetto per la vita. Lo conferma il presidente della Conferenza
episcopale locale, e vescovo di Cartago, Francisco Ulloa Rojas, al microfono
di Alina Tufani, collega della redazione ispanoamericana della nostra emittente:
R. -
La primera preocupación... La prima preoccupazione per noi vescovi è l’avanzata
del secolarismo in Costa Rica: notiamo una società sempre più indifferente al fatto
religioso, e la cosa più preoccupante per noi è che questa indifferenza è diffusa
soprattutto tra i giovani. Un’altro aspetto che ci preoccupa è la famiglia: la famiglia
è stata sempre fattore determinante di unità e integrazione in Costa Rica, ma negli
ultimi anni si è andata sfaldando e sembra non essere più quella cinghia di trasmissione
dei valori della fede quale è stata finora. Questo pone il problema di come dare un’educazione
cristiana ai bambini, compito prima affidato alla famiglia. Ancora, un’altra preoccupazione
fondamentale per noi è come evangelizzare questi areopaghi a cui sembra non giungere
il messaggio cristiano: gli ambienti intellettuali, le università, i mezzi di comunicazione
sociale, i comunicatori e gli artisti, ambienti in cui si sta perdendo oggi il sentimento
cristiano.
D. - Alla loro ultima assemblea plenaria
i vescovi hanno parlato della disgregazione della famiglia e espresso preoccupazione
per alcuni orientamenti politici contrari alla vita. In quale direzione si stanno
muovendo le scelte politiche in questo ambito in Costa Rica?
R.
- Sì, nosostros estamos muy atentos... In effetti, seguiamo con attenzione
alcune proposte di legge presentate all’Assemblea legislativa che sono contrarie alla
vita, come quelle riguardanti la pillola del giorno dopo o lo stesso aborto. Ci sono
spinte per cambiare l’articolo 21 della Costituzione, che difende la vita dal suo
concepimento fino alla sua morte naturale. Noi come vescovi siamo uniti contro questi
attacchi e speriamo che l’Assemblea segua i principi etici della Chiesa.
D.
- Crede che l’educazione cattolica in Costa Rica sia minacciata?
R.
- Hay una corriente muy fuerte en Costa Rica... In Costa Rica, ci sono
forti spinte alla secolarizzazione che vogliono emarginare la dimensione religiosa,
confinandola nel privato, e che premono perché si elimini l’articolo della Costituzione
che attribuisce alla Chiesa il diritto di impartire l’educazione cattolica nelle scuole.
Altre comunità religiose stanno rivendicando lo stesso diritto. Il governo continua
a mantenere l’insegnamento obbligatorio della religione cattolica, perché è previsto
dalla Costituzione. Certo il pericolo e il rischio che prevalgano quelle correnti
che vorrebbero abolirla in tutti gli istituti educativi c’è, ma noi ci stiamo battendo
per difendere questo diritto.
D. - La Costa Rica
si caratterizza per una lunga tradizione democratica, una forte cultura della pace
tanto che non possiede un esercito e tuttavia soffre delle piaghe della povertà e
della disuguaglianza, dell’insicurezza e della violenza. Cosa sta succedendo nel Paese?
R.
- El Costa Rica... La Costa Rica è conosciuta come un Paese pacifico, per
i suoi valori democratici di solidarietà e uguaglianza. Certo, negli ultimi anni questi
valori si stanno deteriorando: si assiste a una escalation di violenze molto forte.
Questo preoccupa perché porta all’insicurezza nelle città. Senza dubbio il divario
tra ricchi e poveri è aumentato e i vescovi appoggiano tutti i programmi sociali
promossi dal governo, in particolare quelli nel campo dell’educazione.
D.
- Alla luce della V Conferenza dell’episcopato latinoamericano di Aparecida e del
mandato della Missione continentale, quali piani pastorali ha in progetto l’episcopato
costaricano?
R. - Estamos ya buscando como realizarla...
Stiamo già studiando come realizzarla in ogni diocesi e a livello nazionale. La nostra
più grande preoccupazione, e crediamo che sia questo il senso di tale missione, è
come raggiungere i lontani dalla Chiesa. Si tratta di una missione permanente, che
deve coinvolgere i laici: abbiamo molti laici impegnati e formati per questo.