La visita del Papa al Seminario Romano Maggiore in occasione della Festa della Madonna
della Fiducia
Il Papa si reca oggi in visita al Seminario Romano Maggiore, in occasione della Festa
della Madonna della Fiducia, Patrona dell’Istituto fondato nel 1565. Al suo arrivo
al Seminario, verso le 18.00, Benedetto XVI visiterà in privato la Cappella della
Fiducia, dove alle 18.30 avrà inizio la celebrazione dei Primi Vespri della Festa,
alla presenza della Comunità del Seminario e dei genitori dei seminaristi. Al termine
della liturgia, il Pontefice si tratterrà a cena con la Comunità dell’Istituto. Il
Seminario Romano Maggiore è il Seminario della Diocesi di Roma: attualmente ospita
117 seminaristi, 18 dei quali non italiani. Giovanni Peduto ha chiesto al rettore
mons. Giovanni Tani come vengono preparati i futuri sacerdoti:
R. – Per
quanto riguarda i giovani della diocesi di Roma, prima dell’ingresso in Seminario
vivono un anno di preparazione, l’anno propedeutico, durante il quale approfondiscono
le motivazioni che li portano a fare questa scelta. Poi i primi anni di Seminario
sono dedicati ancora al discernimento della vocazione. Dal terzo anno in poi si guarda
più direttamente alla figura del pastore che si deve formare. La formazione deve guardare
alle quattro dimensioni: umana, spirituale, intellettuale e pastorale. La vita è organizzata
per dare sviluppo a queste quattro dimensioni. Per quanto riguarda l’attività pastorale,
i nostri seminaristi vanno due volte alla settimana in 58 ambiti pastorali, fra parrocchie,
ospedali, carceri, case di accoglienza. Una caratteristica del nostro Seminario è
che la grande comunità è articolata in piccoli gruppi che possono offrire ai singoli
uno spazio più familiare di vita.
D. - Da quali esperienze
provengono?
R. – Alcuni vengono dal Seminario Minore.
La maggior parte arriva dopo la laurea o durante gli studi universitari. Qualcuno
dal lavoro; anche lavoro professionale. L’età va dai 20 ai 35 anni mediamente. Sta
crescendo il numero di coloro che arrivano al Seminario dopo aver fatto in parrocchia
il cammino dei ministranti, dei gruppi giovanili e l’impegno come catechisti.
D.
- I seminaristi di oggi risentono della diffusa mentalità secolaristica?
R.
- Certamente sono giovani immersi (come tutti noi) in questo mondo che per molti versi
dimentica Dio. Ma dal momento che fanno la scelta di mettere la fede come criterio
fondamentale della loro esistenza, cercano anche di formarsi una mentalità e una prassi
di vita che non obbedisca agli schemi di questo mondo. Cercano anche di approfondire
le linee portanti della cultura che si respira, per potersi confrontare con essa in
un dialogo serio e costruttivo.
D. - Cosa direbbe
a un giovane che sente il desiderio di diventare sacerdote?
R.
– Lo inviterei a capire, con l’aiuto di una persona fidata, quali sono le motivazioni
che stanno sotto questo desiderio. Questa comprensione non è sempre facile; richiede
tanto ascolto paziente. Lo inviterei a mettersi maggiormente in preghiera. Lo aiuterei
a capire il suo mondo affettivo in vista del celibato. Infine gli indicherei alcuni
servizi nella comunità o verso i poveri per provare la sua generosità.
D.
- Perché questa devozione particolare alla Madonna della Fiducia?
R.-
Nel 1774 il Seminario Romano prese sede nel Collegio Romano e lì incontrò questa immagine
della Madonna della Fiducia. È un’immagine proveniente da Todi, il gesuita padre Crivelli
l’aveva portata per devozione personale al Collegio Romano. Ma, a nostra memoria,
è stato durante il secolo scorso, soprattutto durante la prima guerra mondiale, che
la devozione alla Madonna della Fiducia ha trovato un grosso impulso. I Seminaristi
pregarono e fecero voto a Maria chiedendo che i loro compagni partiti per il fronte
potessero tornare tutti sani e salvi. Per la grazia ricevuta, l’Immagine e l’Altare
furono impreziositi. Nel 1965 Paolo VI incoronò l’Immagine che si trova nella Cappella
Maggiore.