Kenya, negoziati in stallo. L’Unione africana lancia un appello per la fine delle
violenze
Si aggrava la crisi in Kenya, dopo l’omicidio di un secondo esponente dell’opposizione
al presidente Kibaki. Si moltiplicano le manifestazioni di protesta e le violenze
sono sempre più diffuse. Ormai il bilancio dei morti ha ampiamente superato il migliaio,
mentre sono oltre 260mila i profughi. Dalla Francia intanto giunge l’appello affinché
della questione si occupi diffusamente il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite.
Giulio Albanese:
La situazione
del Kenya ha occupato ieri l’intera giornata di apertura dei lavori del summit dell’Unione
africana ad Addis Abeba, in Etiopia. A preoccupare i leader africani sono le conseguenze
economiche e politiche della grave instabilità che ha coinvolto il Paese dopo le elezioni
di dicembre. Nella regione inoltre è giunto anche il segretario generale dell’ONU
Ban Kii Moon per tentare una mediazione tra le fazioni che sostengono Odinga e quelle
che appoggiano il presidente Kibaki. Ma l’intervento dell’UA nella gestione di queste
crisi può realmente portare ad una loro soluzione? Stefano Leszczynski lo ha chiesto
a Enrico Casale, africanista della rivista dei gesuiti Popoli: