2008-02-01 15:34:58

Italia: secondo giorno di consultazioni


Secondo giorno di consultazioni del presidente incaricato Franco Marini. Dopo aver incontrato ieri i partiti minori, oggi sarà la volta di Verdi, Comunisti italiani, Italia dei valori, Rifondazione comunista, Partito socialista e UDC. Ma per la formazione del nuovo governo i margini sono ancora molto stretti. Servizio di Giampiero Guadagni:RealAudioMP3


La vera novità delle ultime ore è la proposta del ministro degli Esteri D’Alema: votare in aprile i referendum elettorali, recentemente ammessi dalla Corte Costituzionale, e dopo qualche mese sciogliere le Camere e andare alle urne. D’Alema conta sul fatto che molti partiti, a cominciare da Alleanza nazionale fino a spezzoni del Partito Democratico, si erano impegnati a raccogliere firme per i referendum. Ma la strada non sembra praticabile. Un no secco è arrivato dal principale destinatario della proposta, Gianfranco Fini, che anzi prevede il voto politico tra il 6 e il 13 aprile. La proposta non fa breccia neppure tra molti alleati di centrosinistra. Questi appoggiano comunque il tentativo di Franco Marini,  anche se prevale lo scetticismo. Questa mattina Comunisti italiani e Verdi hanno ribadito a Marini la loro indisponibilità ad un cambio di maggioranza. Mentre per il presidente della Camera Bertinotti ormai la legislatura è politicamente finita e all’inevitabile voto la sinistra deve arrivare con un soggetto politico unico. Sull’altro fronte, l’UDC ha confermato al presidente incaricato il sì ad una legge elettorale proporzionale alla tedesca, ma non intende in nessuna forma sostenere un governo con il centrosinistra. In dissenso dalla linea di Casini, Baccini e Tabacci hanno lasciato l’UDC, lavorano alla nascita di una forza di centro, alternativa ai due schieramenti. E intanto offrono sostegno a Marini. Un possibile spiraglio. Ma il presidente incaricato è dichiaratamente alla ricerca di un consenso politico ampio. Suo obiettivo non è dunque quello di avere garantiti un paio di voti in più che gli consentano magari di ottenere la fiducia in Parlamento; quanto quello di coinvolgere e convincere Forza Italia a condividere la riforma elettorale, offrendo una data certa e ravvicinata per le elezioni. (Per la Radio Vaticana, Giampiero Guadagni)








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