2008-01-31 12:51:17

Non è vero progresso se la scienza non rispetta la dignità di ogni uomo: così, Benedetto XVI nell’udienza alla Congregazione per la Dottrina della Fede. Il Papa si sofferma anche su ecumenismo e evangelizzazione


Un discorso appassionato sulla dottrina della Chiesa e l’ecumenismo, sui principi dell’evangelizzazione, ma anche sulle sfide poste ai cristiani dai progressi delle tecnologie biomediche. E’ quello rivolto stamani da Benedetto XVI nell’udienza ai partecipanti alla Plenaria della Congregazione per la Dottrina della Fede. Un intervento a tutto campo, quello del Papa, che ha ribadito come il ministero del Successore di Pietro sia primariamente in funzione dell’unità di fede. A rivolgere l’indirizzo d’omaggio al Papa è stato il cardinale prefetto William Levada. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3


“Nella formazione della loro coscienza”, i cristiani “devono considerare diligentemente la dottrina sacra e certa della Chiesa”, che è “maestra di verità” per volontà di Cristo: Benedetto XVI cita il documento conciliare "Dignitatis Humanae" per ribadire quali siano gli orientamenti che i fedeli devono seguire anche di fronte ai problemi difficili e complessi posti oggi dalla bioetica. Il Magistero della Chiesa, rassicura il Papa, “non può e non deve intervenire su ogni novità della scienza, ma ha il compito di ribadire i grandi valori in gioco e di proporre” a tutti gli uomini di buona volontà dei principi etico-morali:

 
“I due criteri fondamentali per il discernimento morale in questo campo sono a) il rispetto incondizionato dell’essere umano come persona, dal suo concepimento fino alla morte naturale, b) il rispetto dell’originalità della trasmissione della vita umana attraverso gli atti propri dei coniugi”.
 
Il Papa ha così ricordato che dopo la pubblicazione nel 1987 dell’Istruzione Donum Vitae, che aveva enunciato tali criteri, molti hanno criticato il Magistero della Chiesa, “denunciandolo come se fosse un ostacolo alla scienza e al vero progresso dell’umanità”. Tuttavia, è stata la sua riflessione, “i nuovi problemi connessi, ad esempio, con il congelamento degli embrioni umani, con la riduzione embrionale, con la diagnosi pre-impiantatoria, con le ricerche sulle cellule staminali embrionali e con i tentativi di clonazione umana, mostrano chiaramente come, con la fecondazione artificiale extra-corporea, sia stata infranta la barriera posta a tutela della dignità umana”:
 
“Quando esseri umani, nello stato più debole e più indifeso della loro esistenza, sono selezionati, abbandonati, uccisi o utilizzati quale puro 'materiale biologico', come negare che essi siano trattati non più come un 'qualcuno', ma come un 'qualcosa', mettendo così in questione il concetto stesso di dignità dell’uomo?”.
 
Certamente, ha proseguito, “la Chiesa apprezza e incoraggia il progresso delle scienze biomediche che aprono prospettive terapeutiche finora sconosciute, mediante, ad esempio, l’uso delle cellule staminali somatiche oppure mediante le terapie volte alla restituzione della fertilità o alla cura delle malattie genetiche”. Apprezzamento accompagnato da una chiarificazione sul ruolo della Chiesa:
 
“Essa sente il dovere di illuminare le coscienze di tutti, affinché il progresso scientifico sia veramente rispettoso di ogni essere umano, a cui va riconosciuta la dignità di persona, essendo creato ad immagine di Dio, altrimenti non è un vero progresso”.
 
Una parte importante del suo discorso, il Papa l’ha dedicata alla dottrina della Chiesa e all’evangelizzazione. Benedetto XVI ha preso spunto da due documenti pubblicati dalla Congregazione per la Dottrina della Fede nel 2007, contenenti, ha detto, “precisazioni necessarie per lo svolgimento corretto del dialogo ecumenico e del dialogo con le religioni e le culture del mondo”. Il primo documento su alcuni aspetti circa la dottrina della Chiesa, ha affermato, ripropone “l’insegnamento del Concilio Vaticano II” e conferma che “l’una e unica Chiesa di Cristo ha la sua sussistenza, permanenza e stabilità nella Chiesa cattolica”. Il Documento, ha aggiunto, richiama inoltre l’attenzione “sulla differenza che ancora permane tra le diverse confessioni cristiane nei riguardi della comprensione dell’essere Chiesa in senso propriamente teologico”:

 
“Ciò, lungi dall’impedire l’impegno ecumenico autentico, sarà di stimolo perché il confronto sulle questioni dottrinali avvenga sempre con realismo e piena consapevolezza degli aspetti che ancora separano le Confessioni cristiane, oltre che nel riconoscimento gioioso delle verità di fede comunemente professate e della necessità di pregare incessantemente per un cammino più solerte verso una maggiore e alla fine piena unità dei cristiani”.
 
Ed ha aggiunto che “coltivare una visione teologica” secondo cui “la Chiesa esisterebbe di fatto in molteplici configurazioni ecclesiali, riconciliabili soltanto in prospettiva escatologica, non potrebbe che generare un rallentamento e ultimamente la paralisi dell’ecumenismo stesso”. Il Pontefice ha così rivolto il pensiero alla “Nota dottrinale su alcuni aspetti dell’evangelizzazione”, pubblicata nel dicembre scorso. A fronte del “rischio di un persistente relativismo del dialogo tra le religioni e le culture”, ha avvertito, “la Chiesa, nel tempo del dialogo tra le religioni e le culture, non si dispensa dalla necessità dell’evangelizzazione e dell’attività missionaria verso i popoli”. Allo stesso tempo, ha ribadito, non “cessa di chiedere agli uomini di accogliere la salvezza offerta a tutte le genti”:

 
“Il riconoscimento di elementi di verità e bontà nelle religioni del mondo e della serietà dei loro sforzi religiosi, lo stesso colloquio e spirito di collaborazione con esse per la difesa e la promozione della dignità della persona e dei valori morali universali, non possono essere intesi come una limitazione del compito missionario della Chiesa, che la impegna ad annunciare incessantemente Cristo come la via, la verità e la vita”.

 
Dal canto suo, il cardinale Levada ha affermato che nella Plenaria, in vista di un eventuale Documento, sono state esaminate le questioni della bioetica “per trovare una conveniente soluzione morale, alla luce dei principi generali dell’antropologia cristiana”.







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