Emergenza nazionale in Bolivia a causa dell’uragano Nina. Morto un volontario della
Comunità Giovanni XXIII
A causa dell’ondata di mal tempo in Bolivia, continua l’emergenza acqua potabile
a La Paz. Oggi, per il quarto giorno consecutivo, la capitale boliviana risente della
penuria di acqua dovuta alle inondazioni in tutto il Paese. Sono più di 200 mila gli
abitanti rimasti senz’acqua e nei negozi stanno finendo le scorte. Cinque giorni fa
il Governo ha proclamato lo “stato di emergenza nazionale” e ha fatto appello alla
comunità internazionale. Immediatamente sono stati inviati in Bolivia farmaci e vettovaglie;
Cile e Venezuela hanno anche messo a disposizione elicotteri per trarre in salvo gli
alluvionati. L’obiettivo è di contrastare i drammatici effetti provocati dall’uragano
Nina, che sembra non volersi arrestare. Finora, secondo fonti locali, i fiumi hanno
sommerso migliaia di abitazioni soprattutto nelle zone della capitale e di Cochabamba.
Frane e smottamenti hanno guastato le tubazioni delle città lasciando senza acqua
gli abitanti. Secondo il bilancio della protezione civile, sono oltre 30 mila le famiglie
alluvionate e circa 35 le vittime. Fra di esse, anche Moris Bertozzi, 36 anni, responsabile
della Comunità Giovanni XXIII fondata da don Oreste Benzi il quale ha perso la vita
venerdì scorso a La Paz, quando la sua auto è stata travolta da un fiume in piena.
I funerali si sono svolti ieri nel Barrio Lipari di La Paz. Moris Bertozzi, missionario
italiano in Bolivia dal 1996, è stato per 10 anni il responsabile di tutte le attività
e case famiglia della Bolivia. (A cura di Chiara Calace)