2008-01-27 13:24:07

La novità del messaggio di Gesù è che “Dio in Lui si è fatto vicino” a noi: così, Benedetto XVI all’Angelus domenicale. Il Papa e i bambini dell’Azione Cattolica lanciano in cielo due colombe simbolo di pace


La novità del messaggio di Gesù é che Dio “si è fatto vicino e regna ormai in mezzo a noi”: è la riflessione offerta da Benedetto XVI ai fedeli riuniti in Piazza San Pietro per l’Angelus domenicale. Tra i tanti pellegrini, anche migliaia di bambini dell’Azione cattolica di Roma, convenuti al termine dell’iniziativa “Mese della pace”. Due di loro, saliti all’appartamento papale, assieme al Santo Padre hanno fatto volare in cielo le colombe della pace. Il servizio di Alessandro Gisotti:RealAudioMP3
 
Con “l’inizio della missione pubblica di Cristo” il Regno di Dio “si è fatto vicino, anzi, è ormai venuto in mezzo a noi”: è quanto sottolineato da Benedetto XVI che si è soffermato sulla liturgia della Terza domenica del tempo ordinario incentrata sull’inizio della predicazione di Gesù in Galilea. Una terra periferica, ha rilevato il Papa, ma che il profeta Isaia aveva già preannunciato avrebbe avuto un futuro glorioso, “avrebbe visto una grande luce”, quella di Cristo e del suo Vangelo. Proprio il termine “vangelo”, ha proseguito, era usato ai tempi di Gesù dagli imperatori romani per i loro proclami. Ma ora, ha avvertito il Papa, la “Buona Novella” assume un significato radicalmente diverso:

 
“Applicare questa parola alla predicazione di Gesù ebbe dunque un senso fortemente critico, come dire: Dio, non l’imperatore, è il Signore del mondo, e il vero Vangelo è quello di Gesù Cristo”.
 
Dunque, la buona notizia proclamata da Gesù si riassume in questo: che è Dio a regnare, “è Dio il Signore e la sua signoria è presente, attuale, si sta realizzando”:

 
“La novità del messaggio di Cristo è dunque che Dio in Lui si è fatto vicino, regna ormai in mezzo a noi, come dimostrano i miracoli e le guarigioni che compie. Dio regna nel mondo mediante il suo Figlio fatto uomo e con la forza dello Spirito Santo, che viene chiamato “dito di Dio”.
 
Dove arriva Gesù, ha detto ancora, “lo Spirito creatore reca vita e gli uomini sono sanati dalle malattie del corpo e dello spirito. La signoria di Dio si manifesta allora nella guarigione integrale dell’uomo”:

 
“Con ciò Gesù vuole rivelare il volto del vero Dio, il Dio vicino, pieno di misericordia per ogni essere umano; il Dio che ci fa dono della vita in abbondanza, della sua stessa vita. Il regno di Dio è pertanto la vita che si afferma sulla morte, la luce della verità che disperde le tenebre dell’ignoranza e della menzogna”.
 
Dopo l’Angelus, si è vissuto un momento particolarmente gioioso con il lancio in volo di due colombe, simbolo di pace, da parte del Santo Padre e due bambini dell’Azione Cattolica di Roma, saliti all’appartamento papale. Ecco le parole della bambina, che ha parlato a nome dei tanti giovani presenti in Piazza San Pietro:
 
“Caro Papa, impariamo da te cosa vuol dire essere veramente operatori, nel quotidiano, di quella Pace che gridiamo e invochiamo in questa giornata! Come tu ci hai detto nel Messaggio per la Giornata della Pace, ci sono tante “ombre cupe” sul futuro di tanta gente e noi vogliamo dire basta a questa situazione. Ti ringraziamo perché tu pensi sempre a noi bambini e ti promettiamo di non scordare mai che sulla strada della vita, qualunque cosa succeda, Gesù cammina con noi. Caro Papa, l’ACR di Roma ti vuole tanto tanto bene!


L’evento ha suggellato il “Mese della Pace”. Ai bambini, impegnati in questa iniziativa, il Papa ha rivolto un pensiero affettuoso:

 
“Cari piccoli amici, so che vi impegnate in favore dei vostri coetanei che soffrono per la guerra e la povertà. Continuate sulla strada che Gesù ci ha indicato per costruire la vera pace!”
 
Poi, l’atteso lancio delle colombe, che senza incertezze si sono librate nel cielo. Non sempre era stato così negli anni passati. Il Papa ha commentato divertito, rivolgendosi ai due bambini:

 
Questa volta é andata bene, qualche volta ritornano!”
 
Sempre dopo l’Angelus, Benedetto XVI ha ricordato le sofferenze dei lebbrosi, nella Giornata della Lebbra, istituita 55 anni fa da Raoul Follereau:

 
“A tutte le persone che soffrono per questa malattia rivolgo il mio affettuoso saluto assicurando una speciale preghiera, che estendo a quanti, in vari modi, si impegnano al loro fianco, in particolare ai volontari dell’Associazione Amici di Raoul Follereau”.

 
Benedetto XVI è anche tornato a parlare del compito urgente dell’educazione delle giovani generazioni, tema a lui particolarmente caro. Il Papa ha così menzionato la sua Lettera inviata lunedì scorso alla diocesi e alla città di Roma:

 
“Ho voluto così offrire un mio particolare contributo alla formazione delle nuove generazioni, impegno difficile e cruciale per il futuro della nostra città. Sabato 23 febbraio incontrerò in una speciale Udienza in Vaticano tutti coloro che, come educatori o come fanciulli, adolescenti e giovani in formazione, sono più direttamente partecipi della grande sfida educativa, e consegnerò loro simbolicamente questa mia Lettera”.
 

 Salutando i pellegrini in lingua polacca, il Papa ha rivolto un pensiero speciale ai famigliari delle vittime di un incidente aereo, avvenuto giovedì scorso in Polonia, nel quale hanno perso la vita 20 persone. Quindi, ha salutato i vescovi sloveni in visita ad Limina, esortandoli a progredire uniti nelle Chiesa e nell’amore verso Dio e verso il prossimo.







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