La crisi della Striscia di Gaza in primo piano nell'incontro Abu Mazen-Olmert
Nuovo incontro a Gerusalemme fra Abu Mazen e il premier israeliano Ehud Olmert. In
primo piano, oltre della definizione di un accordo di pace, la crisi nella Striscia
di Gaza. Una situazione che coinvolge anche l’Egitto dopo l’apertura da parte dei
miliziani di Hamas di diversi varchi nella recinzione di frontiera. Oggi, le autorità
egiziane hanno fatto sapere che assumeranno al più presto il controllo del valico
di Rafah. Proprio per discutere delle misure da adottare il presidente egiziano,
Hosni Mubarak, incontrerà il leader palestinese Abu Mazen mercoledì prossimo, mentre
sono in programma altri colloqui separati con Hamas. Ma come mai la crisi della Striscia
di Gaza si è riversata così pesantemente anche sull’Egitto? Stefano Leszczynski
lo ha chiesto a Ianiki Cingoli, direttore del Centro Italiano per la Pace in
Medio Oriente: R.
– Nell’accordo di pace fra Israele ed Egitto, c’è il fatto che l’Egitto si impegna
a prendersi responsabilità di questa frontiera e mantenerla sotto controllo. Nel momento
in cui c’è l’abbattimento delle barriere da parte di Hamas ed un conseguente flusso
libero di popolazione per andare a prendersi gli alimentari ed altri beni di prima
necessità, si crea una situazione di confine aperto che, secondo la parte israeliana
– in qualche modo – contraddice quel trattato di pace.
D.
– Si può dire che sia una mossa cercata da Israele per creare tensione sull’Egitto?
R.
– Israele cercava di aumentare la pressione sulla popolazione anche di Gaza, per far
sì che questa si rivoltasse contro il governo di Hamas. Ma di fatto non soltanto non
ha ottenuto questo risultato, ma ha ottenuto il risultato esattamente contrario. Si
è, quindi, creata una situazione in cui loro si sono svincolati dalla morsa entro
cui voleva costringerli Israele e lo stesso Abu Mazen, il presidente dell’Autorità
palestinese, e hanno dimostrato di saper manovrare molto bene.
D.
– A questo punto cosa è legittimo attendersi per una soluzione, un alleggerimento
– diciamo – di questa crisi?
R. – Un po’ tutti cominciano
ormai a capire che è necessario andare ad una gestione del valico di Rafah, che sia
affidato – probabilmente – all’Autorità Nazionale Palestinese insieme agli egiziani,
senza il controllo israeliano. Ma questo non può essere fatto senza una qualche forma
di negoziato anche con Hamas, che sul terreno controlla la Striscia di Gaza.